Prologo

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E quindi prendimi, mordimi, toglimi tutto
Continuerò a non avere la paura del buio
Ed anche quando sarò giù per terra distrutto
Continuerò a non avere la paura del buio

- Paura del buio, Måneskin

- Paura del buio, Måneskin

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Quella notte del 20 agosto si annunciava essere la più brutta della loro vita per i Kandies

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Quella notte del 20 agosto si annunciava essere la più brutta della loro vita per i Kandies.

Clarissa si cullava freneticamente sulla sedia a dondolo, contorcendosi le dita delle mani con incredibile ansietà. Non ricordava di essere stata così tanto agitata dal giorno in cui Everly era diventata parte della sua vita.

Everly.

Chissà se anche lei si era svegliata in preda al panico non sapendo cosa sarebbe successo? Ovvio che no. Perché avrebbe dovuto? Dopotutto era solo una quattordicenne che faceva la normale vita di una strega adolescente. E così sarebbe dovuto continuare ad essere, Clarissa se lo promise. Si promise che sua figlia avrebbe proseguito una vita spensierata per quanto più tempo possibile.

Clarissa scattò su in piedi dalla sedia. Era inutile continuare a tormentarsi.
Salì le scale che conducevano al piano di sopra dell'abitazione, facendosi luce con la bacchetta per non disturbare troppo la quiete della notte.

Schiuse appena la porta della camera di sua figlia e si affacciò per vedere come stava. Everly dormiva pacificamente come una bambina appena nata, una ciocca di capelli che le copriva il viso sereno.

Clarissa sorrise e cercò di tranquillizzarsi. Everly stava bene, questo era l'importante.

Ma purtroppo non tutti avevano la stessa fortuna.

Clarissa si trovava in quello stato di ansietà da poche ore prima, quando un Patronus dalla forma di un delfino era apparso in camera sua, nel bel mezzo della notte, facendosi portavoce di un terribile messaggio.

Sono arrivati.

David e Clarissa avevano capito subito e non avevano perso tempo. Avevano contattato in fretta e furia Harry Potter, un loro caro amico, e poi i due uomini si erano smaterializzati, sperando di trovare ancora qualche traccia di vita in chi aveva spedito loro quel messaggio.

Clarissa era preoccupata oltre misura. Chi amava era in pericolo, in pericolo di morte, e lei era lì, chiusa in casa a non fare nulla. Si sentiva inutile. Ma non poteva lasciare Everly da sola, soprattutto dopo la catastrofe di quella notte.

La donna si ricordò improvvisamente di aver lasciato la pentola dell'acqua a bollire sul fuoco.

Si precipitò rapidamente giù al piano di sotto, nella cucina, e spense il bollitore, fumante come un treno a vapore.

Versò la tisana nella tazza, con la mano che le tremava come se fosse scossa da una serie di terremoti, versando di qua e in là la bevanda fuori dal bordo.

La serratura del portone d'ingresso scattò.

Clarissa, impaurita, estrasse prontamente la bacchetta dalla tasca della vestaglia, tenendola davanti a sé.

Il portone si aprì con un lieve cigolio.
Due uomini apparvero sulla soia.

"Clare, sono io."

Clarissa abbassò la bacchetta e si fiondò tra le braccia del marito.

"State bene? Dove sono..."

Clarissa si interruppe notando le espressioni addolorate di Harry e David, gli occhi dei due uomini lucidi e arrossati.

Clarissa si sentì mancare ed ebbe bisogno di appoggiarsi al muro per non cadere a terra.

"Tesoro, siediti."

David mise premurosamente un braccio intorno alle spalle della moglie e l'accompagnò fino alla sedia.

Clarissa non osò rialzare gli occhi sui due.

"Cosa è successo?" chiese con un filo di voce.

"Mi dispiace, Clarissa" mormorò Harry, tirando su con il naso.

"Siamo arrivati troppo tardi..." disse David, la voce spezzata e carica di dolore.

Clarissa sentì mancarle l'aria.
Lacrime copiose come gocce di pioggia presero a sgorgarle dagli occhi e a rigarle il viso.

"Sono... Sono morti" singhiozzò. "Sono morti!"

Intanto al piano di sopra la ragazza aveva aperto gli occhi.

Everly si era svegliata sentendo l'urlo di disperazione della madre, un tuono che riecheggiava nel silenzio della notte. Da lì a pochi giorni si sarebbe dimenticata di quel grido, credendolo frutto della sua immaginazione, o il residuo di qualche incubo.

Ma Everly sentiva che quella notte non era una notte qualsiasi, perché il dolore impregnava l'aria.

*

Ed eccoci finalmente con il Prologo dell'Atto I

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Ed eccoci finalmente con il Prologo dell'Atto I. Non è molto lungo, ma servirà per introdurre tutta la storia e ne capirete il significato solo più avanti. Spero che queste poche righe vi siano piaciute 💞
Ci rivediamo con il primo capitolo giovedì.
Vostra,

-Zaffi ❤️

Unicorn Blood ~ Harry Potter New EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora