Capitolo 58

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"Il destino ti aspetta sulla strada che hai scelto per evitarlo."

Imposto sul navigatore la strada per raggiungere il ristorante.

Sono le 12:34, arriverò con un po' di anticipo.

Accendo lo stereo e con la musica a tutto volume parto.

Pov Victor

Sono fuori dal ristorante in attesa che arrivi la mia furia.
Che sarà sicuramente furiosa dopo ieri.

Aspiro il fumo dalla sigaretta.

Un sorrisetto spunta sul mio viso, già me la immagino con la sua camminata sicura, pronta ad affrontarmi e dirmene quattro, con il volto inespressivo, tranne gli occhi, furiosi.

L'incontro di ieri è stato inevitabile.
I due sospettano.

Ho dovuto fingere che sto portando Sayah dalla mia parte per secondi fini, quando in realtà sono io che sto andando dalla sua parte contro di loro.

Sto rischiando tutto per lei.

All'incirca tra due settimane arrivano i Riders e gli alleati di Andreas da varie parti dell'America, ho anche chiamato qualche amico che ho in Spagna, mentre per quanto riguarda l'Italia devo presenziare io lì per concludere le trattative.

Con l'occasione andrò anche a trovare mia madre.
Sono settimane che me lo chiede.

Sento un rombo familiare e poco dopo spunta la Lamborghini fiammeggiante di Sayah Morrison.

Percepisco le guardie ai miei lati irrigidirsi.

Un ghigno spunta sul mio viso.

Fate bene ad esserne preoccupati.

Con tutta la classe che una donna come lei possiede, apre lo sportello e scende dalla macchina con eleganza, la guardo ammaliato come sempre.

Fissa i suoi occhi nei miei mentre chiude lo sportello e ci raggiunge.

Ancora meglio di come mi aspettavo viene verso di me, senza lasciare il mio sguardo, finché non me la ritrovo ad un metro.

Aspiro l'ultimo tiro e spengo la sigaretta sotto la scarpa.

Abbasso lo sguardo per la differenza di altezza.

Si mette braccia conserte e lancia un'occhiata per volta ai miei uomini prima di avvicinarsi.

Arriva ad un soffio da me, il suo petto sfiora la parte alta del mio addome.

Forse mi immagino cosa sta per fare.

Mi arriva una ginocchiata sull'interno coscia, vicino al mio cazzo, che mi fa indietreggiare.

I miei uomini fanno per scattare ma alzo una mano per fermarli.

<<Fermi.>> Loro esitano.

<<Non osate sfiorarla.>> Affermo con voce strozzata mentre cerco di riprendermi.

È proprio una stronza.
Ma nessuno a parte me deve toccarla.

<<Cosa cazzo stavi facendo?!>> Sibila a denti stretti.

Sembra una tigre pronta a sbranarmi.
Mi piace.

<<Vuoi continuare a colpirmi o mi lasci spiegare?>>

<<Hai cinque minuti.>>

Non riesco a rimanere serio davanti la sua faccia impassibile.

<<Finiscila di fare la dura furia, con me non attacca.>> Le dico con un sorriso dirigendomi verso l'entrata del locale.

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