Inferno: Canto 10

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Dante si trova nel Sesto Cerchio nellInferno, quello in cui sono collocati gli Eretici Epicurei. Dante si rivolge alla guida per sapere se gli è concesso di intrattenersi con qualcuna di quelle anime punite nelle tombe infuocate; una di queste, sentendo laccendo toscano, gli chiede di sostare un poco. È il ghibellino Farinata e inizia un colloquio con Dante, che si trasforma in una breve schermaglia sulla interpretazione delle lotte tra le due opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini a Firenze

Mentre i due poeti si aggirano tra i sepolcri infuocati, Dante domanda se è possibile vedere qualcuno dei peccatori, dato che le tombe sono aperte. Virgilio risponde che quegli stessi torneranno definitivamente, con i loro corpi, nei loro luoghi di pena dopo il Giudizio universale; solo allora le arche saranno serrate per sempre. Improvvisamente uno di costoro si rivolge a Dante; lo ha riconosciuto infatti dalla parlata fiorentina. Virgilio gli indica Farinata degli Uberti, grande capo ghibellino che si erge maestoso nel sepolcro e che, interrogato Dante riguardo agli antenati, li riconosce quali suoi nemici politici. Ne nasce un primo vivace scambio di battute, interrotto temporaneamente da un terzo interlocutore, Cavalcante de' Cavalcanti, che chiede notizie di suo figlio, il poeta Guido, amico di Dante. Credutolo morto, si lascia cadere di nuovo nel sepolcro. Farinata, ripresa la parola, fa un oscura profezia sull'esilio futuro di Dante e dichiara di aver sempre difeso Firenze, anche quando i suoi amici di partito avrebbero voluto distruggerla. Poi rivela come i dannati vedano il futuro ma non il presente. Dante rimane turbato ripensando alla predizione dolorosa che lo riguarda.

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