Quando ogni speranza sembra perduta e le tenebre ricoprono il mondo, un'antica luce continua a brillare chiara e pallida. Everly Andromeda Kandies credeva di essere una semplice strega, eppure vedrà crollare davanti a sé ogni convinzione che pensava...
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"Allora? A che punto stiamo?" la voce fredda e vuota di mia sorella mi giunse come una secchiata d'acqua gelida.
"Oh, devi pazientare, Charlotte." L'immagine di Lexy era confusa, come sempre d'altronde. "Il piano procede bene, ma il portale si attiverà solo fra qualche mese."
"Voglio che soffra." Le parole di Charlotte tagliavano più di mille lame ardenti. Perché sapevo benissimo a chi fossero rivolte. "Voglio esserci quando si spezzerà in due come il più misero dei ramoscelli, quando il suo sangue macchierà la terra di rosso e il suo ultimo respiro lascerà il suo corpo. Voglio che soffra come lei ha fatto soffrire me!"
Mi risvegliai di botto annaspando per cercare di riempire i polmoni dell'aria che mi mancava. Tossii violentemente, piegata in due, stringendo tra i pugni le lenzuola inumidite dal mio sudore.
"Evy!" Era stata Alice a pronunciare il mio nome con un assonnato sussurro. "Qualcosa non va?"
Tirai su con il naso e scossi la testa. Gli occhi di Alice luccicarono nel buio della nostra stanza come quelli di un gatto. In un attimo mi raggiunse nel mio letto e io le feci spazio per permetterle di sedersi.
"Cosa hai sognato questa volta?" mi domandò.
"Nulla" mentii.
Alice inclinò la testa di lato. "Non credere di poter fingere con me. Allora?"
Sospirai. "Charlotte."
"E che diceva?"
Un nodo mi serrò la gola e lottai con tutte le mie forze per non piangere. "Le solite cose. Che mi vuole morta, farmi passare tutte le sofferenze possibili e tutto il resto."
