11°

65 2 0
                                    

Entriamo in casa e mi dirgo verso la cucina.

F:"Cosa vuoi da bere?"
A:"nulla" mi giro con uno sguardo serio.
A:" un bicchiere d'acqua" mi giro e gli prendo un bicchiere.

Mentre beve gli squilla il telefono, lo guarda e subito dopo stacca.

F:"puoi rispondere eh"
A:"no, è mi madre"
F:"non so cosa sia successo ma non voglio lasciarti solo così" dico triste guardandolo. "Rimani qui"
A:"ti ho detto che entravo solo un attimo. Ora posso anche andare" dice voltandosi, così corro e mi piazzo davanti a lui bloccandolo.

A:"dai su, smettila di scherzare"
F:"non sto scherzando" dico guardandolo negli occhi.
A:"non mi va di arrabbiarmi con te, non te li meriti, quindi per favore lasciami stare"

Prima ancora di rispondergli, sento suonare il campanello, così mi dirigo verso l'ingresso ed è mia madre.

M:"oh, ciao. Non pensavo avessimo ospiti" dice entrando vedendo Ale
F:"si scusa. Ti dispiace se rimane qua? Ha litigato con i suoi" dico sussurrando l'ultima frase per non farmi sentire da lui.

M:"ma certo, può rimanere quanto vuole. Mi fa piacere che porti degli amici a casa. Non mi parli mai di altri oltre Ludo, Gio e Carlotta quindi sono solo un po' stupita, tutto qui. Ma sono molto felice"

Ringrazio mia madre, mi giro e vedo Ale che mi rivolge uno sguardo quasi arrabbiato.

A:"ti avevo detto che non c'era bisogno"
F:"non ti avrei lasciato fuori, in macchina, sotto un temporale in queste condizioni, che si vede da un miglio che qualcosa non va. Non ci deve mettere alla guida quando si ha la testa da tutt'altra parte" dico alzando leggermente il tono della voce, vedendolo reagire inizialmente triste per poi tornare al suo volto arrabbiato.
Ma ormai non può più fare nulla.

Gli faccio segno di seguirmi, così saliamo le scale e andiamo verso la camera degli ospiti.

Prendo una tuta dal cassetta e gliela pongo.

F:"tieni, questa tuta è di mio fratello. Almeno starai più comodo" la prende senza dire una parola.

Così esco dalla stanza mentre io vado in bagno.

Mi cambio e asciugo i capelli.

Dopo aver finito, esco e torno nella stanza dove lo avevo lasciato.
Guardo da dietro la porta e lo vedo sdraiato sul letto fissando il soffitto.

Lo noto un po' triste, mi dispiace vederlo così ma non posso nemmeno costringerlo però vorrei aiutarlo ma non so come...

Rimango sulla soglia delle porta finché non mi nota a guardarlo.

A:"felice?"
F:"di cosa?" Dico alzando un sopracciglio.

A:"di essere riuscita a incastrarmi"
F:"ascolta, io non volevo incastrarti. Ma non potevo lasciarti solo. Ti volevo solo aiutare ma tu non mi lasci fare. Non c'è nulla di male nel chiedere aiuto. Questo era l'unico modo" dico entrando nella stanza.

Suona di nuovo il suo telefono e attacca nuovamente.

F:"dovresti dirglielo che sei qua"
A:"non c'è alcun bisogno"
F:"almeno per tranquillizzarla"
A:"non ne vale la pena"

Non sapendo cosa rispondere, aspetto un attimo prima di parlare.

F:"allora ti lascio da solo" dico dirigendomi verso la porta ma poco prima che potessi uscire parla.

A:"aspetta, scusa. Non volevo sembrare duro nei tuoi confronti. Non mi hai fatto nulla e anzi, stai provando ad aiutarmi. Sono arrabbiato e non voglio l'aiuto di nessuno perché ce l ho sempre fatta da solo"
F:"ma non c'è nulla di male. Non so cosa sia successo tra te e tua madre e so che non mi conosci tanto ma sappi che sei hai bisogno di parlare, di sfogarti o anche semplicemente di qualcuno affianco per avere compagnia, sono qui" dico sedendomi sul letto, affianco a lui.

Abbassa lo sguardo, fa un respiro profondo per poi iniziare a parlare

A:"non è mia madre il problema. Ma è mio padre" dice per poi fare una piccola pausa "le volte che lo avrò visto si possono contare sulle dita delle mani. Non c'è mai stato. L'unica cosa che ha saputo fare è stata ferire mia madre. Se non fosse per lei, non sarei nemmeno qui in questo momento"
F:" Ah, ma quindi tua madre non c'entra nulla?"
A:" Inrealtà no. Litighiamo poco ma quando succedere è quasi sempre a causa di mio padre. Ha distrutto la nostra famiglia lasciandoci soli"
F:"mi dispiace tanto" dico afferrandogli la mano e cercando il suo sguardo.

A:"non è tanto quello... ma" dice facendo diverse pause "ho paura di diventare come lui e spesso non mi sopporto per questo" abbassa gli occhi.

F:"hey, guardami, guardami" gli dico vedendo il suo suo volto dispiaciuto "posso solo immaginare come tu ti senta. Sarà anche tuo padre ma questo non vuol dire che tu sia come lui. Se lui ha fatto degli errori non vuol dire che li commetti pure tu. Lui è lui. Tu sei tu e siete due persone diverse. Penso che tu lo sappia quanto ci tiene tua madre a te. Scommetto che è orgogliosa"
A:"spero di essere abbastanza"
F:"lo sei, non metterlo mai in dubbio"
A:"mi basta esserlo per lei. Dopo tutto quello che ha passato..."
F:"lo è. Vedrai" dico abbracciandolo d'istinto. È la prima volta che ci abbracciamo ma sentivo che ne aveva bisogno per sentirsi meno solo e triste.

Sussurra un "grazie" staccandoci. Accenno un sorriso e mi alzo.

F:"ehm... io vado, se vuoi ti lascio riposare, non vorrei stressarti ahah" dico concludendo con una risata causata dall'imbarazzo.

A:"fai come vuoi, non disturbi"
F:"se vuoi che me ne vada, vado, se  vuoi che rimanga, rimango. Dimmelo"
A:"Fai come vuoi. È casa tua d'altronde"
F:" lo so, ma decidi te se vuoi ancora la mia compagnia. Non mi offendo mica ahah"

Silenzio.

F:"va bene, ho capito, ti lascio riposare da solo" dico per quasi uscire dalla porta.
A:"no dai, così sembra che ti stia cacciando ahah. Rimani ancora un po' " dice appoggiando la mano sul letto per farmi cenno di sedermi.

F:"non sei obbligato. Posso anche andare di là "
A:"no no. Rimani pure"

Si allontana un po' sul letto per farmi spazio, per poi sdraiarci e guardare fuori dalla finestra...
~~~~~
🤍

Piccoli DettagliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora