8. Il padrone

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Dopo quella conversazione cenammo, sapevo che non potevo iniziare a mangiare senza prima aver avuto il suo permesso ma me lo diete subito dopo che un cameriere di quell'enorme casa mi mise il piatto davanti.

Prima di andare a dormire il mio padrone mi aveva permesso di guardare un film, così ero sotto una coperta con la testa appoggiata sulla sua spalla e una sua mano intorno alla vita.
Continuava ad appoggiare lì le sue mani, come se fossero attratte da delle calamite, a me non dispiaceva erano calde e grandi e mi facevano sentire... protetto?

-baby?-

-sì, padrone?-

-dammi un bacio.-

- c-cosa?-

-un bacio, muoviti.-

Era una richiesta così strana di punto in bianco...

-certo padrone...-

Dovevo farlo, non volevo essere punito, così mi girai verso di lui, mi guardava con quello sguardo severo che mi faceva sentire così piccolo... non riuscivo a sostenerlo. così abbassai gli occhi mentre continuavo ad avvicinarmi.
E così le nostre labbra si incontrarono.
Avevo le guance così calde che sentivo l'aria scaldarsi intorno, mi staccai quasi subito abbassando la testa e lo sentii ridere.

-non posso arrabbiarmi con te perché non mi guardi negli occhi, sei troppo tenero e impacciato.
Però guardami ora.-

Alzai la testa, ma era difficile non abbassarla nuovamente, lui mi accarezzò la guancia

-sei così casto, sarà un esperienza del tutto diversa con te, credo che dovrò andarci piano almeno la prima volta...-

E dicendo questo mi passò il pollice sulle labbra

-andiamo a letto, dormi con me questa notte.
Voglio che domani tu ti svegli quando suona la sveglia capito? Non farti punire il primo giorno perché non ti alzi.
Oh giusto mi stavo per dimenticare... tu dormirai nudo. Sempre. A meno che io non ti dica di mettere qualcosa di specifico.-

Già stavo per guardare di nuovo in basso troppo imbarazzato, ma cercai di trattenermi, nudo? E perché? Ok, avevo solo un paio di mutande di pizzo decisamente trasparente, non sarebbe cambiato molto, ma era comunque imbarazzante.

- v-va bene Daddy-

Mi fece alzare e il pavimento era riscaldato quindi non ebbi freddo durante il tragitto anche senza la coperta, entrai nella stanza del mio Daddy, era enorme, un bel letto matrimoniale, la televisione, un minifrigo, una scrivania piena di quelli che sembravano documenti importanti e una porta che forse portava al bagno personale della stanza.
Notando il mio sguardo mi disse

-dietro quella porta c'è il bagno, che è anche quello della tua camera in realtà, ma dalla tua parte la porta è chiusa perché non ci puoi andare senza il mio permesso.-

-va bene Daddy, grazie... e ora? Posso andare in bagno?-

-certo, andiamo-

Andiamo? Perché doveva venire anche lui?
E fu proprio così, mi fissò per tutto il tempo mentre io continuavo ad essere di una sfumatura che faceva invidia ai pomodori.

-ora toglile, tanto dormirai senza.
E lavati i denti.-

E ubbidii a entrambi gli ordini mentre lui tornava di là.

Non sapevo se ero felice di essere lì, era tutto fantastico... avrei avuto un letto, un bagno, era una casa enorme e il cibo non mi sarebbe mai più mancato...
Ma la libertà... non che fossi mai stato molto libero, avevo sempre dovuto ubbidire agli ordini, ma non dovevo chiedere il permesso per andare in bagno, e soprattutto nessuno continuava a parlarmi come se fossi una proprietà, come un bel vaso di fiori che può essere spostato da chi lo possiede ma che non può muoversi di sua iniziativa.
Ma poteva andarmi peggio, quel padrone era piuttosto gentile e mi trattava bene, non sembrava volesse obbligarmi a fare... be' quelle cose... finché non fossi stato pronto, era un impressione che molti altri che facevano offerte per me a quell'asta non mi avevano dato. Avrei giurato di averne visti alcuni con evidenti erezioni mentre il mio prezzo saliva...
Volevano prendersi la mia verginità senza che io potessi dire nulla, forse qualche minuto dopo la vendita...

Ma il mio padrone invece no, aveva detto cose come "è ancora presto" e "ne parleremo più avanti" e poi era bellissimo...
Già... non potevo dire di no, mi ero incantato più volte a guardare le sue braccia e il suo petto muscoloso, mi veniva voglia di prendere un goniometro per misurare l'angolo della sua mascella squadrata e poi le sue mani... enormi rispetto alle mie, mi facevano sentire al sicuro quando mi stringevano, aveva anche un paio di anelli che gli davano un aria sia elegante che dura...
E i suoi occhi... era difficilissimo continuare a guardarli... ma erano perfetti...

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