44° capitolo

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Il giorno del matrimonio dovrebbe essere il giorno più bello della vita di una persona, e per me lo era.

La scelta della chiesa nella quale svolgere la cerimonia era toccata a me ed io, immediatamente, avevo scelto il Duomo di Milano.

Amavo quel luogo: camminare tra le sue guglie al calar del sole era la cosa che amavo di più in assoluto. Era meraviglioso: ci andavo sempre quando avevo bisogno di pensare.

Non ricordo bene cosa accadde: ero troppo emozionata.

Ho nella mia mente l'immagine di me che scendo dall'auto, con un mazzo di fiori bianchi in mano, mentre lo strascico del mio vestito mi segue lentamente nel mio percorso fino all'ingresso del duomo.

Era mio padre che, ovviamente, mi avrebbe portata all'altare: quando feci il mio ingresso nella chiesa rimasi senza fiato: era pieno di fiori bianchi, e gli invitati erano veramente tantissimi.

Non li guardai in faccia, per loro ci sarebbe stato tempo dopo: il mio sguardo era unicamente rivolto verso l'altare, dove Lorenzo mi aspettava sorridente.

Avanzai lentamente, cercando di godermi ogni istante, sapendo che mai ne avrei vissuti di uguali.

La mia testimone sarebbe stata ovviamente la mia migliore amica, mentre quello di Lorenzo sarebbe stato Federico.

Non ricordo le parole del prete: ero troppo concentrata ad osservare me e Lorenzo, tutta la gente che era venuta lì per noi, per vedere il coronamento del nostro amore.

Una cosa però, me la ricordo perfettamente: lo scambio delle fedi. Ricordo come fosse un istante fa il momento in cui la mano morbida di Lorenzo aveva infilato l'anello al mio dito, sancendo così l'inizio di una nuova era.

Quando uscimmo dal duomo fummo accolti da una pioggia di riso e di coriandoli, che si infilarono tra i miei capelli.

Ero la persona più felice al mondo: nella mia vita avevo assistito a svariati matrimoni, e tutte le volte mi trovavo a sognare di essere io la donna vestita da sposa.

Ma questa volta non avrei dovuto immaginare nulla: quella donna ero io.

Fu proprio nella confusione della folla accalcata fuori dal duomo che decisi di rivelare a Lorenzo ciò che per il momento sapevamo solo io e Alessandra.

Fu questione di un attimo: lo baciai e, sfiorandogli l'orecchio gli dissi: "sono incinta".

Mi guardò esterrefatto. Mi trascinò ancora una volta verso di se e impresse le sue labbra sulle mie, con la folla che applaudiva.

Ci recammo al ristorante.

Era bellissimo: moderno, decorato interamente di bianco.

Il pranzo fu squisito, ma la cosa che più mi piacque fu girare per i tavoli insieme a Lorenzo, per salutare parenti e amici.

Tutti mi guardavano incantati, stupiti di quanto un abito da sposa potesse far crescere la bambina che tanti di loro ricordavano.

Incontrai anche molti parenti e amici di Lorenzo che non avevo mai visto prima di allora. Erano tutti simpaticissimi, e anche se non lo fossero stati, non mi sarebbe cambiato nulla, perchè quello lì era il nostro giorno e nessuno avrebbe potuto rovinarlo.

Tagliammo poi la torta: era enorme, a forma di cuore. Il primo taglio andò a noi che, mano nella mano, imprimemmo la lama sulla soffice pasta.

Ma la parte migliore giunse dopo. Avevo studiato tutto nei minimi dettagli: avrei fatto una sorpresa a Lorenzo. 

Uscii dalla sala  dove si teneva il pranzo e, come concordato insieme allo staff del ristorante, tutte le luci furono spente.

Sentii una certa confusione nella sala, ma poco dopo un cameriere passò tra i tavoli per tranquillizzare tutti e chiedere loro di sedersi.

Poi, ad un tratto, si accesero un centinaio di candele, che andavano a formare un percorso che attraversava tutta la sala, fino a giungere al centro, dove si trovava Lorenzo, in piedi.

Presi in mano una candela e avanzai, cantando la nostra canzone: a thousand years, di Christina Perri.

Le parole risuonavano nella sala.

Heart beats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid to fall
But watching you stand alone
All of my doubt, suddenly goes away somehowOne step closerI have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand moreTime stands still
Beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything, take away
What's standing in front of me
Every breath, every hour has come to thisOne step closerI have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand moreAnd all along I believed, I would find you
Time has brought your heart to me, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand moreOne step closer
One step closerI have died everyday, waiting for you
Darling, don't be afraid, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand moreAnd all along I believed, I would find you
Time has brought your heart to me, I have loved you for a thousand years
I'll love you for a thousand more


Quando terminai posai la candela a terra, presi la mano di Lorenzo, e lo baciai.

Quel bacio significava tutto ciò che non gli avevo detto a voce: con quel bacio volevo ringraziarlo, per tutto ciò che aveva fatto per me, ma anche solo per esistere. Volevo dirgli che lo amavo più della mia stessa vita, e che avrei fatto qualsiasi cosa solo per lui, avrei fatto un milione di miglia solo per vederlo sorridere.

Perchè lui era l'altra metà di me, l'ossigeno senza il quale non avrei mai potuto respirare.

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora