Quando ogni speranza sembra perduta e le tenebre ricoprono il mondo, un'antica luce continua a brillare chiara e pallida. Everly Andromeda Kandies credeva di essere una semplice strega, eppure vedrà crollare davanti a sé ogni convinzione che pensava...
There's darkness in the distance From the way that I've been livin' But I know I can't resist it
~ Daylight, David Kushner
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Quando riaprii gli occhi, l'infermeria era immersa nella penombra. Mi tirai su a sedere e una pezza ancora umida mi scivolò giù dalla fronte. Le coperte erano roventi, le lenzuola intrise di sudore, così come il cuscino che, probabilmente, era bagnato anche di lacrime.
Le tempie mi pulsavano doloranti. Mi sentivo la testa pesante e leggera allo stesso tempo. Avevo bisogno di una boccata d'aria; mi avrebbe di certo aiutato a districare quella matassa ingarbugliata di pensieri che mi affliggevano la psiche.
Scesi dal letto a piedi scalzi e uscii dall'infermeria. Il corridoio era ancora vuoto mentre lo attraversavo, il freddo del lastricato a contatto con la pelle nuda.
Mi ritrovai presto fuori dal portone d'ingresso del castello. Il cielo era rosa come l'ultima volta che l'avevo visto, su una fasulla Torre d'Astronomia insieme al fantasma di mio padre, con l'unica differenza che ora il sole si trovava ad est. Sforzandomi di non rimuginarci troppo, discesi la collina in direzione del lago, i fili d'erba che mi solleticavano i piedi. Poco prima di raggiungere la riva mi distesi sul prato, con il volto rivolto al cielo annuvolato.
Respirando il profumo dei fiori selvatici, lasciai che tutti i miei tormenti, tutte le mie visioni e i miei dubbi mi investissero come la corrente d'aria che mi pizzicava le guance. Rivedevo in continuazione l'assassinio di mio padre, la donna seduta sulla roccia, l'arrivo dei cavalieri, Will che mi avvolgeva con una coperta, un giovane Eldritch che fuggiva dalla biblioteca, David che mi parlava in cima alla Torre, Albus che piangeva per me.
Mi chiesi quanto dolore avrei dovuto sopportare e procurare ancora, quante cose non conoscessi e di quante volessi saperne ardentemente le risposte. Mi chiesi per quanto avrei potuto respirare così, se avrei mai trovato la pace, cosa il destino aveva in serbo per me.
Il sole si levò più in alto, ma presto fu oscurato da nuvole grigie e gonfie d'acqua che non tardò a precipitare. Le esigue gocce di pioggia si trasformarono in un vero acquazzone dal quale mi lasciai travolgere.
