11. I meandri della mente

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So how do I say goodbye
To someone who's been with me for my whole damn life?

~ How do I say goodbye, Dean Lewis

~ How do I say goodbye, Dean Lewis

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Quando riaprii gli occhi fui accecata dal buio

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Quando riaprii gli occhi fui accecata dal buio. Mi trovavo in un corridoio stretto e oscuro, talmente profondo da sembrare interminabile. Entrambi i lati erano disseminati di porte in legno verniciate di bianco, tutte identiche.

Che posto era quello? E soprattutto come ci ero finita? Chiamai Rose, ma la mia voce si spense in un eco lontano, senza ricevere risposta. E poi il silenzio. Mi salirono i brividi lungo la schiena. Dovevo uscire da lì, subito. Ma quale porta era quella giusta? Decisi di provare con la prima alla mia destra; ruotai il pomello d'ottone ed entrai.

Mi ritrovai all'interno di un'enorme biblioteca, più buia del corridoio antistante, se possibile. L'aria era intrinseca di polvere, i cui granelli erano visibili a fasci dalla luce radente della luna che proveniva dalle alte finestre gotiche. Procedetti tra le file degli imponenti scaffali con passo incerto. I libri erano così antichi che sembravano sbriciolarsi solo a guardarli. Arrivata in fondo notai uno scrittoio finemente intagliato, posto sotto a una vetrata dai colori cupi che raffigurava un uccello a due teste. Chino sul ripiano ligneo c'era un giovane, avvolto da un mantello, che scorreva febbrilmente le pagine di un enorme libro rivestito di velluto rosso alla luce di una lampada a olio.

Mi avvicinai con cautela al giovane. "Scusami" dissi esitante. "Sapresti dirmi che posto è questo?"

Il giovane non parve nemmeno udirmi. Non mi prestò attenzione neanche quando gli fui davanti, dall'altra parte dello scrittoio. Mi focalizzai sulla pagina che stava leggendo; era scritta in una lingua che non conoscevo, composta di strani simboli. Quello che mi colpì però fu l'illustrazione: una figura umana rivestita da un'armatura d'ossa. Rischiai un mancamento; perché quella era l'immagine che aveva tormentato il mio subconscio negli ultimi mesi.

Il giovane alzò la testa di scatto. Arretrai di un passo, pensando che finalmente mi avesse notato. Sembrava essersi paralizzato. Ora potevo finalmente scorgergli il viso, illuminato dalla luce tetra della lampada. Aveva un certo fascino, c'era da ammetterlo, eppure i suoi occhi erano due pozze scure e glaciali, tanto che parvero perforarmi le ossa. Mi erano familiari, però. Dovevo avevo visto quegli occhi?

Unicorn Blood ~ Harry Potter New EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora