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Bayer:


Mentre camminavo nelle strade di Junter non potevo fare a meno di sentire la presenza di Reila dietro alle mie spalle. Poche ore prima mi ero concesso qualche minuto di svago in sua compagnia, e me ne ero goduto ogni secondo. Quando stavamo raggiungendo il luogo dell'evento si era guardata intorno, lanciando occhiate curiose ma non sorprese. Mi ero domandato se ci fosse già stata, ma avevo anche deciso di scacciare il pensiero per non doverci pensare proprio in quel momento.

Appena l'avevo vista con quel vestito indossato non avevo fatto altro che pensare di aver fatto la scelta migliore; ero certo che quel colore stesse bene con i suoi capelli scuri. E così era stato davvero. L'avevo definita carina, e ciò mi confondeva; l'avevo pensato pur essendomi arrabbiato con lei quando mi aveva fatto notare l'agitazione di Welleda prima della missione. Tuttavia sapevo che quell'attimo di nervosismo era dato dal fatto che lei mi aveva praticamente corretto. Una mancanza quasi imbarazzante da parte mia.

Nel tragitto per tornare all'appartamento sicuro, invece, ero terribilmente furioso con il resto della squadra e con la frase che Reila aveva intercettato. Avrei dovuto analizzarla il prima possibile e ciò non sarebbe stato semplice.

Con troppe emozioni in circolo, e con il gelo della notte che si insinuava fin dentro le ossa, mi chiesi come avessi fatto a lavorare con loro in futuro. Erano pessimi anche in un compito semplice come lo stare sotto copertura. Ed era meglio non pensare a cosa sarebbe successo se avessimo dovuto combattere; dopotutto, se i miei soldati erano degli idioti, io ero il comandante degli idioti.

Il mio pensiero tornò nuovamente a Reila. Ero turbato dal modo in cui mi aveva guardato quando l'avevo spaventata. Mi ero distratto ed ero al limite della mia rabbia, rabbia che non era causata da lei. Volevo ripeterglielo, spiegarmi meglio. Avrei voluto girarmi e chiederle scusa per una seconda volta...

Una raffica di vento ghiacciato mi fece tornare lucido. Io ero il comandante, mi ero già scusato e non dovevo dare spiegazioni a nessuno. Non potevo abbassarmi a tanto, quindi mi riscaldai le mani avvicinandole alla bocca per soffiandoci sopra.

Il Nord non mi era affatto mancato.

Lame nella SchienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora