Leon Battista Alberti

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Leon Battista fu un architetto, uno scrittore, un matematico, un umanista, crittografo, filosofo, musicista e archeologo. Fu una delle figure artistiche più poliedriche del Rinascimento e un suo costante interesse era la ricerca delle regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare il lavoro degli artisti. Studiò a Padova e Bologna, trasferendosi infine a Venezia; fu nominato dal pontefice sovrintendente al restauro delle antichità romane e documentò monumenti e rovine. Riesumò e fece rivivere la classicità, rendendolo il prototipo dell'artista rinascimentale . A Firenze arriva a 25 anni, appena la città revocò il bando contro la sua famiglia (1429), qui trova arti mai viste. Il palazzo Lucellai, prima opera fiorentina, recupera formule consolidate (la pietra forte, il bugnato e le ampie bifure, inserendogli una novità: una griglia di ordini sovrapposti (modularietà e classicismo). La flessibilità di questa griglia è confermata dall'ampliamento dalle cinque campate del progetto alle sette dell'edificio finito. Alla metà del secolo, nel 1459, è ormai un artista affermato anche grazie ad un'analisi sistematica delle attività artistiche e letterarie che fioriscono in città. Traccia nel "de pictura" un ideale di artista Dedicandola versione in volgare a Brunelleschi; Quando l'imperatore di Bisanzio sbarca in Italia per il riconciliamento delle chiese di Oriente e Occidente, Leon si confronta con diverse persone (tra cui umanisti e filosofi) e grazie a questo confronto acquista sempre più fama.

Il signore di Rimini, comprendendo l'importanza di un tempio, ne affidò uno proprio a Leon Battista Alberti per farne il suo monumento funerario; Questo tempio è caratterizzato da un interno di stampo gotico, nonostante ciò, però, l'esterno si differenzia per gli archi romani e il rialzo che rende il monumento superiore e lo mette in contrasto con l'ambiente circostante. Per la facciata non ci sono precedenti, Alberti innesta il motivo dell'arco onorario nel contesto murario della chiesa. Da modello gli fa l'arco di Augusto a Rimini, da cui il tempio prende anche capitelli, fregi, colonne, misure e proporzioni. Tuttavia, l'arco romano presenta un solo piano e la facciata ne esige due, proprio per questo Alberti pensa di sovrapporre a una campata centrale un'edicola conclusa ad arco e ornamentata da un motivo floreale, disegnando inoltre sulle campate laterali due spioventi decorati da volute ricurve, mai messe in opera ma abbozzate nella sua lettera a Matteo De Pasti (supervisore dei lavori), invece Alberti non frequenta il cantiere. Se a Rimini conserva un frammento della sua arte, a Firenze Alberti crea la facciata più bella del nuovo stile e ne fissa il modello più diffuso per molto tempo. Anche qui bisogna dare una facciata moderna ad una chiesa antica, quella di Santa Maria Novella, ma l'opera è già avviata e presenta tonde gotiche, archi acuti e un occhio circolare che sono necessari da conservare. Alberti offre il modello per una disposizione su due piani, che vede la facciata coronata da un timpano classico e due spioventi. L'intera facciata si iscrive in un quadrato, ogni elemento è costruito secondo una modularietà precisa, simbolo di armonia. Nel 1452 Alberti termina "De rei edificatoria", il primo trattato moderno di architettura che dedica a Niccolò V, papa umanista e amico; la fama acquistata nelle accademie gli fa ottenere i primi incarichi da architetto;

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