18° capitolo

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Ero immobile, incredula che Lorenzo mi avesse fatto un regalo del genere.

Mi voltai verso Lorenzo, che lui mi baciò subito, senza darmi nemmeno il tempo di respirare.

Anche i suoi baci avevano un sapore diverso lì, a Milano, nella città dove ero convinta avrei trascorso tutta la mia vita dai diciannove anni in su.

"Ti piace?", mi chiese prendendomi in braccio, in modo che le mie gambe avvolgessero la sua vita.

"Non potrei desiderare di più dalla vita"

Ci baciammo di nuovo, incuranti della gente che ci passava di fianco guardandoci male perché ostacolavamo il passaggio, incuranti del mondo intero.


Un'oretta dopo ripartimmo, sgommando di fronte alla gente che guardava ammirata il bolide rosso sul quale ci trovavamo.

"Dove andiamo?", chiesi a Lorenzo.

"Dio santo ma la tua è proprio una mania", mi rispose ridendo.

Feci lo stesso, convincendomi per una volta a smetterla di voler programmare la mia vita: dovevo godermi il qui ed ora, perché accanto a me c'era il ragazzo che amavo.

Chiusi gli occhi, lasciando che l'aria mi scompigliasse i capelli, sentendo il rombo del motore della Ferrari.

Una decina di minuti dopo Lorenzo inchiodò di colpo, così aprii gli occhi per vedere dove ci trovassimo.

Impiegai qualche istante per rendermi conto che mi trovavo all'ingresso dell'Armani Hotel, uno degli alberghi più lussuosi della città, anzi, d'Italia.

Un cameriere aprì la mia portiera e mi porse un braccio per aiutarmi a scendere.

I miei piedi si posarono su un tappeto rosso fuoco.

Lorenzo mi raggiunse e salimmo insieme le scale fino ad arrivare nella hall. Nel frattempo alcuni camerieri prendevano i nostri bagagli e li portavano direttamente nella nostra stanza, dove ci dirigemmo qualche minuto dopo.

Quando fummo finalmente soli, lo fissai incredula, incapace di parlare di fronte a tutto quel lusso.

"L'hai detto tu no, che hai sempre sognato di vivere a Milano nel lusso?", mi chiese Lorenzo.

Annuii con la testa, sorridendo.

"Beh, eccoci qui allora, un assaggio della vita che verrà"

Compresi il significato di quelle parole, e mi diressi verso di lui. Con quella frase intendeva dirmi che voleva esserci anche lui in quella vita futura, mi aveva indirettamente detto che vedeva davanti a sé degli anni trascorsi interamente con me, lì, a Milano.

Gli accarezzai il volto, lo baciai. Pian piano lo trascinai fino al letto, dove lui mi stese e proseguì a baciarmi, sul volto, sul collo e più giù.


Ci svegliammo un paio d'ore dopo, uno accanto all'altra.

Non appena Lorenzo vide che mi ero svegliata, mi prese la mano e mi sussurrò all'orecchio: "preparati che andiamo a cena"

"Ma io che cacchio mi metto? Non ho vestiti eleganti"

"Ma l'hai aperta la borsa?"

Lo fissai, poi mi alzai. Afferrai quella benedetta borsa, la gettai sul letto e la aprii. Scoprii al suo interno degli abiti elegantissimi, da mozzare il fiato.

"Souvenir da Firenze"

Quello era senz'altro il compleanno più bello della mia vita.

Gli sorrisi, e gli chiesi: "Dove andiamo a cena?"

"tu vuoi sapere troppo"

scossi la testa ridendo. Un'ora e mezza dopo uscii dal bagno con in dosso un meraviglioso abito rosso, lunghissimo, truccata e con dei tacchi alti da vertigine. Mi ero piastrata i capelli, in modo da esaltarne il liscio.

Non appena Lorenzo mi vide, lessi nei suoi occhi la meraviglia pura

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Non appena Lorenzo mi vide, lessi nei suoi occhi la meraviglia pura. Lessi su di essi l'amore, la voglia di trascorrere la vita con me.

"Sei meravigliosa... sul serio, sei bellissima"

Lo baciai.


to be continued.....


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Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora