Capitolo 42 pt. 2

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"Mai, mai, mai arrendersi."
-Winston Churchill

Pochi minuti prima

Pov Victor

La vedo adottare mosse da seduttrice davanti al biondo. So che tra poco la riconoscerà dato che la adora.

Non lo ho detto a Sayah perché la sua reazione sarebbe stata prevedibile.

Ai miei occhi almeno.
Che la conoscono a fondo.
Non a quelli di chiunque.

Avrebbe adottato una strategia diversa.

Se la caverà come sempre.

E poi...così è più divertente.

Si alzano e vanno altrove.

Ora tocca a me.

Mi raddrizzo dalla colonna dove stavo poggiato e vado diretto al tavolo di Andreas, che mi aveva già avvistato.

Cammino lentamente e in modo sicuro, mentre bevo il mio champagne.

Quando sono quasi al suo tavolo un bodyguard mi si para davanti <<se non ha un appuntamento con il signor Aguilera non può passare.>>

Non faccio in tempo a dire una parola che la voce di Andreas risuona nell'aria <<lascialo venire Smith, è di famiglia.>>

Smith dopo un cenno si sposta e mi lascia passare.

Trovo Andreas al centro del tavolo rotondo fumare un sigaro.

Mi osserva attentamente. <<Vieni Victor, siediti.>>

Mi indica il posto libero alla sua sinistra, il destro occupato da Haymitch, il suo socio in affari, al momento impegnato a conversare animatamente con una donna al suo fianco.

Mi siedo e gli tendo la mano <<è un piacere fare la tua conoscenza dal vivo Andreas.>>

Ricambia la stretta con un sorriso <<il piacere è mio, allora come sta Maria? Non la vedo da anni.>>

<<Sta bene, si è trasferita in Italia per questo non la hai più vista in zona.>>

<<Capisco>> fa un tiro al sigaro e mi osserva.

<<Come vanno gli affari?>> Domando guardando le persone ballare al centro della sala.

<<Benone, se avessi saputo prima che sarei diventato ricco in così poco tempo creando bourbon, non avrei fatto il gangster>> confessa scherzando.

Mi piace quest'uomo.

Sorrido bevendo un sorso di champagne.

<<A proposito immagino tu sappia il motivo per cui sono qui.>>

Il suo sguardo si fa più serio.

<<Vieni>> si alza, faccio lo stesso per farlo uscire dal tavolo e lo seguo.

40 minuti prima della sparatoria

Mi porta fuori su una veranda deserta, inizialmente mi da le spalle, fa due tiri nel più totale silenzio.

Gli do il suo tempo.

Si volta.

<<Io non posso aiutarti Victor.>> Rivela serio, con una punta di tristezza.

Rimango in silenzio aspettando che continui.

<<Perché pensi mi sono tirato fuori da quella merda? Non ne esci facilmente una volta che ne sei entrato, soprattutto se ci nasci e porti avanti le vecchie faide.
Se fossi stato ancora dentro non avrei esitato perché sei della famiglia, ma ora... non posso aiutarti.>>

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