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Pov's Ale
Posso dire di essere... felice, dopo non so nemmeno io quanto tempo. È incredibile come una persona possa fare ciò.

Vorrei gridare al mondo intero ciò che provo, il suo nome.

Devo dirlo a mia madre.
Mi sento come un bambino con la sua prima cotta.

Vado nel salotto dove la trovo con in mano il telefono.
A:"ciao mamma"
M.A.:"hey, ciao. Ti vedo bene"
A:"Ecco, a proposito, andando dritto al punto, ti dovrei dire una cosa"
M.A.:"anche io dovrei dirti una cosa"

Dai suoi occhi intuisco che non sia una bella notizia e la mia espressione sul volto cambia all'istante.

A:"cosa succede? Anzi aspetta, immagino riguardi lui" Domando preoccupato.
M.A.:"è tuo padre"
A:"non chiamarlo così. Sai benissimo che non è stato un padre, questa parola non gli appartiene. Sei stata tu a farmi da madre e padre, lui non c'è mai stato, punto"
M.A.:"lo so, solo che continua a contattarmi-"
A:"è riuscito a contattarti? Gli spezzo le gambe"
M.A.:"aspetta, non mi ha fatto niente, lui no-"
A:"lui non ti avrebbe fatto niente? Te lo devo ricordare io il modo in cui tornava ridotto ogni sera praticamente? E cosa faceva dopo? Nonostante ciò però continui a stare a suoi giochetti. Continua così e ti fai del male da sola"

Sento la sua voce dirmi di aspettare ma non riesco. Finisce sempre per farsi imbrogliare da lui e pretende pure che io l'ascolti. Non ce la faccio.

Esco di casa ancora pieno di rabbia e sento qualche goccia scendere dal cielo.

Pov's Francesca
F:"mamma"
M.F.:"si, dimmi"
F:"ehm... possiamo parlare?"
M.F.:"Certo, sono qua" dice intenta nel cucinare la cena.

Perché mi sento così? È mia madre, lei capirà, non mi sono mai vergognata con lei.

M.F.:"tutto apposto? Cosa è successo?"
F:"si, è solo che è strano per me" dico iniziando a liberarmi.
M.F.:"Cosa è strano?" Dice inarcando un sopracciglio.
F:"mi piace una persona... "
M.F.:"oh, immagino anche già chi sia. Quel ragazzo che è stato qui un notte perché aveva litigato con i suoi... Alessandro mi pare"
F:"ma come fai a saperlo?"
M.F.:"vi ho visti insieme, come vi guardate e parlate. C'è un'intesa. Inoltre tuo fratello mi aveva accennato qualcosa di lui dopo che lo aveva invitato qui per la viglia di natale. Una mamma ha sempre il suo senso" dice facendomi l'occhiolino. Ma mio fratello potrebbe farsi gli affari suoi ogni tanto "e dimmi un po', com'è?"
F:"è tanto carino con me, ultimamente mi è stato molto vicino e ci siamo divertiti. Ha mostrato anche il suo lato più dolce e questo secondo me è una cosa importante"
M.F.:"dovresti vederti parlare di lui" dice sorridendo mentre abbasso un po' lo sguardo.

M.F.:"però il tuo volto mi dice che qualcosa non va"
F:"beh, la vigilia di capodanno, quando eravamo in montagna, avevamo litigato per una cavolata effettivamente. Poi però, dopo un po' abbiamo chiarito e si era creata una bella atmosfera e noi..."
M.F.:"non dirmi che voi avete..."
F:"no no, ci siamo solo messi insieme"
M.F.:"ahhh, sono così felice per te figlia mia. Potevi dirmelo subito, mi stavi facendo preoccupare. Per un attimo ho pensato che dicessi che la famiglia si allargasse"
F:"ma mamma, come potresti mai pensare ad una cosa del genere? Mi dovresti conoscere, sai che non lo farei"
M.F.:"lo so lo so, ma tutto può succedere. Ma tornando a noi, vedo che non è questo il problema, c'è qualcosa che ti rende pensierosa"
F:"si. È che... è come se avessi paura. E se me ne pento? Se non fosse veramente amore ma fossi solo confusa? Se le cose non funzionassero? Se fosse solo un momento di confusione e lo ferirei?"
M.F.:"oi, calma" dice bloccandomi e fermandosi dal cucinare ma avvicinandosi a me.
M.F.:"è tutto normale. Sei giovane e sono normalissime queste paranoie ma vedrai che con il tempo riuscirai a fare ordine nella tua mente. Io ti direi di provare ora. Non avete nulla da perdere entrambi. Nel caso non andasse bene, è normale sbagliare ed è così che impariamo. Ma per ora provaci e vedi come andrà. Mai dire mai"
F:"grazie mamma" dico più serena.
M.F.:"tranquilla. Però un giorno invitalo a cena da noi, mi va di conoscerlo meglio" dice facendomi l'occhiolino per poi tornare a cucinare.

Ora va un po' meglio. Mia madre sa sempre cosa dire e come farmi stare meglio. Ha ragione. Devo imparare un po' a lasciarmi andare e prendere le occasione con meno pesantezza.

Torno in camera mia, prendo il telefono che avevo appoggiato sul letto e vedo una notifica.

Mr. Cappuccio:"posso venire da te? Ho litigato di nuovo con mia madre"

Io: "certo, ti aspetto qui"

Le cose non vanno sempre bene, no?

Magari le ha detto della nostra relazione e lei non è d'accordo. No, impossibile. Mi ha sempre trattata bene quando andavo da Ale per le lezioni di piano ed è una signora molto dolce e gentile, non possono aver litigato per questo. Sono quasi sicura che sia a causa di suo padre, mi ha sempre detto che è soprattutto lui la causa delle loro discussioni.

Mentre osservo fuori dalla finestra ricoperta di gocce di pioggia, mi ritrovo avvolta dai pensieri ma a risvegliarmi è il campanello. Così corro giù, apro la porta e lo ritrovo zuppo d'acqua con in volto un'espressione mista tra tristezza e rabbia.

F:"hey, entra che fa freddo e piove, sei fradicio"

A:"diciamo che la pioggia è l'ultimo dei miei problemi in questo momento"

F:"hai ragione, dai sali che mi racconti"

Mentre chiudo la porta, mia madre, che ha sentito il campanello, ci chiama.

M.F.:"chi è Francesca?"

A:"ah, c'è tua madre in casa?" dice a bassa voce rivolgendosi a me un po' preoccupato.

F:"si, tranquillo. Le ho già detto tutto" lo rassicuro.

A:"davvero?" dice cercando conferma che ottiene e fa spuntare un lieve sorriso sul volto.

Passiamo di fronte alla cucina per andare a salutarla.

M.A.:"oh, ciao. Non pensavo venissi, altrimenti mi sarei fatta trovare in condizioni migliori, potevi dirmelo Fra"

A:"no, stia tranquilla, è stata una cosa all'ultimo momento, non volevo disturbare"

M.A.:"ma quale disturbo, sei il benvenuto qui, ma solo alla condizione che non mi dai del Lei, mi fai sentire vecchia ma io inrealtà mi sento ancora giovane dentro" dice per poi mettersi a ridere.

A:"va bene ahah"

F:"noi saliamo di sopra, te continua a preparare qualcosa di buono con quelle tue mani magiche"

Così cerco di tagliare corto, altrimenti so che si mette a parlare e non ci lascia stare più.

Saliamo le scale ed andiamo nella mia camera.

A:"avete lo stesso sorriso. Hai preso da lei tutta questa tua energia"

F:"già, mi ha sempre insegnato ad essere così e a non farmi influenzare solo dalle cose negative. Soprattutto dopo la morte di mio padre lei ha imparato a farsi coraggio e superare tutto" li lo vedo che abbasso lo sguardo e intuisco che sia una parola da me detta a provocare questa reazione.

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