11. Prima punizione?

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-chiedi pure bimbo-

-sei ancora arrabbiato con me per ieri sera?-

Lui mi guardò per qualche secondo prima di rispondere

-hai già avuto la tua punizione, non te ne darò altre per quello, tranquillo-

Io annuii e continuai a mangiare un attimo più tranquillo.

Finita la colazione lui si chiuse in una stanza che sapevo essere il suo ufficio e mi aveva dato il permesso di girare per casa a patto di non toccare nulla e non cercare di aprire le porte chiuse a chiave per nessu motivo, se erano chiuse c'era un motivo.

Così gironzolavo, vidi molte altre sale, anche una che sembrava una discoteca e un'altra con il bancone e dietro un barista, ma io non avevo il permesso di ordinare qualcosa quindi mi limitai ad osservare la stanza prima di cercarne un altra enteressante.
Vedevo in giro gente che puliva la casa, probabilmente lavorava lì, e a un certo punto sobbalzai sentendo uno stano rumore venire da fuori ma era solo la giardiniera che tagliava il prato.

A un certo punto entrai in una stanza davvero davvero inquietante, c'era un intera parete piena di quelli che sembravano frustini, poi corde e catene, anche una bella fila di manette, in un angolo c'era una gabbia che avrebbe potuto contenere un uomo, vidi anche quelli che sembravano collari per cani, ma dubitavo che lo fossero, c'era anche una cintura della castità come quella che avevo indossato io il giorno prima ma un po' più grande e in pelle nera, non rosa, c'era una vetrina piena di dildi e vibratrori e su una parete anche un "X" enorme con sui quattro lati delle manette, sembrava fatta apposta per legare qualcuno.
C'era anche una specie di impalcatura da cui pendevano altre corde, sospettai che anche quelle servissero per legare qualcuno, c'era anche un letto in quella stanza ma non sembrava essere stato usato di recente, poi vedevo anche un specie di tavolo, ma stretto e rivestito in pelle, e sulle gambe c'erano altri lacci, forse per legare qualcuno?
Probabilmente.
Per terra vidi qualcosa, una pallina con dei buchi con ai due lati dei lacci, non sapevo a cosa servisse, ma stranamente non a legare qualcuno...
Dopo un po' capii dove ero finito, era la stanza delle torture, avevo come l'impressione di non dover entrare lì... ma la porta era aperta...

Mi girai per tornare in dietro e uscire di lì immediatamente, ma sulla soglia c'era qualcuno e quel qualcuno era il mio padrone che mi fissava con le braccia incrociate al petto decisamente arrabbiato.

-allora?- la sua voce calma mi fece più paura che se avesse urlato

-la porta... era aperta... non era chiusa a chiave lo giuro... non avrei mai cercato di aprirla se fosse stata chiusa...-
Avevo iniziato a tremare, avrei subito la mia prima punizione nella stanza delle torture?

-stavo venendo a chiamarti per il pranzo quando scopro che sei entrato in una delle stanze nelle quali non dovevi entrare.-

E intanto si avvicina con uno sguardo pericoloso

Io mi faccio sempre più piccolo sotto il suo sguardo

-lo giuro era aperta... i-io non sapevo di non dover entrare qui... sta-stavo per andare via quando ho ca-capito cos'era...-

Ormai era davanti a me, mi prese per i capelli tirandomi su la testa e facendomi male, ormai avevo gli occhi pieni di lacrime

-ti ho detto che devi sempre guardarmi negli occhi. Soprattutto quando ti sto sgridando.-

-scusa padrone... ma io non sape-

-zitto.-

Perché doveva essere così sexy anche da arrabbiato, anzi, forse lo era anche di più... io annuii piano

-ho telecamere di sicurezza ovunque, scoprirò subito se stai mentendo o no.-

Mi tirò ancora i capelli prima di lasciarli andare.

-ma indipendentemente da quello che vedrò io non posso più fidarmi di te, quindi...-

Si avvicinò a una parete e quasi mi cedettero le ginocchia, cosa stava per prendere? Voleva frustarmi finché non avrei più potuto camminare? Oppure come con quel suo vecchio sottomesso che era stato rinchiuso in quella stanza per essere... in quel preciso istante riconobbi la macchina di cui mi aveva parlato il mio Daddy il giorno prima, ma era dal lato opposto della stanza rispetto a lui.
Ok... bene...
Ma lui aveva appena preso quello che sembrava un collare per cani, avrei dovuto fare come il suo altro sottomesso? Quello costretto a camminare a quattro zampe come un cane per il parco tutto nudo?

-vieni immediatamente qui.-

Andai subito, sapevo cosa mi aspettava e avevo le gambe molli.

Mi mise il collare strettissimo, quasi non respiravo, e c'era attaccato un guinzaglio, avevo le lacrime agli occhi.

E poi lui uscì dalla stanza chiudendola a chiave, non avevo scelta se non quella di seguirlo.
Dopo un po' ci trovammo davanti a un altra stanza e anche quella la aprì con una chiave. Era piena di schermi, probabilmente lì poteva vedere tutte le telecamere, si sedette su una sedia

-mettiti qui, per terra in ginocchio.-

Io lo feci subito mentre lui cercava quello che voleva vedere.
Ci mise un paio di minuti forse di meno ma alla fine si voltò verso di me sospirando e mi allentò un po' il collare senza togliermelo

-non mi hai mentito e la porta era davvero aperta, sei stato bravo cucciolo.
Vieni un attimo qui-

Si spostò da quella sedia al divano in pelle, unico altro pezzo di arredamento della stanza se non contavo gli schermi e il piccolo tavolino davanti al divano con appoggiato sopra un posacenere.
Mi fece sedere sulle sue gambe a cavalcioni e mi fece appoggiare sul suo petto.
Aveva una mano fra i miei capelli accarezzandoli piano e una sulla schiena, quella sulla schiena scendeva a poco a poco e come era già successo una volta si fermò solamente quando entrò nel mio intimo per riuscire a palparmi bene il culo

Era bello. Era rilassante. E caldo, completamente diverso da qualche minuto prima.
Mi accorsi subito che quello era un premio, perché avevo detto la verità è lui prima mi aveva fatto male senza motivo

-grazie Daddy...-

-di nulla cucciolo, ti sei meritato le coccole.

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