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Sento delle voci con un tono abbastanza alto e non capendo, mi volto verso le mie amiche ma noto che nemmeno loro hanno capito da dove provengano.

Mi avvio verso la porta della nostra stanza, la apro lentamente e facendo silenzio capisco che quello voce proviene dalla stanza dei ragazzi ma la voce è una sola, quella di Ale.

Mi volto verso le ragazzi dicendo semplicemente "è Ale, vado a vedere cosa succede" è così mi dirigo verso l'uscita chiudendo la porta, per poi andare verso la loro stanza e rimanere un attimo sulla porta.

Non si capisce molto da qui fuori ma la sua voce sembra arrabbiata ma non c'è nessun altro, quindi con chi sta parlando?

Incuriosita ma anche preoccupata, busso piano la porta per poi aprirle lentamente.

La prima cosa che vedo è lui di spalle che appena sente il rumore emesso dalla porta, si volta di stacco.

Posso notare un viso pieno di rabbia e tristezza. Non capisco cosa sia successo e lo guardo stupita. Entro lentamente nella stanza.

F:"Ale, c-cosa succede?" Dico preoccupata con la voce quasi rotta per la paura che ho provato dopo aver visto il suo volto.
A:"niente" dice girandosi facendo un grande respiro.
F:"ti si sente dall'altra stanza la tua voce ma qui sei da solo"
A:"va tutto bene, puoi andare" dice ancora con lo stesso tono. Non capisco...

F:"qualcosa non va?" Domando quasi spaventata.
A:"non c'è nulla che non va, cosa non capisci?" Risponde a tono.
F:"si può sapere cosa ti prende? Non ti riconosco quasi più" dico quasi scocciata per il suo modo atteggiarsi.

A:"ti ho detto di andare, va tutto bene, perché ti devi intromettere sempre?"
F:"sono solo preoccupata per te"
A:"non ho bisogno che tu sia preoccupata per me, me la cavo da solo" dice alzando sempre di più il volume della voce.

F:"mi dice che ti prende? Ti si sente urlare da fuori, sono venuta per vedere cosa stesse succedendo, quando ho visto il tuo volto mi sono preoccupata e tu adesso ti stai comportando così quando non ho fatto nulla"
A:"non c'è bisogno che tu intervenga sempre, lo vuoi capire? Cerchi sempre di fare l'eroina ma le cose non vanno sempre così. Non ho bisogno di te, hai capito?"

A quelle parole il mio cuore batte diversamente.

Lui continua ad urlarmi contro ma non lo sto ascoltando più, mi sono fermata a quel "non ho bisogno di te" che mi ha letteralmente urlato con il viso rosso dalla rabbia.

Sento gli occhi diventare lucidi, le guance riscaldarsi, le mani che tremano e il mio cuore che batte irregolarmente.

Sbatto le palpebre per cercare di tornare ad ascoltare e alzo lo sguardo per non far scendere le lacrime. Non voglio che mi veda così, o almeno, non voglio dargli questa soddisfazione.

Appena mi riconnetto, lui finisce di urlarmi contro guardandomi. Cosa gli è successo tutto d'un tratto?

F:"tutto questo non ha senso, non sai nemmeno le parole che stai dicendo, non sei in te" dico alzando il tono della voce "sei impazzito? Ho sempre cercato semplicemente di aiutarti come faccio sempre con tutti perché ci tengo a voi ma a quanto pare non serve" faccio una breve pausa "sono sempre stata vicino a te anche quando eri giù di morale in questi mesi e ho sempre cercato di renderti felice nonostante sapessi che sarebbe stato difficile. Ma hai ragione, ho sbagliato io dall'inizio ad accettare quella benedetta sfida, non sono riuscita a farti sorridere e forse non mi interessa nemmeno più. Se la pensi così allora puoi cavartela benissimo da solo..." concludo con la voce che si spezza, gli occhi che trattengono le lacrime e le mani che tremano dalla rabbia.

Lascio così la stanza dove si trovava ancora colui che in questi mesi mi è stato vicino, la persona che pensavo fosse diversa da tutti gli altri ma mi sono illusa, un'altra volta.

Cammino a passo svelto lungo il corridoio, asciugando con le dite le lacrime che c'erano di uscire, nel mentre sento le mie amiche corrermi dietro ripetendo continuamente il mio nome.

L:"Francesca, aspetta"
G:"Cosa è successo, cos'hai?"
F:"voglio stare un po' sola, poi vi spiegherò" dico afferrando la mia giacca per poi indossarla.

 
C:"ma dove pensi di andare adesso?"
F:"ho bisogno di camminare e respirare aria pulita, qui dentro ormai è diventata sporca e insopportabile"

Continuano a farmi delle domande ma non rispondo.

Mi dispiace essermi comportata così ma avevo bisogno di stare sola un attimo prima di spiegare altrimenti avrei potuto parlare male con loro e non voglio ferirle solo per essermi fatta prendere dalla rabbia che provo in questo momento.

Sono quindi uscita di casa e ho iniziato a camminare, di solito mi aiutare in situazioni come queste. Non so nemmeno più cosa provo, tra un misto di rabbia e delusione.

Ero davvero convinta che fosse un'altra persona? Sono sempre stata attenta a non cadere in problemi come questi ed è impossibile che sia successo.

Mi ha dato molto fastidio il suo atteggiamento, dovrebbe ringraziarmi per quello che ho fatto per lui e invece mi ha solo trattata male ingiustamente. Qualche lacrima finisce per rigare il mio volto non riuscendo a controllarle e man mano le tolgo con la mano.

Ora mi ritrovo in giro sulla neve dopo essere uscita senza una meta e non so nemmeno io dove voglia andare. Indietro non posso tornare ma non posso nemmeno passare tutta la notte qui al freddo. Inizio anche a gelare.

Incrocio le braccia cercando di riscalarmi mentre mi guardo attorno. Cosa ci faccio in piena notte in giro, mamma mia... non so cosa fare.

Mentre continuo a camminare, vedo in lontananza due fari della luce che lentamente si avvicinano.

Dopo aver illuminato tutt'intorno, si avvicina un auto che si ferma poco distante da me. Spegne il motore e scende.
"Sali in macchina"

Piccoli DettagliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora