Capitolo 40

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"Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d'ora in poi non potrò più crederti."
-Friedrich Nietzsche

Questa mattina mi sveglio presto, mi alleno e mi dirigo alla base, contenta che la gamba si sta riprendendo.

Sto per raggiungere il mio ufficio, quando sento delle voci dalla stanza delle riunioni.

Apro le porte, notando mio fratello dare ordini a ogni singola persona presente nella stanza, con serietà e ordine.

Scorgo Dylan parlare con qualcuno, alza la testa e incrocia il mio sguardo.

I suoi occhi si scuriscono subito, i ricordi di ieri sera gli inondano la mente come stanno facendo a me.

Appena Alex mi nota mi viene incontro.

<<Tra due giorni attaccheremo i messicani, abbiamo rimandato anche troppo.>>

Annuisco e avanzo verso il tavolo <<qual'è il piano?>>

<<Vieni te lo mostro>> mi mette una mano dietro la schiena guidandomi dall'altra parte del tavolo.

Il suo sguardo indugia nel mio per qualche secondo di troppo che mi fa irrigidire, ma fortunatamente lo distoglie prima che possa innervosirmi.

Mi illustra nello specifico le modifiche che ha apportato e non posso che trovare il suo piano geniale.

Quello che Alex non sa però è che attaccando Abel, attaccheremo anche Fernando... devo trovare un modo per non fargli intralciare i nostri piani.

<<Non mi hai detto niente sull'incontro con Ortega.>> mi fa notare curioso.

Ci rifletto un secondo prima di parlare.

<<Ha fatto lo stronzo come al solito, ma non ha neanche alzato un dito contro di me. Abbiamo stretto un accordo provvisoriamente sul non dare il via alla guerra finché non c'è l'approvazione da parte di entrambi. Solo questo.>> gli dico.

Lui annuisce pensieroso.

<<Poi mi racconterai nel dettaglio, ora ho delle faccende da sbrigare.>> mi informa prima di dileguarsi.

Io invece faccio una pausa ed esco fuori a fumare per prendere un po' d'aria.

Mi siedo su una delle panchine nel giardino privato della nostra base e non faccio in tempo ad accendere una sigaretta, che mi squilla il telefono.

Lo estraggo dalla tasca del giacchetto jeans e rispondo subito appena noto il numero.

<<Cosa vuoi?>> Chiedo con tono brusco prima che possa dire una parola.

<<Già arrabbiata di prima mattina furia? E io che volevo farti una sorpresa.>>

Istintivamente rabbrividisco al suono della sua voce virile.

<<Cosa hai detto a tuo fratello sul nostro incontro?>> mi chiede.

Sospiro infastidita. <<quello su cui avevamo concordato.>> rispondo solamente.

<<Bene.>>

<<Allora? Qual'è questa sorpresa?>> Domando adesso io. Scontrosa, come sempre.

<<Alle 20:00 ti passo a prendere, metti un vestito elegante.>>

Attacca senza darmi il tempo di mandarlo al diavolo.

Come si permette!

Mi alzo di scatto.

<<Brutto stronzo>> sbraito accendendo la sigaretta.

Full Of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora