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Pov's Ale
Dire che in questo momento sono arrabbiato non basterebbe.

Una sola chiamata ha rovinato questo momento di spensierata che mi stavo godendo qua insieme a tutti gli altri.

Mi metto le mani tra i capelli e vorrei solo poter urlare. Mentre ero avvolto tra i miei pensieri, sento un rumore, mi giro verso la porta e vedo Francesca. Non ora.

Entra tutta spaventata ma in questo momento non vorrei nemmeno parlarle. Cerco di trattenermi mandandola via ma lei insiste ripetutamente. E li esplodo.

Non so nemmeno io cosa abbia detto ma so solo che le ho urlato cose non piacevoli. In quel momento non provavo niente di piacevole.

Dopo aver finito di urlare in faccia alla ragazza che voleva solo aiutarmi come è giusto che sia, mi rendo conto della marea di stupidaggini che io abbia detto.

I suoi occhi diventano lucidi, e dopo aver detto qualche parola, esce dalla stanza. Non ho voglia di correrle dietro.

Mi stendo sul letto e cerco di non pensare a quella chiamata. Ma dopo diversi minuti, entra James in stanza.

J:"bro, si più sapere cosa è successo?"
Faccio un sospiro per mantenere la calma, non voglio litigare anche con lui "cosa succede?" Rispondo.
J:"sei tu che dovresti dirmelo. Le ragazze hanno detto che hai parlato con Francesca"
A:"e quindi?" Cerco di capire per arrivare al punto.

J:"è corsa fuori senza dare spiegazioni, l'hanno vista distrutta dopo che è venuta a parlarti e l'unica cosa che ha detto è stata il tuo nome, non sappiamo dove sia andata"
A:"in che senso non sapete dove è andata? A quest'ora?"
J:"esatto, non lo sappiamo. È uscita correndo e non voleva nessuno vicino ma è da sola, fuori è buio e fa freddo e non sappiamo ancora cosa sia successo. Si può sapere cosa vi siete detti?"

Se fino a un minuto fa pensavo a quella chiamata, adesso nella mia testa c'è solo l'immagine di Francesca lì fuori. È troppo pericoloso.

Se solo le succedesse qualcosa, non me lo permetterei mai. Subito mi alzo dal letto, mentre mi dirigo verso l'uscita.

A:"devo trovarla prima che si allontani troppo" dico solo questo mentre sento i miei amici chiedermi spiegazioni ma salgo in macchina e parto subito per cercarla.

Come le è saltato in mente anche solo di andare da sola? Ma devo trovarla, non dovrebbe essere troppo lontana ma attorno a me vedo solo neve su neve, finché...

Pov's Fra
A:"sali in macchina"
F:"no"
A:"ho detto di salire in macchina"
F:"non salgo" dico rimanendo immobile, con le braccia incrociate a causa del freddo mentre lo guardo appena sceso dall'auto.

Rimane deluso dalla mia risposta e dopo aver fatto un respiro profondo, continua a ribadirlo guardandomi negli occhi con tenerezza.

A:"per favore, fai bene ad essere arrabbiata con me ma ti spiegherò tutto, ma per favore sali in macchina"

Aveva un sguardo così preoccupato e triste, quando fino a pochi minuti fa facevo fatica a guardarlo in faccia tanto da non riconoscerlo più.

Dopo essermi fatta supplicare, senza dire nulla, decido di dirigermi verso l'auto per poi salire. Lui mi segue e fa lo stesso, per poi mettere in moto il motore e partire.

Le strade mi sembrano tutte uguali e bianche mentre è già tarda notte. Non pensavo di essermi allontana così tanto ma il tragitto sembra non finire più, ma finalmente arriviamo. Solo che non siamo nella casa di James.

Ci fermiamo davanti a un'altra casa in montagna e spegne la macchina. Rivolgo subito lo sguardo verso Ale con gli occhi che chiedono una spiegazione.

A:"è la vecchia casa dei miei, venivamo qui per le vacanze"
Questo è tutto ciò che dice, subito dopo scendiamo ed entriamo nella casa.

Noto subito che non veniva aperta da tanto, vista la polvere presente.

Ale si affretta subito per mettere della legna nel camino mentre io rimango ancora con le braccia incrociate continuando ad osservare intorno.

Noto tante foto sui mobili, la casa è abbastanza spaziosa e molto graziosa.

Rimaniamo in silenzio mentre ci avviciniamo entrambi al camino oer sederci di fronte al fuoco.

A:"stai bene?" Chiede quasi a bassa voce.
F:"io si, te non lo so" dico onestamente.

Lui fa un sospiro e abbassa lo sguardo.
A:"non volevo risponderti così, ero solo arrabbiato per quella situazione. Non penso veramente quello che ho detto... scusa"
F:"volevo solo aiutarti e capire perché ti fossi infuriato in quel modo" dico diventando più dolce e meno fredda.
A:"... ero a telefono con mia madre" dice dopo aver fuggo un altro respiro profondo.

F:"qualcosa non va immagino..."
A:"è di nuovo per mio padre, sta cercando di tornare da noi, come se nulla fosse"
F:"oh, mi dispiace. E tua madre? Come l'ha presa?"
A:"come vuoi che l'abbia presa? Non riuscirebbe nemmeno a guardarlo negli occhi dalla paura. Ma lui insiste nel voler parlare con noi e mia madre vuole invitarlo in modo che smetta di infastidirci ma io non voglio"
F:"se vi stressa così tanto per poter comunicare con voi magari potreste parlargli così vedete cos'ha da dire e vi lascerà in pace"
A:"fosse così semplice. Puoi provarci quando vuoi ma vorrà averla vinta sempre lui e non ti lascerà in pace"
F:"è già successa una cosa del genere in passato?"
A:"si... e ci sono voluto giorni per allontanarlo da casa nostra e mesi per far riprendere mia madre. Aveva paura di tutto, pure di uscire di casa. Per questo rimanevo sempre con lei e non volevo lasciarla sola. Aveva paura ma non lo ammetteva perché diceva che un genitore non deve aver paura ma dovrebbe difendere il proprio figlio e non viceversa"
F:"avere paura dimostra solo di essere umani, è più che normale. Sono contenta però che dopo tutto ciò si sia ripresa, vedrai che supererà anche questa. Se hai bisogno, vi sono vicina" dico appoggiando la mia mano sulla sua, guardandolo dritto negli occhi.

Per diversi secondi, sento solo il battito del mio cuore accelerato e i nostri respiri non sono mai stati così rumorosi.

Finalmente, rivedo in quegli occhi castani un po' di tranquillità. Ora sono più serena anche io.

A:"grazie" dice sussurrando, mantenendo ancora il contatto visivo.
A:"mi dispiace che abbia sfogato la mia rabbia su di te prima"
F:"non ti preoccupare, ormai è passato. Almeno ora sei più calmo e questo mi rende felice"
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