88. tour

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Non mi ero affatto dimenticato del mio piano.
Per questo quel giorno chiesi a Joseph di giocare ai videogiochi con me.
Gli chiesi di pranzare insieme e di stare con me anche tutto il pomeriggio.
Volevo parlare con lui, conoscerlo meglio per poi poter attuare il mio piano.

Avevo scoperto che aveva 21 anni, solo due più di me, ma che stava con il mio Daddy ma molto più tempo, da quando ne aveva 13.
Mi aveva detto che i suoi genitori lo avevano venduto a 10 anni per pagarsi i debiti e che il mio padrone era stato molto importante per lui, lo aveva fatto andare a scuola, ora faceva un corso per diventare pasticcere e nel mentre che lo finiva gli era stato permesso di rimanere lì e occuparsi di me era il suo compito, ma che sognava di aprirsi una pasticceria

-ma come lo trovi il tempo di studiare se io ti rompo sempre?-

-non mi rompi, è un piacere aiutare.
E molte volte i dolci che mangi li preparo io, ad esempio la torta fragole e panna di ieri?-

-davvero? Ma era buonissima! Sei bravissimo Joseph.-

-e poi adesso è estate quindi il corso riprenderà a settembre, quando il padrone è a casa sto molto meno con te e posso partecipare alle mie lezioni serali-

-ma quando finirai la scuola e te ne andrai io sarò molto triste...-

-vedrai che arriverà qualcuno che ti piacerà-

-nessuno potrà mai piacermi più di te.-

-grazie...-

-è vero, non serve che ringrazi.
Comunque... mi stavo chiedendo dove dormi. Perché se non mi sento bene durante la notte come faccio a chiamarti?-

-quando il padrone non c'è come ora occupo la stanza difianco alla tua, ma solo in modo provvisorio.
Di solito dormo nell'altro edificio-

-altro edificio? Ma quanto è grande questo posto?-

-di la dormono tutti quelli che lavorano qui-

-io vedo sempre e solo te-

-ci sono molte persone in realtà, chi pulisce, chi cucina, c'è anche il meccanico personale per le auto del padrone, alcuni giardinieri, i barman nel bar, il bibliotecario, in tutto credo che siamo una cinquantina...-

-cinquanta? E come mai io non ne ho mai visto uno? In realtà una volta ho visto una giardiniera...-

-siamo pagati apposta per fare il nostro lavoro senza disturbare, è naturale che tu non ci veda spesso, tranne me, sono il tuo cameriere personale-

Joseph era davvero gentile

-perché non mi fai visitare anche l'altro edificio?-

-non saprei...-

-il mio Daddy ha detto che non posso?-

-be' no, non lo ha detto, ma non c'è nulla da vedere, sono solo camere da letto praticamente-

-ti preeeeeeego-

Nessuno poteva resistere ai miei occhioni dolci.
In realtà aveva ragione, fu abbastanza noioso visitare l'altro edificio.
Anche se vidi un sacco di persone che non conoscevo, e tutti erano gentilissimi con me

Però tornando ci fermammo al bar del mio padrone e io presi un succo alla pesca per poi andare alla biblioteca, mi piaceva come posto,non tanto per ilibti che trovavo super noiosi. Ma aveva un buon odore e mi piaceva salire al piano di sopra e poi guardare giù immaginando uno scivolo che partiva dalla balconata e che arrivava al centro della stanza.

La vera ragione per cui avevo chiesto a Joseph di andare lì era perché la stanza delle telecamere non era tanto lontano quindi gli chiesi di fermarci pure lì.
Pensavo che chiedendogli di andare molto in giro quella stanza sembrasse solo una delle tante e non il mio reale obbiettivo.

Joseph prese un mazzo di chiavi dalla tasca... prese in mano quella completamente nera ed entrammo.

Il posacenere era ancora lì. C'erano buone probabilità di trovare dei pacchetti di sigarette in quella stanza.

Mi sedetti sulla sedia in pelle guardando molto concentrato gli schermi per qualche secondo.
Subito dopo mi misi a girare con la sedia, che aveva le ruote per la stanza.

-WIIIII
Joseph dovresti provare.-

Misi i piedi sul muro sotto la finestra dove ero appena arrivato e mi spinsi all'indietro verso il divano
-WIIIIIIII-

-mi sembra piuttosto pericoloso...
È meglio se smetti...-

Dal divano mi preparai per spingermi in mezzo alla stanza

-tranquillo Jos ho tutto sotto controllo.-

Mi spinsi e la sedia si ribaltò impigliandosi nel tappeto a terra. Io caddi, colpendo la spalla

-signorino!-

-sto bene...-

Mi misi seduto

-ora andiamo al pronto soccorso.-

-ma nnn mi sono fatto nulla guarda-

E mi rialzai in piedi senza fatica

-io ora ti porto al pronto soccorso.-

-ma non c'è bisogno di uscire... è solo una botta.-

Questo non faceva affatto parte del mio piano. Si fermava a scoprire quale fosse la chiave che apriva quella stanza.

-non dobbiamo uscire, ce ne è uno qui, forse dovrei chiamarla infermeria.-

-oh, ok. Se ci mettiamo poco allora va bene-

chiuse la porta a chiave e mi accompagnò, era inutile non mi ero fatto nulla. E poi prima stavo solo facendo lo scemo per non fargli sospettare che volevo entrare quella stanza per altri motivi.

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