Capitolo 39

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⚠️⚠️⚠️ Questo capitolo contiene esclusivamente contenuti espliciti, se siete sensibili o non volete leggere questa parte potete tranquillamente passare al capitolo successivo, non perderete parti della storia ⚠️⚠️⚠️

(Se leggete il capitolo con la musica è ancora meglio😏)

"Non esiste difesa contro il senso naturale dell'attrazione."
-Algernon Swinburne

Le sue labbra sono sulle mie, mi prende in braccio e mi fa sedere sul cofano di una macchina.

Mi stringe i glutei mentre mi preme contro di lui e ansima nella mia bocca.

Le nostre lingue vorticano tra di loro, le mie mani sono tra i suoi capelli, i nostri respiri sono affannati.

Il vestito si sta alzando, ma non me ne importa.

Mi toglie la giacca e la lancia da qualche parte, per poi prendermi in un pugno il davanti del vestito ed abbassarlo di scatto.

I miei seni entrano in contatto con l'aria fredda, dato che non ho messo il reggiseno.

<<Vuoi farmi morire stasera>> sussurra con voce roca prima di fiondarsi con la bocca su di essi, succhiare e palpare prima uno e poi l'altro.

Getto la testa all'indietro e ansimo, sbottono i suoi pantaloni e gli prendo l'erezione in mano iniziando a masturbarla.

Le sue mani mi alzano il vestito e spostano brutalmente le mutande, che se non si sono strappate è un miracolo.

<<Non te lo avevo chiesto l'altra volta, prendi la pillola?>>

Annuisco.

Fa scorrere due dita sulla mia fessura ripetutamente ma senza andare al sodo per poi toglierle.

Per ripicca lo stringo nella mia mano, e lui grugnisce.

Mi prende per il collo <<Sei una stronza.>>

Mi bacia voracemente e si libera dalla mia presa, per poi entrare dentro di me senza delicatezza.

Le sue spinte sono forti e veloci, le mie gambe gli avvolgono la vita, le mie unghie gli graffiano la schiena sotto la maglietta, mentre le sue mani mi tengono e stringono il sedere per arrivare più in profondità.

Cerco di contenermi ma senza risultato e gemo ripetutamente.

Mentre entra ed esce aumentando sempre di più l'intensità delle spinte mi tiene incatenata al suo sguardo, i suoi occhi verdi penetranti non la smettono di divorarmi e per un secondo, uno soltanto, penso che potrei perdermi in questi occhi.

Distolgo lo sguardo pentendomi dei miei pensieri, quello sguardo è troppo intimo, non va bene.

Non voglio guardarlo.

Mi aggrappo ulteriormente alle sue spalle e lo mordo lungo il collo, per capire qual'è il suo punto erogeno.

Sento che rabbrividisce quando arrivo vicino l'orecchio, così insisto in quel punto muovendo il bacino contro di lui per andare incontro alle sue spinte.

Un ansimo roco mi arriva nell'orecchio facendomi rabbrividire.

Mi prende per la nuca e mi bacia.

Dopo non so quando esce e mi fa sdraiare con la schiena sul cofano della macchina, mi prende le gambe poggiandole sulle sue spalle.

Entra con una stoccata decisa che mi fa urlare così come con le spinte successive, che colpiscono alla perfezione il mio punto g.

Allo stremo delle forze vengo esausta, susseguita da lui che crolla su di me.

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