24° capitolo

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Quando riaprii gli occhi percepii una leggerezza indescrivibile dentro di me: avevo terminato il liceo, superando a gonfie vele l'esame di maturità. Nessuna preoccupazione fino a settembre, quando sarei andata a Milano per studiare architettura, concretizzando così uno dei miei più grandi sogni.

Per un istante la mia allegria si spense: quella sera avrei dovuto affrontare una cena con tutti i miei parenti, nella quale avrei presentato loro Lorenzo.

Nonostante fossimo insieme da ormai due anni e mezzo, non avevo mai avuto il coraggio di presentarglielo, più che altro per paura della possibile reazione di mia zia.

Essa era una maestra in pensione, con una mentalità piuttosto antica. Ero convinta che non avrebbe apprezzato il fatto che mi fossi messa con un calciatore.

Amen, cavoli suoi se non le andava a genio. Io amavo Lorenzo, e questo bastava.

Lorenzo purtroppo era ad allenamento quindi sarebbe arrivato a casa mia solamente mezz'oretta prima della cena.

Io e i miei genitori avevamo deciso che per il momento era meglio nascondere la sua Ferrari e accompagnarlo al ristorante con la nostra Jeep.

Verso l'ora di pranzo suonò al campanello di casa mia il postino. Mi consegnò un pacco rosso, con un biglietto legato ad un nastro dello stesso colore.

C'era scritto: "Per esaltare la perfezione che è in te". Non avevo nemmeno bisogno di controllare la firma presente sul biglietto per accertarmi a proposito di chi l'avesse inviato.

Lo aprii, e vi trovai all'interno un vestito corto, rosso come la scatola, insieme ad una cintura, destinata alla vita.

Lo aprii, e vi trovai all'interno un vestito corto, rosso come la scatola, insieme ad una cintura, destinata alla vita

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L'avrei indossato quella sera, decisi. Quando lo avvicinai al mio viso per percepirne la morbidezza, notai che profumava di rosa.

In quel momento notai che il biglietto che stringevo ancora tra le mani aveva delle scritte anche sul retro: "Il profumo è un tocco di classe aggiunto da me"

Risi. Era sempre il solito.

Quando quella sera suonò al campanello, andai ad aprirgli con indosso il vestito che mi aveva regalato e ai piedi delle scarpe col tacco nere. Mi ero truccata semplicemente con abbondanti dosi di mascara e mi ero piastrata i capelli. Tutto questo bastò per fargli spalancare improvvisamente gli occhi non appena mi vide.

Fu lì lì per prendermi in braccio e portarmi in camera mia, ma fu fermato dalla presenza di entrambi i miei genitori.

Si limitò a baciarmi.

"ansia?", chiesi a Lorenzo, ricordando la volta in cui era stato lui a chiedermelo, quando aveva incontrato per la prima volta i miei genitori... sembrava trascorsa una vita da quella volta.

"Non c'è male", mi rispose.

Mezz'ora dopo la Jeep di mio padre stava parcheggiando di fronte al ristorante nel quale avremo mangiato con i miei parenti.

Essi stavano parlando tra di loro. Non appena l'auto inchiodò di fronte a loro, notai nei loro sguardi la curiosità di conoscere questo famoso Lorenzo, di cui avevano tanto sentito parlare ma che non avevano mai avuto l'occasione di incontrare.

Prima di scendere dall'auto Lorenzo mi disse: "a proposito, dopo devo dirti una cosa importante".

Lo guardai incuriosita, ma lui in tutta risposta decise di alzare entrambe le sopracciglia a mo' di sfida, in stile Draco Malfoy.

Risi e scesi dall'auto, sotto gli sguardi inebetiti dei miei parenti, che mai si sarebbero aspettati che dietro quella ragazza timida e riservata ci fosse in realtà questa T/n (i felponi da liceale di certo non aiutano ad esaltare la fisionomia di qualcuno).

Quando fummo nel ristorante procedetti con le presentazioni.

"Questo è Lorenzo..."

Tutti si presentarono finché il marito di mia cugina non intervenne: "aspetta, ma tu sei un calciatore... sei appena stato acquistato dall'Inter con un contratto di quattro anni, ho letto la notizia giusto mezz'ora fa"

Mi voltai verso Lorenzo a bocca aperta.

 "Era questa la cosa importante che ti volevo dire", mi rispose ridendo.

Lo abbracciai e all'orecchio gli dissi: "dopo si festeggia come si deve".

Ero felicissima per quella notizia: Lorenzo era al suo primo ingaggio in una squadra di serie a , squadra che tra l'altro tifavo praticamente da quando ero nata. Il fatto che lui si sarebbe a breve trasferito all'Inter significava anche che ci saremo trasferiti a Milano nello stesso momento... niente più viaggi da una parte all'altra dell'Italia. Saremo stati uniti.

La parte normale dei miei parenti era sconvolta dal fatto che stessi con un calciatore, più che altro perchè erano indecisi se chiedergli in quel momento l'autografo o attendere che facesse un po' di carriera. Mia zia invece, come previsto, storse il naso, ma lasciò correre. L'attacco sarebbe avvenuto in privato, ne ero certa.

In quel momento però, non me ne poteva fregare di meno: io e il mio ragazzo saremo vissuti nella stessa città, per quattro anni e, si sperava, oltre.

Lo guardai mentre rideva insieme ai miei parenti, con quei suoi meravigliosi capelli biondi, che sembravano quasi dorati alla luce delle lampade del ristorante.

Dio quanto lo amavo. E pensare che solo tre anni prima ero convinta che il sogno di incontrarlo non si sarebbe mai realizzato.

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora