Capitolo 16

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"Il dolore dell'anima è più grande che la sofferenza del corpo."

Mi volto di scatto quando sento una mano sulla mia spalla.

Parli del diavolo...

Ero talmente presa dai miei pensieri che non ho neanche sentito arrivare mio fratello, mi guarda senza dire nulla.

Stavolta non vedo compassione nei suoi occhi.

Punta lo sguardo dietro di me.
Fissa il quadro con occhi vuoti senza emettere un suono.
Torno lentamente accanto a lui.

<<Se per te va bene vorrei appenderlo in salone.>> Sussurro dopo lunghi attimi di silenzio.

Lui annuisce impercettibilmente.

<<Usciamo adesso.>> Lo prendo per mano, anche se non ricambia del tutto la stretta e lo porto fuori di lì.

Una volta in corridoio faccio per lasciare la sua mano ma me la stringe e mi attira a lui.

Mi lascio abbracciare senza osare ribbattere.

Nonostante mi faccia stare male abbracciarlo in questo momento, nonostante la mia pelle brucia al suo contatto, rimango ferma in silenzio.

Riluttante lo abbraccio a mia volta, nonostante mi sembra di essere trafitta in tutto il corpo da pungiglioni.

Questo contatto, in questo momento, è troppo anche per me.

Rischio di fare crollare le mie barriere e scoppiare a piangere come una bambina.

Ma devo resistere, devo essere forte.
Forte per entrambi.
Lui in questo momento ha bisogno di me ed io, devo fargli da supporto in tutto il modo possibile.

Finalmente Alex si stacca ponendo fine a questa tortura, tenta di fare un sorriso per poi allontanarsi e chiudersi nella sua stanza.

Vorrei poter fare qualcosa di più per lui, ma non posso aiutarlo se non riesco neanche a farlo con me stessa...

Torno in camera e mi faccio inviare da Lauren i sospettati che ho scovato in ufficio l'altro giorno.

Inizio a fare delle ricerche al computer ma prima che possa trovare qualcosa, mio fratello irrompe nella stanza.

<<Vestiti, tra mezz'ora c'è una riunione straordinaria alla base.>>

Adesso sembra un'altra persona, è tornato come sempre.

<<Riguardo cosa?>>

<<Devi vederlo tu stessa.>> Risponde per poi uscire.

Tempo di arrivare che la riunione è appena iniziata.

Ho anche casualmente dimenticato le stampelle, per cui sembro zoppa. Ma non me ne può fregare di meno.

Ovviamente mio fratello non mi ha aspettato per andare.

Se è una riunione straordinaria starà programmando tutto al momento.

Entro nella sala riunioni e trovo mio fratello in piedi al centro del tavolo, che parla con diverse persone.

Ci sono dei fogli sul tavolo, che si passano a vicenda analizzando delle informazioni, oltre a quelle proiettate sui monitor a comparsa.

Dylan e Travis sono accanto a lui.

Quando si accorgono della mia presenza, Alex dice qualcosa a Dylan, che annuisce e viene verso di me con il solito sguardo inespressivo.

Mi prende per un braccio e fa per trascinarmi fuori, ma oppongo resistenza.

<<Come cazzo ti permetti? Che stai facendo?>> Domando con la mia solita gentilezza.

<<Devo informarti e farti vedere una cosa, ordini di tuo fratello.>>

<<Questo non ti autorizza a fare quello che hai fatto. Lasciami!>> Inveisco contro di lui.

<<Non fare la bambina e vieni.>> Mi intima duro.

<<E la riunione?>>

<<Ragazzina io non faccio domande, obbedisco.>>
Afferma sprezzante per poi trascinarmi fuori.

Che sia chiaro, mi sto facendo volontariamente trascinare, perché potrei tramortirlo in pochi secondi.

<<Allora forza informarmi.>> Dico strattonando il braccio, non ho bisogno del guinzaglio.

Casomai dovrei metterlo io a lui, sembra che non ha capito che sono anche io un suo superiore.

<<I sospettati che abbiamo preso grazie al tuo piano la sera della gara, sono morti.>> Mi fermo sui miei passi.

<<Come?>>

<<Adesso te lo mostro.>> Fa per riprendere a camminare ma si ferma.
<<Dove sono le tue stampelle?>>

<<A casa.>> rispondo con nonchalance.

Sospira e mi riprende per il braccio trascinandomi.

Se non la finisce mi incazzo.

<<Ti spezzo un braccio se non mi lasci.>>

Si ferma sui suoi passi e si volta verso di me sbattendomi al muro.
<<Sto solo cercando di aiutarti.>>

Fa per bloccarmi le vie d'uscita con le sue braccia ma con uno scatto ribalto le posizioni.

<<Non sei così forte come dice mio frat->>

Non faccio in tempo a finire la frase che mi ha ribaltato di nuovo, schiacciando il suo corpo con il mio.

Cerco un modo per liberarmi, provando a non farmi distrarre dal suo corpo attaccato al mio, dai nostri respiri che si mescolano, dal suo profumo e dalla strana ma forte attrazione che sento nei suoi confronti.

<<Levati adesso se ci tieni alle tue palle.>> Affermo seria provocandogli un sorrisetto divertito.

Il primo che vedo sul suo viso.

<<Mi divertirò molto con te ragazzina...>> Sussurra per poi scostarsi e riprendere a camminare.

<<Sarò io a divertirmi con te caro Dylan.>> Sussurro a me stessa uccidendolo con lo sguardo mentre lo raggiungo.

>> Sussurro a me stessa uccidendolo con lo sguardo mentre lo raggiungo

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Spazio autrice

Vi piace questo aspetto protettivo di Sayah? Se si godetevelo perché non verrà fuori spesso.

Purtroppo non tutti i piani vanno a buon fine... Questo fa solo aumentare la rabbia della protagonista.

Come sempre fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo con un commento o una stellina 🥰

Full Of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora