45° capitolo

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Chiusi l'ultima valigia e salii in macchina, dove Lorenzo mi stava aspettando già da una mezz'oretta.

"Ma possibile che ci devi mettere sempre così tanto?", mi chiese per prendermi in giro.

"Se hai problemi c'è il divorzio", riposi ridendo.

Rise anche lui.

Un paio d'ore dopo eravamo su un aereo, pronti per il nostro viaggio di nozze: l'avremmo trascorso alle Hawaii. Quale posto migliore?

Durante tutte le venti ore di viaggio ascoltai musica, lessi, guardai film.

Possibile che i viaggi potessero essere così lunghi?

Ad un certo punto Lorenzo mi tolse una airpod. Lo guardai male, ma poi notai la sua espressione dolce.

"Che c'è amore?"

"C'è che non abbiamo più parlato di...", e posò una mano sulla mia pancia.

Sorrisi. "Non c'è molto da dire: tra nove mesi saremo genitori"

"Mi sento vecchio così", rispose ridendo.

"Sei tu che hai programmato la nascita dei nostri figli al dettaglio", gli dissi, ridendo a mia volta.

"Quando scopriremo se è maschio o femmina?", mi chiese poi Lorenzo.

"Tra quattro mesi circa"

"Manca una vita"

"Meglio così, voglio stare ancora un po' senza pancione"

"sarai bellissima"

gli sorrisi, scettica, poi mi rimisi l'airpod nell'orecchio e procedetti nell'ascolto della mia playlist.

Una decina di ore dopo giungemmo finalmente ad Honolulu. Non l'avevo mai vista dal vivo.

Era enorme, piena di grattacieli che sembravano sul serio toccare il cielo. 

Era mattina: il fuso orario era notevole. Ci avrei messo una vita ad abituarmi.

Ci dirigemmo subito verso l'hotel, in taxi. Mi ritrovai di fronte ad un enorme palazzo, ultramoderno. Eravamo all'"Halekulani Hotel", un meraviglioso edificio con vista sul mare.

La nostra camera si trovava all'ultimo piano: era un attico. Notai divertita che in terrazza c'era una piscina idromassaggio.

Non ero mai stata in un hotel tanto lussuoso. Era meraviglioso.

Trascorremmo l'intera giornata in spiaggia. Provammo addirittura a fare surf. Capii ben presto di non essere portata nemmeno per questo sport.

Quella sera in piscina ci attendeva un aperitivo, e poi una cena a lume di candela.

Verso le ventuno uscimmo dall'hotel, per camminare lungo la spiaggia.

Era meraviglioso lasciarsi cullare dal caldo vento estivo delle isole Hawaii, mentre la spiaggia era deserta, mentre tutto intorno a noi sembrava essersi fermato, tutto sembrava fare un inchino al nostro passaggio, di fronte alla nuova vita che stava crescendo in me.

Ancora non mi capacitavo all'idea che di lì a nove mesi sarei diventata mamma, che avrei stretto tra le mie braccia un meraviglioso bebè.

Cosa avrei dovuto fare? sarei stata in grado di far crescere quell'esserino minuscolo?

Scossi la testa per cancellare queste preoccupazioni. Mancava tempo. Dovevo godermi quell'istante.

Io e Lorenzo ci stendemmo sulla spiaggia. Come anni prima, quando l'avevamo fatto sulla sabbia di Forte dei Marmi. Come allora fu meraviglioso, dolcissimo.

A differenza di allora però, avevo la consapevolezza che quel ragazzo accanto a me era effettivamente l'altra metà di me, colui che non mi avrebbe mai lasciata, nonostante mille difficoltà si fossero poste di fronte alla nostra felicità.

Noi eravamo ancora lì, sempre più forti, sempre insieme.


Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora