33° capitolo

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Mi svegliai di buon'ora. Lo facevo sempre quell'estate nonostante non avessi impegni particolari. Ero nel pieno delle energie e mi sentivo carica per fare qualsiasi cosa. Il mio libro ormai era stato mandato alle stampe grazie all'aiuto di Federico.

Era passata appena una settimana dalla mia laurea, ma mi sembrava ne fossero trascorse centinaia. 

Avevo un sacco di buoni propositi per quei tre mesi: costante ginnastica per mantenermi in forma, inizio della scrittura di un nuovo libro,. Decisi anche di tentare la strada del giornalismo visto il  mio amore per tutto ciò che riguardava lo scrivere.

Lorenzo invece dal canto suo aveva deciso di sfruttare quelle brevissime settimane di pausa dal calcio per riposarsi il più possibile, dormendo una cosa come dodici ore a notte.

Era incredibile ma iniziai anche a "guardarmi in giro", notando che internet era pieno zeppo di articoli che parlavano della relazione tra me e Lorenzo. Possibile che non me ne fossi mai accorta? La cosa più divertente era che tutti credevano di sapere tutto di me, di noi.

Quando Lorenzo si svegliò dal suo letargo, mi ritrovò in salotto, rannicchiata in un angolo del divano con il mio computer in grembo, intenta a scrivere.

Mio baciò sulla fronte.

"Secchiona non ce la fai proprio a non studiare?", mi prese in giro.

"Non sto studiandoo"

"E' l'estate dopo la laurea e tu la passi cercando di trovarti una nuova occupazione..."

"Lo sai che non so stare ferma un secondo"

"Sì, questo l'avevo notato.

E detto questo andò a farsi una doccia, ritornando dal bagno a petto nudo, con le gocce d'acqua ancora ben evidenti sul torace e sulla schiena.

Quando lo vidi sorrisi. "Ma tu lo fai apposta"

Lorenzo mi ricambiò il sorriso e si gettò su di me.


Quel pomeriggio andammo insieme a fare shopping. Non lo facevamo spesso, ma era divertente. La cosa più buffa era il vedere la gente che si girava al nostro passaggio, mentre noi camminavamo tranquillamente.

Andammo poi in centro, dove ci gustammo un aperitivo all'ombra del duomo, sulla terrazza della Rinascente. Amavo quel luogo. Ci ero stata per la prima volta quando avevo quindici anni, e fin da subito avevo capito che prima o poi sarei tornata lì, con la consapevolezza di poter comprare le cose in esposizione senza preoccuparmi del prezzo.

Ogni tanto nella mia mente ritornavano chiare le immagini della festa che solo una settimana prima Lorenzo aveva organizzato in occasione della mia laurea. Vedevo ancora le luci che illuminavano lo stadio di San Siro. Ricordavo me, mezza ubriaca che mi mettevo a cantare abcdefu di Gayle in mezzo ai miei amici, dedicando la canzone a tutti coloro che nella mia vita mi avevano in qualche modo criticata, mettendomi i pali tra le ruote.

Mi venne da ridere. Da quando conoscevo Lorenzo ero diventata molto più estroversa: ero sempre stata una persona molto timida. La me adolescente non si sarebbe mai messa a cantare con il microfono in mano nel mezzo della folla. Mai.


Quella sera prima di rientrare a casa Lorenzo mi disse: "stasera cenetta tra noi, a casa: ti devo dire una cosa"

"Mmh cosa c'è sotto?", chiesi con fare inquisitivo.

"Lo scoprirai stasera", mi rispose lui, accarezzandomi la guancia.

E quella sera lo scoprii.


Nonostante fosse una cena nel nostro appartamento, mi vestii abbastanza elegante. Se non si fosse notato amavo vestirmi con abiti da sera e indossare gioielli fantastici e scarpe col tacco.

Lorenzo aveva ordinato il cibo in un ristorante vicino al nostro appartamento ed aveva posto sulla tavola della candele. L'atmosfera era fantastica.

Dopo aver mangiato Lorenzo mi disse: "pronta per la notizia bomba?"

"pronta, dimmi tutto"

"Ho ricevuto un'offerta dal chelsea".

"Wow Lori, è fantastico, accetti?". Ero veramente contenta. Era bellissimo il fatto che stessero iniziando a notarlo anche le squadre estere: voleva dire che il suo nome si stava pian piano facendo strada tra quelli "dei grandi" del calcio.

"Pensavo di sì, così ci trasferiamo a Londra... bello, no?"

"Fantastico... però io dovrò studiare qua, per cui magari ti raggiungo nei weekend"

"Come? Tu resti a Milano?"

"Amore... ho altri due anni di università da fare, non posso abbandonare tutto ora.... ma tu vai"

"Non chiedermi di scegliere tra te e il calcio"

"Lorenzo non lo farei mai... non potrei"

"Eppure lo stai facendo"

"NO, NON HO MAI DETTO UNA COSA DEL GENERE. Ripartiamo da zero: sono felicissima del fatto che il Chelsea ti abbia offerto di giocare nella squadra, e sono felicissima che tu abbia deciso di accettare. Stavo solo dicendo che io ho i miei sogni, come tu hai i tuoi, quindi fino a che non avrò terminato l'università, io resterò a Milano"

"Va bene, allora tieniti i tuoi stupidi sogni", e detto questo si alzò dal tavolo.

"Cosa? I miei sogni sarebbero stupidi? quindi è questo quello che pensi di me? Pensi che io sia una idiota che corre dietro ad un futuro inutile?"

Nessuna risposta.

"perfetto allora, tutto è chiarito", e detto questo uscii dall'appartamento richiudendomi la porta alle spalle.

Sentivo le lacrime scorrere lungo le guance. Iniziai a correre e, in qualche modo, arrivai all'appartamento della mia migliore amica.

Suonai al campanello.

"Ehi ma che..."

La abbracciai.


Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora