19° capitolo

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Attraversammo la hall dell'hotel. Centinaia di sguardi rivolti verso di noi, anzi, verso di me.

Notai la gente che commentava il mio aspetto mentre passavo.

Uscimmo dall'hotel e camminammo su un tappeto rosso finché non raggiungemmo la Ferrari di Lorenzo, che era stata appena parcheggiata all'ingresso da un cameriere.

Salimmo in auto, e Lorenzo guidò fino al centro di Milano. Ad un tratto si fermò, di fronte a Galleria Vittorio Emanuele.

Scese per primo dall'auto, quindi venne verso il mio lato di essa, aprì la portiera e mi porse la mano per permettermi di scendere con più comodità.

Non appena scesi dall'auto potei udire dei sussurri quasi impercettibili nell'aria che mi fecero finalmente capire che ci ero arrivata: avevo raggiunto uno dei miei più grandi sogni.

Sentivo gente che diceva: "Ma quello è Lorenzo Chiesa... sì, il fratello di Federico... quella è la sua ragazza... credo si chiami T/n T/c... è veramente bellissima"

Come questa decine di altre voci si susseguirono al nostro ingresso in uno dei ristoranti più lussuosi al mondo: il ristorante di Carlo Cracco.

All'ingresso fummo accolti dallo chef in persona, che si fece fotografare insieme a noi.

Per una persona come me, che aveva sempre avuto un'autostima sotto lo zero, sentire voci che mi facevano dei complimenti, sentire che la gente mi conosceva già, nonostante nella mia vita nn avessi fatto ancora nulla di concreto dal punto di vista lavorativo.

Compresi che da lì tutto era possibile, tutte le porte erano aperte, e che tutto ciò che fino ad ora avevo solo sognato di diventare era ad un passo da me.

Diventare una famosa architetta e una scrittrice era il prossimo punto, incredibilmente vicino.

Per una persona come me che nella sua vita aveva sempre trovato persone pronte a criticarla, per i suoi sogni e le sue ambizioni, essere lì, in quel momento, al fianco del ragazzo che amavo, era una rivincita incredibile.

Guardai il mio riflesso su uno specchio poco distante da me. Quella T/n non aveva nulla a che vedere con quella che il mondo era abituato a vedere. Quella lì era quella vera, quella che sarebbe vissuta a Milano di lì a pochi anni.

Ci sedemmo ad un tavolo. Io e Lorenzo parlammo tutta la sera. Aveva in mente altre sorprese per me, ma non voleva dirmi nulla, voleva che io mi godessi ogni istante insieme come fosse l'ultimo.

"Amore?", mi disse Lorenzo.

"Dimmi", gli risposi sorridendo.

"Vorrei che questo fosse il miglior compleanno che tu abbia mai vissuto"

"Lo è già, e lo era anche prima di partire, perché in questo compleanno a differenza degli altri, ci sei tu"

Lorenzo mi porse una lettera.

La aprii e la lessi.


Amore mio,

so che ci conosciamo da pochissimo tempo. Solo quattro mesi fa non ci conoscevamo, anzi, ignoravamo l'esistenza l'uno dell'altra, ma voglio che tu sappia che sei la cosa più preziosa che mi sia mai capitata.

Forse tutto quello che ho organizzato ti sembrerà esagerato, ma ci tenevo a dirti che per me questa non è un'avventura. Duri quanto duri, non importa, noi proveremo a far sì che questo sogno duri tutta la vita.

In tutte le mie esperienze ho sempre colto nelle ragazze l'interesse a stare con me per il ruolo che ricopro, non tanto per la persona che sono, invece con te è diverso. Leggo nei tuoi occhi l'amore, quello vero.

Ti scrivo anche per dirti che ho scelto Milano come il regalo perfetto, in quanto so quanto tu tenga a questa città. So che vivere qui è il tuo sogno, ed io ti aiuterò a realizzarlo, anche se so che ci riusciresti ugualmente senza alcun aiuto, perchè tu sei fantastica.

Sei la persona migliore che io abbia mai conosciuto.

Ti amo,

Lori


Quando terminai di leggere la lettera avevo le lacrime agli occhi. Mi alzai, incurante della gente che ci fissava o del decoro che poteva regnare in quel luogo, e mi diressi verso Lorenzo.

Lo baciai, lasciando che le mie lacrime gli bagnassero il viso.


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Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora