5. La casa

5.2K 108 9
                                    

Quando partimmo accese subito il riscaldamento della macchina, anche se così facendo lui iniziò ad avere caldo quasi subito, quindi si tolse la giacca del completo dandola a me.

-Eli giusto? Come si scrive?-

- E-L-I ma si legge I-L-A-I-

Feci lo spelling e lui annuì senza aggiungere altro.

-non ho più freddo Daddy...-
Dissi dopo un po' quando mi ero abituato, non sapevo se dovevo guardarlo o meno negli occhi quando parlavo, e volevo anche chiedergli se potevo togliermi la cintura ma avevo paura che si arrabbiasse

-va bene.-

E abbassò un po' il riscaldamento.
Dopo qualche minuto parcheggiò e prima di scendere mi disse

-tu rimani qui. Non ci metterò molto, puoi regolare il riscaldamento ma non toccare nient'altro. Nemmeno accendere la radio o cose del genere.
Intesi?-

Io annuii subito per poi ricordarmi che dovevo rispondere a parole
-sì Daddy-

Lui scese, e io non dovetti aspettare molto, fu quasi subito di ritorno mettendo qualcosa sui sedili dietro, ma non volli fare domande.
Lui tornò in auto e ripartimmo, non ci volle molto per arrivare a casa sua e...

Be' era enorme. Una gigantesca villa con un parco immenso. Una delle prime cose che vidi fu la piscina e poi l'elicottero sul tetto, aveva la patente per un mezzo simile?

Anche il parcheggio era enorme, interrato come quello dei centri commerciali e in fila tutte pulite e lucidate c'erano auto costose tutte o nere o rosse.

Mi prese di nuovo in braccio quando fu il momento di scendere e senza sforzo prese sia me sia il sacchetto di cose che aveva comprato.
Entrammo nell'ascensore (sì l'ascensore, quel posto era enorme, non mi sarei stupito di vedere altre persone come se quello fosse stato un hotel, e invece era una villa tutta sua) e saliamo ai piani di sopra.

L'ascensore ci portò in quella che sembrava un anticamera dove lui mi fece scendere dalle sue braccia, in casa potevo camminare anche scalzo, mi rese un po' triste e nervoso dovermi separare da quel caldo rassicurante, poi non era affatto comodo camminare con quella cintura della castità addosso.

-andiamo in salotto così ti spiego le regole-

Gli risposi di sì e lo seguii nell'altra stanza, anche quella era enorme i mobili erano moderni e bianchi, comunque mi fece accomodare sul divano.

-ora tu sei mio quindi dovrai fare qualsiasi cosa ti dirò.
Potrei anche ucciderti e per la legge sarei nel giusto dato che adesso sei una mia proprietà.
Ma non voglio arrivare a queste minacce, sappi solo che se non farai come ti dico riceverai delle punizioni e io non sono affatto indulgente.-

Fece una pausa e io approfittai per dire -sì padrone...-

-le regole principali, per ora, sono che non devi fare casino, specialmente quando lavoro, e non potrai fare assolutamente nulla senza il mio permesso, per esempio guardare la televisione, mangiare, andare in bagno, ascoltare musica, vestirti, masturbarti... Ma forse le regole riguardo il sesso per te sono un po' troppo presto...
Guardami sempre quando ti parlo a meno che ti dica io di non farlo.
È tutto chiaro?-

Avevo iniziato a guardarlo negli occhi ma il suo sguardo era così difficile da reggere...

-certo Daddy... posso farle una domanda?-

Lui annuì

-potrei togliermi questa cintura per mettermi altro? È... scomoda...-

Lui mi guardò per qualche secondo negli occhi prima di abbassare lo sguardo sull'unica cosa che avevo indosso

-peccato, mi piaceva. Ma se la trovi scomoda toglila, non hai fatto nulla per riceve già una punizione-

Restammo per qualche secondo tutti e due fermi

-allora?-
Disse lui

- Q-qui?-
Balbettai io, non me lo aspettavo proprio

-certo.-

Tornai di nuovo rosso e iniziai slacciare le cinghie sulle cosce, avevano lasciato due linee rosse, erano davvero strette e poi quella sulla vita, mi tolsi il tutto e cercai di coprirmi come potevo con le mani

-ora tu e il tuo corpo siete miei. Non devi mai coprirti.-

Subito tolsi le mani come se avessi preso la scossa ma non riuscivo più a guardarlo, così girai la testa facendo finta di osservare la stanza, ma vedevo che il mio padrone stava fissando il punto fino a quel momento coperto.

-Sei vergine... non sei mai arrivato neanche ai preliminari?-

-no padrone...-

-ci arriveremo. Vuoi vedere la tua stanza?-

-avrò una stanza tutta per me?-

BunnyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora