14° capitolo

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Guardavo fuori dal finestrino impaziente di arrivare a Forte dei Marmi, dove avrei poi visto Lorenzo, finalmente, dopo due settimane di lontananza l'uno dall'altra.

I miei genitori erano un po' a disagio all'idea di dover restare due giorni in una villa come quella di famiglia Chiesa... mia madre soprattutto. 

Ero sempre stata molto diversa da lei... aveva sempre preferito la comodità, una vita in cui passi inosservato e non devi per forza metterti in tiro. Io invece avevo sempre sognato una vita in tacchi alti e abiti firmati, abitando in un attico di City Life a Milano... come avremmo potuto essere più diverse?

Mio padre invece si adattava un po' a tutto, era abituato a girare il mondo per lavoro, vivendo in qualsiasi condizione. Somigliavo molto di più a lui, avevo preso dal suo ramo della famiglia la passione per lo sport, per il viaggio e per le grandi città.

Continuavo a fissare lo schermo del navigatore, sperando che la durata del tragitto calasse improvvisamente di qualche ora. Ma perché Lorenzo viveva così lontano?

Quelle che mi attendevano erano due intere settimane in compagnia di Lorenzo. Il piano prevedeva una settimana a Forte dei Marmi ed una a Firenze. I nostri rispettivi genitori ci avrebbero sempre seguiti, però facendosi i cavoli loro e girando per la Toscana autonomamente.

Nelle quattro ore di viaggio pensai anche che in tutto questo i miei nonni non sapevano nemmeno dell'esistenza di Lorenzo... pensavano che di punto in bianco avessimo deciso di passare due settimane nel centro Italia.

Mi appuntai mentalmente di dirglielo, non appena fossi stata di ritorno a Conegliano.

Attendendo che il tempo passasse, controllai il salva schermo del mio cellulare per controllare se ci fossero messaggi.

Vidi che Lorenzo mi aveva scritto:

"Tra quanto arrivi? Non vedo l'ora di vederti"

"tra due ore😫😫"

"Ma perchè la toscana e il veneto sono così lontani tra loro?"

"me lo sono sempre chiesta anch'io"

"insieme li avvicineremo"

"ovviamente"

sorrisi, pensando a quanto fossi fortunata. Afferrai la collana che Lorenzo mi aveva regalato ormai due settimane prima. Accarezzai la L che vi era appesa. 

In qualche modo il tempo passò ed iniziammo a scorgere in lontananza il mare, di un azzurro meraviglioso.

Quanto sentii la voce del navigatore declamare "hai raggiunto la destinazione", per poco non mi catapultai fuori dalla macchina prima ancora che mio padre frenasse.

Spalancai la portiera e mi ritrovai di fronte Lorenzo, più bello che mai nella sua maglia Versace e i suoi pantaloncini corti Adidas. Mi gettai su di lui.

"Sei diventata ancora più bella in due settimane"

"E tu ancora più figo", gli sussurrai all'orecchio.

Dal cancello spuntò Federico. "Ah ma allora sei arrivata!"

"Ciao Fedee!", urlai, correndo ad abbracciarlo. Incredibile come avessimo fatto amicizia in appena un mese e mezzo di frequentazione.

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Quella sera mi vestii molto elegante visto che il programma prevedeva una cena in un ristorante ultra costoso.

Io e Lorenzo restammo soli tutta la serata. Cenammo insieme ridendo e scherzando come nostro solito. Mi soffermai più volte a fissare quei suoi meravigliosi occhi. Non mi sarei mai stancata di guardarli, nemmeno dopo centinaia d'anni.

Quando uscimmo dal ristorante, camminammo lungo la spiaggia per ore, lasciandoci cullare dall'aria del mare, dal rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia. Ci fermammo improvvisamente, fissando un punto preciso della spiaggia, ricordando ciò che era successo in quell'esatta posizione, oramai un mese e mezzo prima.

"Lo sai vero che ci sono in nostri genitori", dissi a Lorenzo, cogliendo il significato del sguardo.

"Non ci vedranno, a quest'ora staranno ancora mangiando, e parlando di qualsiasi cosa..."

Restai in silenzio, pensando a cosa fare.

Lorenzo mi prese dolcemente un braccio e mi stese sulla sabbia.

"Ti amo", mi sussurrò all'orecchio.

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora