10. Il funerale

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You are broken on the floor
And you're crying, crying

~ Broken, Isak Danielson

TW: Non è un vero trigger warning, ma vi avverto (così sperando di non urtare troppo la sensibilità di qualcuno) che questo capitolo tratterrà del lutto in maniera abbastanza specifica e del funerale di un genitore, quindi se preferite, saltate tr...

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TW: Non è un vero trigger warning, ma vi avverto (così sperando di non urtare troppo la sensibilità di qualcuno) che questo capitolo tratterrà del lutto in maniera abbastanza specifica e del funerale di un genitore, quindi se preferite, saltate tranquillamente questa parte. Detto questo, buona lettura ❤️

Quanto rapidamente la propria vita può essere stravolta in un secondo? L'attimo prima sorridi serenamente, ammirando il sole alla finestra, e quello dopo ti ritrovi in balia della tempesta

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Quanto rapidamente la propria vita può essere stravolta in un secondo? L'attimo prima sorridi serenamente, ammirando il sole alla finestra, e quello dopo ti ritrovi in balia della tempesta.

Non avevo versato una lacrima nell'ufficio della McGranitt. Mio padre era morto. Un'altra volta. Sembrava ancora così surreale che non volevo crederci. E non volli farlo neanche quando, usata una passaporta per materializzarmi a Queen Field, mi ritrovai davanti il volto avvilito di Teddy ad accogliermi. Mi aveva abbracciato e io ero rimasta immobile come un blocco di marmo.

Solo quando giungemmo davanti alla porta di casa mia tornai finalmente a provare qualcosa: l'ansia di incontrare Clarissa. Mi avrebbe guardata con i suoi soliti occhi colmi d'amore? Oppure con rabbia, ormai convinta che diventare miei genitori fosse la cosa peggiore che potesse essere capitata ai Kandies, una taglia sulla testa assicurata? Restai impalata sulla soglia, indecisa sul da farsi.

"Vogliamo entrare?" chiese Teddy.

Decisi di seguirlo dentro. Casa mia non sembrava neanche più tale. Le stanze erano avvolte dalla semioscurità, le pareti sbiadite, l'aria soffocante. Era tutto così cupo e spento. Mi si strinse il cuore in una morsa quando ne capii il motivo. Mancava David a illuminare il salotto con la sua inconfondibile e gioiosa risata. Ora invece c'era riunito un gruppo di persone, tutti con espressioni affrante e lugubri. Riconobbi Harry, che parlava sommessamente con Randell, Andromeda, i genitori di Rose e Ginny. Mia madre non era con loro e per qualche oscuro motivo ne fui sollevata. 

Quando feci il mio ingresso tutti si voltarono verso di me; Randell e Harry si erano zittiti. E allora passò quell'orrendo minuto in cui ognuno di loro si avvicinò a me porgendomi le loro condoglianze, magari accompagnate da una stretta di mano o da un abbraccio.

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