Quando ci separammo per andare ognuno nelle proprie stanze, l'ora di pranzo era passata e le porte della mensa erano già chiuse. Fortunatamente, sotto ordine del comandante, dei soldati ci portarono il pasto nelle nostre camere. Io non avevo fame, ma mi sforzai di mandare giù qualcosa, in silenzio e seduta della mia piccola scrivania.
Guardando la pioggia cadere, non facevo altro che ripensare all'uomo che le guardie del Nord avevano ucciso. Il rumore del proiettile fuoriuscito dalla pistola mi ronzava ancora nella testa facendomi piangere. Odiavo quella situazione, soprattutto il non poter fare niente.
Mi sentivo ancora intorpidita dal freddo e non ero per niente curiosa di andare alla riunione che aveva annunciato il comandante prima di lasciarci liberi. Inoltre avevo aggiunto che le due ore di allenamento erano spostate direttamente alla mattina seguente; una minuscola consolazione, anche se forse sarebbe stato una buona distrazione da tutti quei pensieri.
Finito di mangiare, mi adagiai sul letto cercando di fare un riposino per ingannare l'ora d'attesa. Sdraiata sulle coperte, però, non resistevo nel pensare. Il dolore che avevo provato varcando il Muro era stato strano, non mi capacitavo di come mi fossi ambientata al Sud.
Avevo dimenticato una parte di me? Guardai la cicatrice, sperando stupidamente che quella potesse darmi una risposta.
Inoltre avevo avuto anche la sfortuna di incontrare Dadekio e di averci parlato... Non riuscivo a convincermi che Bayer non mi avesse vista; al tempo stesso, però, non mi aveva detto niente al ritorno, ed ero sicura che eventualmente non avrebbe speso tempo prima di farmelo notare.
I miei pensieri passavano veloci nella mente, tanto da intrecciarsi con l'esperienza dolorosa dell'uomo ucciso a sangue freddo. Scossi la testa per mandare via l'immagine.
Mi chiesi allora cosa fosse successo all'interno dell'ufficio del signor Klaus. Bayer aveva il labbro rotto, e anche Alecsei al ritorno non aveva più emesso una parola. Ero sicura che alla riunione, ormai vicina, il comandante non avrebbe risposto a quelle domande, perciò mi preparai in fretta per andare in anticipo nel suo ufficio.
I corridoi erano vuoti e quasi sinistri. Non li avevo mai visti così, non ci era concesso di lasciare la palestra durante quelle due ore, però mi sembrò tutta nella norma quando, passando vicino a quelle stanze, sentii il rumore dei tanti soldati allenarsi. Non ero affaticata e avrei volentieri fatto attività fisica per stancarmi e riuscire così a dormire.
Ero agitata mentre mi avviavo all'ufficio, tanto che iniziai a grattarmi il pollice. Bussai e aspettai il permesso per entrare. Non lo ricevetti subito, ma poi mi ritrovai davanti Bayer. Era in piedi con il telefono all'orecchio. Mi lanciò qualche occhiata confusa e poi mi fece segno di sedermi. Una parte di me era curiosa di sapere di più sulla sua conversazione, tuttavia feci del mio meglio per sembrare indifferente e non ascoltare.
Dopo poco il comandante terminò la telefonata e si lasciò cadere sulla sedia. Notai che il suo labbro non era più gonfio, aveva ancora solo un piccolo taglio rosa. Smisi di studiarlo e mi concentrai sul perché fossi lì.
«Cosa è successo con il signor Klaus?», chiesi educatamente. Non riuscii a non celare la mia curiosità e sperai con tutta me stessa che Bayer mi parlasse apertamente. Tuttavia capii che il ragazzo stava pensando a come costruire la frase, cosa dire e cosa occultare di quel momento non molto lontano.
Lui si appoggiò allo schienale portandosi alla bocca una tazza fumante. Caffè. «Non siamo riusciti a prendere le informazioni con le buone e quindi siamo dovuti passare alle cattive.» Appoggiò la tazza e poi riportò i gomiti sui braccioli della sedia. «Il signor Klaus ha pensato pur bene di provare a scappare e per una svista, non mia, è riuscito a colpirmi mentre prendevo il file», spiegò fissandomi negli occhi. «Per questo Alecsei avrà una punizione... Come te, del resto.»
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Lame nella Schiena
FantascienzaL'isola di Prirode è divisa a metà, come era già successo in passato. Il Sud, per poter salvare la nazione dalla guerra imminente, decide di offrire la possibilità ai carcerati di arruolarsi in cambio di una riduzione di pena. È per questo che Reila...