Capitolo 7

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"Non importa che fuori c'è il sole, quando il temporale lo porti dentro."

-Lucrezia Beha

Torno al piano di sopra quando non ho più le forze per sparare trovando tutto tranquillo e silenzioso. Oltre al nonno anche Alex sembra essersi volatilizzato.

Accendo il display del cellulare trovando una sua notifica dove mi avvisa che è in giro con Dylan.

<<Ha bisogno di qualcosa signorina?>>
Mi chiede una domestica che mi raggiunge nel corridoio.

Ci penso un momento prima di sentenziare <<Una birra.>> che mi viene portata qualche secondo dopo.

Raggiungo la veranda, sedendomi sulla panca a dondolo.

Bevo un sorso della birra assaporandone il gusto dopo così tanto tempo.
Mi perdo a guardare il cielo stellato nella sua meraviglia.

Flashback

<<Basta così, continueremo domani>> mi alzano da terra strattonandomi fino alla stanza di isolamento, ci vogliono due uomini per portarmi dato che il mio corpo è privo di forze per le torture che mi hanno inflitto.

Mi lanciano letteralmente dentro, e non riesco a fare nulla per impedirlo cadendo rovinosamente sul pavimento gelido.

<<Non azzardarti a fiatare, sai quale sarà la tua punizione altrimenti.>>

Uno dei due dopo avermi avvertito sbatte la porta chiudendola a chiave, lasciandomi finalmente in solitudine.

Mi trascino verso la finestra rannicchiandomi nell'angolo tra le pareti.

Poggio la testa al muro dietro di me volgendo gli occhi al cielo, contando tutte le stelle che riesco a vedere, sperando che riesca ad addormentarmi prima di finirle, per smettere finalmente, di provare il dolore che mi hanno causato.

Fine Flashback

È stata la mia salvezza.

Ogni notte quel fottuto buco era un incubo.

L'unica cosa che mi faceva tenere la mente lucida era il cielo.

Mi sporgevo più che potevo dalle sbarre per ammirarlo.

Ogni volta mi ripetevo di resistere, che sarei uscita da lì e mi sarei vendicata, che avrei superato il mio dolore.

Tutt'ora il mio dolore è ancora qui e mi tormenta giorno e notte, senza lasciarmi pace.

Molte volte penso a come sarebbe la mia vita se non fossi nata nel mondo della mafia, se i miei genitori fossero ancora qui... Ma purtroppo sono solo pensieri che non avranno mai risposte.

Mi risveglio dai miei pensieri sentendo la guancia umida.
Con le dita cancello la lacrima dal viso, la prima dopo così tanto tempo, l'ultima per molto tempo ancora...

 Con le dita cancello la lacrima dal viso, la prima dopo così tanto tempo, l'ultima per molto tempo ancora

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Spazio autrice

Questo capitolo è breve, ma non meno importante degli altri. Qui si scopre una parte di quello che ha passato Sayah.

Cosa ne pensate del suo atteggiamento?

Vi ritrovate in alcuni suoi comportamenti?

Commentate per farmelo sapere 💚

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