Capitolo 29

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"Attenzione alle paure del giorno, amano rubare i sogni della notte."
-Fabrizio Caramagna

Questa notte non ho dormito per niente, e non per i sensi di colpa, non ne ho affatto.

È il passato che torna sempre nei miei pensieri.

Guardo l'ora del telefono 03:47, mi alzo notando Alex dormire profondamente accanto a me.

Esco dalla stanza solo con una maglietta lunga che mi copre gli slip, per andare in balcone dove vengo pervasa dal fascino della città di notte.

Mi accendo una sigaretta poggiandomi con i gomiti sulla ringhiera.

Poso la testa sulle braccia e penso a come modificare alcuni piani dell'attacco ai messicani, per bloccare i pensieri che provano ad insinuarsi nella mia mente.

Aspetta, i messicani...
E se il simbolo appartenesse a loro?

Scatto verso la porta, ma sbatto contro un corpo muscoloso, Dylan...

Il suo profumo mi fa venire in mente il nostro bacio, ma il pensiero va via come se non ci fosse mai stato.

Faccio per sorpassarlo ma mi blocca per un braccio.

<<Ora mi eviti ragazzina?>>

Alzo gli occhi al cielo e mi libero dalla presa.

Mi siedo sul divano afferrando il computer, apro safari e cerco delle informazioni.

<<Non ti sto evitando, ho cose più importanti da fare.>> Rispondo digitando sulla tastiera.

Prende dal mobile accanto al divano del whisky e lo versa in un bicchiere.

<<Anche per me grazie.>> Comunico distrattamente.

Sento il rumore del liquido che scende nel bicchiere, e successivamente il forte odore di alcool mi arriva alle narici, una volta che Dylan si siede accanto a me.

Dopo che me lo porge lo prendo con una mano, mentre con l'altra scorro per la pagina che mi si è appena caricata sul display.

<<Che cerchi?>> Domanda accendendo una sigaretta.

<<La pistola che portava uno dei tizi ha inciso un simbolo, voglio scoprire di più.>>

<<Te lo ricordi?>> Mi chiede curioso.

<<Era un cerchio con dentro delle corna...non lo ho visto bene, era buio.>> Rispondo.

Riflette a mente senza dirmi cosa gli passa per la testa.

<<Hai idea di cosa può significare? O a chi può appartenere?>> Gli domando bevendo un sorso di whisky.

Nega con la testa.

Rimaniamo in silenzio per un pò.

<<Sai, non avevo idea di cosa fossi in grado di fare fino a stasera...>> Proclama con tono basso guardando un punto indefinito davanti a sé.

<<Che intendi?>> Chiedo continuando a prestare attenzione al computer.

<<Tuo fratello mi ha sempre detto che fossi un osso duro, spietata, ma non pensavo arrivasti ad uccidere a sangue freddo in quel modo, e nei tuoi occhi...non c'era senso di colpa, non c'era niente di niente.>>

Si volta verso di me per sondarmi, ma il mio sguardo non vacilla davanti al suo.

<<Allora?>> Interrogo aspettando che arrivi al punto.

Full Of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora