29. profondità

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Il cazzo del mio Daddy era più grande di tutti quelli in plastica con cui mi ero allenato, ma quello non dovevo tenerlo in bocca per ore dovevo muovermi, era decisamente più semplice così.

All'inizio mi concentrati sulla punta leccandola e poi mettendola in bocca, continuavo con le mani ma facevo movimenti più corti e veloci
Ogni volta che scendevo con la testa andavo un pochino più in basso, gli allenamenti erano serviti non ero mai andato così il profondità.

Il mio Daddy non gemeva come me prima, ma sentivo che il suo respiro si era fatto più veloce, forse è dico forse ansimava appena.
Volevo dimostrargli che potevo fargli provare piacere come lui lo faceva provare a me, per questo continuai ad andare sempre più giù e ancora 3 ancira.

Ma a un certo punto il mio Daddy mi prese per i capelli e mi spinse in basso la testa.
Troppo in basso.

Io mi staccai di scatto tossendo e lo guardai confuso con il fiato mozzo.

-te l'ho detto che non eri pronto.
Non ci sei riuscito e ora dovrò punirti stronzetto.-

-è per questo che non mi hai fermato prima allora...-

Mi massaggiai la gola

-ti meritavi una lezione. Se dico no è no. Anche se non ti dico perché c'è sempre un motivo.
Tu sei il mio schiavo e devi obbedirmi.
Hai capito bene?-

-mh...-

Non lo guardavo

Lui mi prese per i capelli facendomi alzare la testa

-rispondimi.-

-sì Daddy...-

Mi strattonò appena è io sentii alcuni capelli staccarsi dalla cute prima che mi lasciasse andare

-ora vai in camera tua. Non voglio vederti.-

Mi liberò i polsi e io andai nella mia camera a sdraiarmi sul letto, sentii la serratura scattare segno che la porta era stata chiusa.

Mi guardai intorno, sul comodino c'era quella specie di museruola e dalla mia ultima visita in quel posto erano state installate altre telecamere, prima c'è ne era solo una in un angolo, ma adesso ne vedevo un altra sul soffitto che puntava dritta sul letto e un'altra appena sopra il televisore.

Io mi sdraiati di lato, non volevo farmi vedere dalle telecamere mentre piangevo, ma era praticamente impossibile nascondersi da quella sul soffitto, mi coprii la testa con un cuscino e iniziai a piangere.
Avevo fatto arrabbiare il mio Daddy e ora non voleva più vedermi...
Tutta la serata era andata così bene...
Perché dovevo fare sempre così?
Magari non lo avrei visto neanche a colazione il giorno dopo... mi si strinse il cuore al solo pensiero.

Quando riuscii a calmarmi abbastanza pensai che forse il mio padrone mi stava guardando in quello stesso momento dalle telecamere.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai al televisore, ma era troppo in alto, in quella stanza non c'era neanche una sedia, volevo mettermi proprio di fronte.
Tornai sul letto mettendomi in piedi e mi fermai al centro fissando quella sul soffitto

-ti prego Daddy scusa... io ho sbagliato... ti prego fammi dormire con te... questo letto e troppo grande e freddo senza di te...-

Pensavo che la porta si sarebbe aperta e lui sarebbe entrato quindi la fissai, ma rimase chiusa.
Non ebbi nessun segno che il mio messaggio era stato ascoltato da qualcuno, magari le telecamere non avevano anche i microfoni.

Iniziai a rovistare per la stanza e trovai dei fogli bianchi e dei pastelli a cera, c'erano molte cose per bambini in quella stanza che non avevo mai notato non passandoci molto tempo.
Mi sedetti sul pavimento e scrissi molto grande su un foglio "Scusa" e su un altro "mi manchi"

Poi tornai in piedi sul letto e li feci vedere bene alle telecamere, ma anche quella volta non ebbi nessun segno, né passi dietro alla porta né la voce del mio padrone.

Sapevo che mi ero meritato quella punizione ma non volevo rimanere comunque lontano da lui.

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