Quando ogni speranza sembra perduta e le tenebre ricoprono il mondo, un'antica luce continua a brillare chiara e pallida. Everly Andromeda Kandies credeva di essere una semplice strega, eppure vedrà crollare davanti a sé ogni convinzione che pensava...
Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte
~ Romeo e Giulietta, William Shakespeare
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"Signorina Kandies" mi chiamò una voce bassa, strappandomi dai miei incubi. "Signorina Kandies!" ripeté con più insistenza.
Finalmente riaprii gli occhi. Dovetti sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco l'aula di Difesa contro le Arti Oscure. Alzai la testa dal banco, il collo dolorante per la posizione scomoda, e mi ritrovai davanti il volto spigoloso del professor Rundell.
"Ora che è di nuovo con noi, possiamo riprendere la nostra lezione sulle Maledizioni senza Perdono." Mi rivolse un'ultima occhiata penetrante per poi tornare alla cattedra.
Mi ero davvero addormentata in classe? Quei maledetti cavalieri fantasma non facevano altro che tormentarmi. Era già spaventoso doverli vedere nei miei sogni ogni volta che mi infilavo sotto le coperte, non potevo sopportare che mi apparissero anche durante il giorno. Sarei impazzita, questa volta davvero.
Per il resto della lezione non riuscii a seguire neanche una parola. Avevo troppi turbamenti in testa per restare concentrata. Probabilmente i miei voti si sarebbero abbassati di questo passo, ma in tutta onestà era l'ultimo dei miei problemi.
Il rintocco della campana segnò la fine dell'ora. Rundell si alzò in piedi. "Per oggi è tutto, ragazzi, potete andare. Oh, non tu Everly."
Già, sul punto di varcare la porta, mi fermai. Una volta che l'aula si fu svuotata, Rundell mi ordinò di seguirlo nel suo ufficio. Era un uomo decisamente misterioso. Non parlava mai più del dovuto, non si scomponeva mai e aveva quell'aria inquietante che mi faceva venire la pelle d'oca. Restò in silenzio fin quando non giungemmo nel suo ufficio. Rimasi colpita da quanto fosse cambiato rispetto a quando apparteneva al professor Potter. Gli stemmi del Quidditch e di Grifondoro erano spariti, così come i disegni infantili di Lily, le scartoffie sempre in disordine sulla scrivania in mogano e quell'atmosfera di calorosità che l'aveva sempre reso un posto confortevole. Ora la stanza era perfettamente ordinata e spoglia come la camera di un monaco.
