23° Capitolo

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Avete presente quei periodi in cui tutto sembra perfetto, in cui vivete la vita al massimo senza delusioni?
Ecco, questo era uno di quelli.
Erano trascorsi ormai due anni e qualche mese da quel famoso litigio con Lorenzo.
Erano stati probabilmente i due anni migliori della mia vita: la scuola andava a gonfie vele e la mia storia con Lorenzo non sarebbe potuta andare meglio.

Mi svegliai alla mattina. "miracolo, non devo andare a scuola", pensai.
Mi trovavo infatti durante le vacanze di pasqua. Non certo una delle mie festività preferite ma comunque un'occasione in più per dormire o per andare a Firenze a trovare il mio ragazzo.

Dopo aver fatto colazione ed aver chiacchierato un po' con Lorenzo via WhatsApp, decisi di fare una passeggiata, ascoltando un po' di musica e immergendomi nella natura intorno a Conegliano. Vivere in un buco di paese ogni tanto ha i suoi vantaggi.

Mentre camminavo sentii il suono di una notifica provenire dal mio telefono.
Convinta di trovare un qualche messaggio del mio ragazzo cliccai il tasto laterale del mio IPhone per guardare il centro notifiche e lessi :"il tuo ciclo è in ritardo di due settimane".

Mi bloccai. Mi era accaduto altre volte, ma non me ne ero mai preoccupata, perché non stavo ancora con Lorenzo.
Restai immobile, lasciando che la musica proveniente dalle mie cuffiette mi risuonasse nella testa.
Perché non poteva proseguire tutto liscio come in quei due anni?

Mi sedetti su una panchina e iniziai a ragionare. Avrei dovuto acquistare un test di gravidanza, certo. E se fossi stata incinta? Come l'avrebbe presa Lorenzo? Ma, soprattutto, come l'avrei presa io?
Un bambino in quel momento significava rovinare tutti i miei piani, dal primo all'ultimo, tutti quei progetti che vorticavano nella mia mente da quando avevo 14 anni. Cosa avrebbe detto la me del passato se mi avesse trovata in una situazione del genere?
Io un bambino lo volevo prima o poi, ma non in quel momento, non prima della maturità, dell'università e di tutti i miei sogni a proposito dell'andare a vivere a Milano.

Mi alzai, e percepii le mie gambe cedere leggermente.

Mi diressi verso il centro della cittadina, nella farmacia più vicina e acquistai quel benedetto test.

Nella mia testa improvvisamente si palesò un nuovo, atroce dubbio. Farlo prima o dopo averlo detto a Lorenzo?

Mi girai e rigirai tra le mani quella scatola, il cui contenuto avrebbe sancito definitivamente la rovina o la salvezza dei miei sogni.

Decisi che prima di farlo avrei parlato con Lorenzo. Aveva diritto di sapere. Ci conoscevamo da tre anni. Mi conosceva meglio di chiunque altro al mondo.

Gli telefonai ma non rispose. Gli scrissi: "richiamami è urgente".
Attesi ma nulla. Dove cacchio era sparito quel ragazzo??

Proprio quando ormai tutte le mie speranze erano finite verso il centro della terra o giù di lì, sentii nell'aria le note di "symphony", di Zara Larsson, suoneria che mi portavo dietro dalla prima media.

"pronto?"
"amore cosa c'è, mi fai preoccupare"
"credimi in questo momento difficilmente qualcuno potrebbe essere più preoccupato di me"
"cos'è successo?"
"domani riesci a venire qui? È una cosa molto importante e preferirei dirtela di persona"
"si vengo subito ma..."
"ti dico tutto domani"
"ok, devo preoccuparmi?
" ti amo"
"ti amo anch'io ma..."
Prima che Lorenzo potesse replicare chiusi la telefonata.

Per tutti il resto della giornata non feci altro che fissare quella maledetta scatola, senza aprirla. Avrei atteso Lorenzo, nonostante questo volesse dire farmi morire dall'ansia.

Quella notte non chiusi occhio. Non dissi nulla ai miei genitori, per cui fui costretta a inventarmi qualsiasi tipo di scusa per giustificare il fatto che Lorenzo avesse deciso di venirmi a trovare da un momento all'altro.

Non appena arrivò lo trascinai fino alla stessa panchina sulla quale mi ero seduta il giorno prima per riflettere sul da farsi.

"amore puoi dirmi cosa c'è per favore??"
"te lo dirò subito ma..."
"ma?"
"qualsiasi cosa accada vorrei dirti che ti amo"
"anch'io". Mi disse accarezzandomi il volto.
"forse, e ripeto forse, sono incinta"

Lo vidi deglutire, notai i suoi muscoli bloccarsi improvvisamente e percepii il suo respiro farsi affannoso.

"hai fatto il..."
"test? Non ancora, mi sembrava giusto avvertirti".
"hai fatto bene"

Aspettavo una qualsiasi reazione da lui. Volevo che mi dicesse cosa gli stava passando per la mente in quel momento.

"nel caso in cui tu fossi incinta...", iniziò.
Non dissi una parola, attendendo il resto della frase.
"se per caso tu fossi incinta ti aiuterò in tutti i modi possibili. Ci sarò sempre per te, qualunque cosa accada"

Lo guardai negli occhi, e vi lessi la paura, ma anche la convinzione di potercela fare nonostante la nascita di un neonato potesse sembrare uno scoglio insuperabile.

Tornammo a casa. Era giunto il momento fatidico: avrei fatto il test.

Mi chiusi in bagno. Rimisi il test nella scatola prima di vederne il risultato. Non ne avevo il coraggio.

Lo porsi a Lorenzo, che, con mani tremanti, lo estrasse nuovamente. Chiuse gli occhi prima di guardarlo.

Dopo aver preso un bel respiro li riaprì ed esclamò: "E' NEGATIVO!"

Trassi un sospiro di sollievo.


Quella sera io e Lorenzo camminammo verso il castello di Conegliano, lasciandoci trascinare dalla brezza primaverile.

"Scusa per averti fatto prendere questo spavento, avrei dovuto fare il test prima di dirtelo", gli dissi.

"Hai fatto benissimo invece. Sono felice che tu me l'abbia detto", mi rispose, guardandomi negli occhi e sorridendomi come solo lui sapeva fare.

"T/n?", mi chiese Lorenzo dopo qualche istante.

"dimmi"

"se fossi stata incinta... l'avresti tenuto?"

Ci pensai un istante. Cosa avrei fatto effettivamente?

"Sì, l'avrei tenuto"

Lorenzo sorrise.

Dopo qualche minuto di silenzio decisi di riprendere il discorso.

"Tu invece come l'avresti presa sapendo di diventare sul serio papà?"

"Sarei stato spaventato inizialmente... poi però ne sarei stato felice... in fondo ho sempre voluto un piccolo Chiesa che scorrazza per i campi da calcio con un pallone ai piedi"

Risi. "E se fosse stata una femmina invece?"

"Voleva dire che avremmo avuto una piccola T/n T/c con il naso sempre tra i libri"

Ci baciammo mentre il sole tramontava su Conegliano. Era un tramonto meraviglioso.

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora