49° capitolo

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Tenevo la mia creatura stretta in braccio, in modo da poterne sentire il profumo, la morbida pelle strofinare delicatamente sulla mia.

"Ciao Mattia", gli dissi a bassa voce, stringendo le sue piccole manine e portandole verso la mia bocca per coprirle di baci.

Ormai il dolore del parto era un lontanissimo ricordo, tranquillamente offuscato dalla presenza di quel meraviglioso bambino.

Mi sembrava che tutto il mondo fosse migliore, persino i colori mi sembravano più accesi, le persone più gentili, i pericoli lontani.

Sentivo che finché io, Lorenzo e Mattia fossimo stati insieme, non sarebbe potuto accaderci nulla. Perchè noi eravamo più forti di qualunque cosa.

Mentre osservavo sognante mio figlio, entrò nella mia stanza Federico.

"Buongiorno sorellina. Come stai?"

Gli sorrisi, quasi come fosse un'entità aliena dopo aver fissato un neonato per ore. "Ciao Fede, benissimo..."

Federico si avvicinò al bambino. "Posso prenderlo in braccio?"

Sorrisi. "Fai pure"

Mi venne un'incredibile tenerezza vedendo quel fantastico uomo che sempre mi era stato vicino, stringere tra le braccia mio figlio.


Nei giorni che seguirono mi sembrò di vivere un sogno: in breve tempo fecero tutti gli esami necessari a Mattia e constatarono che era un bambino perfettamente sano.

Fu quindi la volta di tornare a casa, e di affrontare la vera vita insieme al mio bambino.

Dal momento in cui fossi uscita definitivamente dell'ospedale, io e Lorenzo avremmo dovuto occuparci di Mattia, nel vero senso della parola.

Avremmo dovuto dargli da mangiare, addormentarlo e capire il motivo dei suoi strilli infernali.

All'uscita dall'ospedale Lorenzo era lì che mi aspettava, pronto ad accompagnarci a casa.

Nel frattempo, durante gli ultimi mesi della mia gravidanza, avevamo anche cambiato auto, propendendo per l'acquisto di un modello più compatibile con una coppia con un figlio. Ad attendermi quindi non c'era la mia amatissima Ferrari rosso fiammante, ma c'era un enorme SUV Lamborghini.

Salimmo in macchina. Essendo la prima volta le infermiere ci aiutarono a posizionare nostro figlio nel modo migliore.

Fu così che lasciammo definitivamente l'ospedale, gettandoci nella vera vita.

Quando spalancai la porta del nostro appartamento mi sembrò fosse trascorsa una vita dall'ultima volta che l'avevo fatto.

In effetti la mia vita era cambiata incredibilmente dall'ultima volta in cui avevo attraversato quella soglia: allora avevo ancora un enorme pancione... ora invece ero una mamma.


Trovarsi per la prima volta a fronteggiare l'arrivo di una nuova vita in casa Chiesa, fu più difficile del previsto: Mattia non faceva altro che piangere, e farlo smettere era veramente un'impresa.

Provai i qualsiasi modo: lo cullai, lo accarezzai, gli cantai delle ninne nanne, ma nulla da fare.

Ed era solo il primo giorno. Quanto sarebbe durata ancora questa situazione?

In qualche modo io e Lorenzo riuscimmo ad addormentare Mattia, che trascorse un paio d'ore a dormire come un angioletto.

Ne approfittammo per cenare, anche se eravamo talmente stanchi che alle dieci di sera eravamo già stesi a letto.

"Lori?", gli chiesi ad un certo punto.

"Dimmi"

"Ma sarà sempre così?"

Rise: "per qualche mese, temo di sì"

Gettai la testa sotto il cuscino, come se questo potesse far crescere il nostro bambino e permetterci di saltare altre giornate così.

Mi addormentai.

Qualche ora dopo mi risvegliai, e mi sollevai dal letto per vedere come stesse il bambino.

Vidi Lorenzo seduto accanto alla sua culla, a contemplarlo.

"Che fai?", gli chiesi, sorridendo.

"Osservo quant'è bella questa creatura"

Mi sedetti sulle sue ginocchia e gli accarezzai i capelli. "E' tutto suo padre"

"Eppure è castano come te"

Lo baciai. Non me ne fregava niente se per mesi avremmo trascorso notti intere completamente in bianco con in sottofondo il pianto di Mattia: quella lì era la vita che avevo sempre desiderato, ed ora  era lì.

Non era più un sogno, era reale, era la mia vita... la nostra vita.

Because 

"I'd walk a million miles, just to see you smile, 'till the day I die"

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora