45. preoccupato

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Finalmente il giorno dopo sarebbe arrivato quella cena che stavo aspettando da così tanto.
Alla fine avevo scelto una camicetta rosa trasparente, l'avevamo trovata quasi per caso e io mi ne ero innamorato subito.
Il mio collarino rosa con un cuore davanti, un bel cerchietto che mi teneva indietro i capelli e aveva le orecchie da coniglietto con una abbassata.
Una delle mie gonne più carine con sotto il solito intimo aperto dietro nel caso il mio Daddy avesse voluto giocare un po' durante la cena.
Non avevo stranamente messo il mio reggicalze perché volevo essere comodo e dei calzini bassi, che sulla pianta avevano la forma di delle zampette e sopra tanti piccoli coniglietti.

Mi sarei messo tutto il mattino successivo e infatti era tutto preparato sulla sedia della scrivania nel mio padrone che in quel momento entrò

-cucciolo, puoi venire un attimo qui?-

Mi spaventai a quella richiesta, non me lo aveva ordinato, me lo aveva chiesto, non lo faceva praticamente mai e questa cosa era davvero davvero strana...
Mi sedetti al bordo del letto di fianco a lui

-domani... potresti sentire alcune cose-

Io annuii

-non voglio che ti spaventi se ti racconteranno alcune delle punizioni, a molti di loro piacevano-

-come per me le sculacciate?-

-sì. Ma per alcuni di loro erano cose molto più... violente-

-capisco... non mi spaventerò te lo prometto.-

-e un altra cosa...-

Pensavo mi avrebbe lodato per la mia promessa, e invece non mi disse che ero un bravo cucciolo, ci rimasi un attimo male

-non chiamarmi mai per nome. Forse alcuni di loro lo faranno, ma tu non puoi.-

-certo Daddy, conosco il tuo nome dalla prima visita dei tuoi colleghi ma non l'ho mai usato-

-e poi...-

Ancora una volta non mi aveva detto che ero stato bravo e in più non mi guardava

-potresti scoprire alcune cose sul mio passato... io ora non ho più potere su di loro è possono dire quello che vogliono, ma alcune cose preferirei che non te le dicessero, capirai quali sono se le sentirai e ti ordino di comportarti come se non le sapessi.
Siamo intesi?-

-certo padrone...-

Cose del suo passato? E poi perché sembrava così preoccupato? Il mio padrone non era mai agitato, cosa sapevano i suoi vecchi sottomessi che io ignoravo?

-come faccio a sapere se...-

Mi interruppe

-lo capirai.-

-va bene Daddy...-

Finalmente lui mi guardò, sembrava arrabbiato e io mi ritrassi istintivamente, aveva lo stesso sguardo che aveva prima di punirmi...

Lui se ne accorse e mi abbracciò

-ti vanno un po' di coccole prima di dormire?-

-certo padrone-

E sorrisi ma non mi ero dimenticato il suo sguardo di prima.

E le coccole non furono come al solito, lui sembrava molto più rigido, più rude... e meno dolce.
Volevo sapere cosa lo preoccupava per aiutarlo

-questa cena ti sta bene?-

Mi fissò per qualche secondo interrompendo le carezze

-di che parli?-

-ogni volta che parliamo di domani non mi sembri felice...-

-se non mi stesse bene non lo avrei organizzato.-

-ma...-

-no, ascolta. Non voglio che tu ti senta meno di loro. E hai detto che incontrarli non avrai più paura di questo, vero?-

-sì... cioè lo spero...-

-tu per me sei importante, questo credo di avertelo già dimostrato. Quindi faremo questa cena domani.-

Io allungai il collo e lo baciai sulle labbra

-sei davvero il miglior Daddy del mondo...-

Dopo quello le coccole furono molto molto più dolci, il mio padrone mi riempì di succhiotti su tutto il collo e il petto, avevo come l'impressione che volesse sottolineare la mia appartenenza a lui, sapeva che il giorno dopo si sarebbero visti tutti i segni dato che mettevo la camicetta trasparente.

Mi fece due cuori di succhiotti intorno ai capezzoli e un enorme M sulla schiena.

-M di master?-

Chiesi, ma sapevo che era la M di Matt

-anche-

E quando mi fece girare nuovamente mi riempì la faccia di baci

-sei mio lo sai?-

-solo tuo Daddy.-

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