Se Socrate si era focalizzato sulla natura della virtù, Platone indaga su cosa sia e su come sia possibile conoscerla e insegnarla, per rispondere allinterrogativo: che cosè la virtù, occorre rispondere prima a che cosè la realtà. Lui ci dice che quello che esiste e che possiamo conoscere non si riduce alle cose che ci mostrano i nostri sensi, infatti, la ragione può elevarsi alla conoscenza di entità immutabili ed eterne: le idee.
Infatti, attraverso il dualismo platonico, fa una distinzione tra il mondo sensibile, dove dominano i nostri sensi e le esperienze, e tra il mondo intelleggibile, più nobile ed elevato, rappresentato dalle idee. In questo discorso bisogna escludere luomo, che si distingue per il possesso di unanima. Una volta compresa la natura della realtà e il ruolo dellanima al suo interno, si comprende che cosa sia la virtù e come è possibile conoscerla e insegnarla, essa infatti coincide con la giustizia, cioè lequilibrio delle varie componenti dellanima. Grazie a ció i cittadini possono vivere felici e in una società giusta, anchessa divisa in parti che devono interagire in perfetta armonia contribuendo al benessere collettivo.
Con Platone ci troviamo avanti ad un grande interrogativo: la conoscibilità della virtù. Per Platone la virtù è un valore morale che esiste indipendentemente dai singoli individui virtuosi; così parte dalla tesi etica, secondo cui la virtù coincide con il sapere, per giungere a una conclusione ontologica: se la virtù esiste ma non è osservabile con i nostri sensi, allora ci deve essere un altro livello della realtà al di là delle cose che percepiamo con i nostri sensi, una teoria ontologica che prende il nome di teoria delle idee.
Tutto ciò che osserviamo con i nostri occhi pare essere solo unapparenza della realtà, che Platone definisce mondo sensibile, dove troviamo le cose concrete; tutto ciò che accade nel mondo sensibile è organizzato secondo dei principi generali, le idee, immateriali e tali da non poter essere conosciute mediante i nostri sensi ma solo attraverso lintelletto, che si trovano a un livello superiore chiamato mondo intelligibile. Le idee platoniche esistono indipendentemente da quello che accade nelle menti di ogni singolo individuo, non sono però soggettive, infatti le idee esistono nel mondo intelligibile che risulta eterno e immutabile e che viene caratterizzato come un iperuranio, cioè uno spazio al di là del cielo.
Le idee si dividono in due livelli, nel livello inferiore ci sono quelle che costituiscono un modello per le cose del mondo sensibile, invece, a un livello superiore vi sono le idee che permettono di valutare quello che ha luogo nel mondo sensibile e che quindi prendono il nome di valori. Al vertice del livello dei valori cioè lidea del bene che risulta essere il principio che permette a tutte le altre idee di valere come principi di configurazione e organizzazione del mondo sensibile. Tuttavia, nel mondo sensibile vi sono anche delle cose che sembrano concrete ma che non lo sono, come le immagini, infatti quello che vediamo di per sé non è reale ma è una mera apparenza. Platone ritiene la differenza tra cose e immagini utile per comprendere la relazione tra mondo sensibile e mondo intelligibile, le idee funzionano come modello per il mondo sensibile allo stesso modo in cui, nel mondo sensibile, le cose funzionano come modelli per le loro immagini. La relazione che lega questi due mondi e solo imitazione che porta sempre in sé un grado di imperfezione. Platone caratterizza la relazione tra idee e cose in termini di partecipazione di presenza: la partecipazione e quando le cose prendono parte allesistenza delle idee e che quindi, nel limitare le idee, cercano di adeguarsi a esse; Invece, la presenza, e quando le cose, nel limitare le idee rendono presenti nel mondo sensibile le idee stesse. Un ulteriore spiegazione della differenza tra mondo sensibile e mondo intelleggibile ci è data dal mito della caverna: in una caverna sono incatenati dei prigionieri e ci sono degli uomini alle loro spalle che attraverso il fuoco fanno proiettare delle ombre sul muro verso cui sono rivolti questultimi, le ombre sono le uniche cose che prigionieri vedono e che quindi rappresentano per loro il mondo reale. Solo un uomo si separa da suoi compagni liberandosi dalle catene e uscendo dalla caverna, per arrivare a vedere cosè realmente la realtà, questo è il filosofo, che si distingue dalle persone comuni poiché riconosce che ad esistere realmente sono le idee, che vediamo solo attraverso le cose che le imitano. La liberazione avviene attraverso la scoperta del sole e per il filosofo che si è liberato dalle apparenze del mondo sensibile lobiettivo, il punto darrivo, è la scoperta dellidea del bene.
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~Appunti scolastici~
RandomIn questo libro troverete, divisi per materia, tutti i riassunti e gli appunti che ho collezionato in questi anni. Si tratta di argomenti che spaziano molto, partendo dalle medie fino ad arrivare alla quarta superiore, inoltre il libro è in continuo...