Capitolo 66

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"Il dolore è il prezzo che si paga per l'amore."

<<Sayah, sveglia>> sento una mano sfiorarmi il braccio.

<<Furia stiamo per atterrare.>> continua la voce dell'uomo accanto a me.

Sono ancora intorpidita, ma cosciente.

Sbatto le palpebre qualche volta prima di abituarmi al chiarore della stanza.

Victor si alza dal letto e mi da le spalle andando verso la porta.

Mi stiracchio alzando le braccia sopra la testa per poi fare lo stesso.

Prima di aprirla mi scruta <<ti senti un po' meglio?>>

Non molto, sono ancora indolenzita, ma non abbastanza da fermarmi <<si>> rispondo avvicinandomi.

Annuisce e apre la porta per andarsi a sedere su una delle poltrone.

Faccio lo stesso nel posto di fronte a lui.

Non parliamo granché nei minuti successivi.

Finalmente dopo mezz'ora tra l'atterraggio e e lo sbarco raggiungiamo l'Uber privato di Victor.

Non ho ancora acceso il telefono. Voglio prendermi qualche minuto.

Victor invece messaggia con qualcuno.

Entriamo sedendoci sui sedili passeggeri, una volta partiti Victor dice la destinazione all'autista e mi avvisa <<Tra venti minuti saremo alla mia villa.>>

Annuisco portando lo sguardo al finestrino per guardare fuori.

Qui ci sono tantissime aree verdi con campi, frutteti e tante altre piantagioni.

Case e ville sono sparse per questi territori bellissimi con caratteristiche molto diverse dalle nostre.

Non posso che non trovarlo magico.

Victor, per il resto del viaggio è perso nei meandri della sua mente, così mi concentro sul paesaggio.

Intravedo in lontananza una zona più industriale ma ci passiamo vicino di sfuggita, per raggiungere altre valli non molto distanti da essa.

Arriviamo finalmente ad un sentiero in brecciolino circondato da quelli che credo essere ulivi.

Intravedo da lontano una villa enorme, nettamente più grande di quella che ha in America. E decisamente molto più bella.

L'Uber accosta di fronte il grande cancello nero.

La casa è circondata da una grande muraglia in pietra dai toni chiari, che non si scorge fin dove si espande.

<<Vieni andiamo>> Victor apre lo sportello ed esce.

Faccio lo stesso e lo seguo.

Si avvicina al citofono e suona.

Nel frattempo mi volto per osservare i dintorni.

La macchina con i bodyguard che ci stava seguendo non c'è più.

<<Dove sono i tuoi uomini?>> Gli domando arrivando accanto a lui.

Si volta verso di me <<per stasera ci lasceranno un po' di privacy.>>

Il cancello si apre e mi fa segno di seguirlo.

Sento un senso di agitazione crescere.

Sarà la prima volta che rimarremo soli. Completamente soli...

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