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17ª puntata
<<Alice, mi dispiace non farti esibire oggi, non è stato ancora reso noto al pubblico, ma Ali non potrà cantare per un po'. Proprio per questo la produzione ritiene opportuno far scegliere al tuo coach che cosa fare: non sappiamo quanto dovrai stare ferma con la voce, potrebbero essere pochi giorni o settimane e in vista del serale non è di certo un bene. In sintesi devi portare la maglia a rudy e metterti al centro dello studio>> annuisco a testa bassa e, dopo aver preso la mia felpa, faccio ciò che mi ha detto la conduttrice.

Disfonia. Durante la quarantena ho fatto un uso spropositato della voce per provare qualche pezzo, nonostante fosse rauca. Ed ecco il risultato. Rischio di andare a casa.

<<Allora Alice, io ho avuto l'occasione di parlare col medico dopo che ti ha visitata e dato la diagnosi. Devi far riposare la voce dai 15 giorni o più se le cose non si aggiustano. So che verrò odiato per questo, ma io non me la sento di tenere occupato un banco che probabilmente tra qualche settimana sarà vuoto comunque perché non potrai cantare. A malincuore ho preso la decisione di farti abbandonare la scuola>> eccole lì.

Le parole che mi aspettavo sono arrivate. Non canto già da un paio di giorni, non ho fatto le prove, sapevo che rudy non me l'avrebbe fatta passare liscia. Non che mi voglia punire, ma il suo è effettivamente un ragionamento giusto, ma nonostante ció mi sento morire dentro. Una piccola parte di me sperava davvero di poter arrivare al serale, con i miei compagni, con Alex. Invece a quanto pare li guarderò dalla TV.

<<Ok>> sussurro talmente flebilmente e probabilmente mi sono sentita solo io.

<<Mi dispiace>> prende parola maria non appena vede i miei occhi lucidi, ma io scuoto la testa sorridendo.

<<Nah, va bene così, davvero>> cerco di convincere più me che lei.

<<Vuoi dire qualcosa?>> continua la bionda.

<<Ehm si, assolutamente. In primis ci tengo a dire grazie a te Maria, che alla fine sei sempre stata vicino ad ognuno di noi, anche se questo magari dal programma non traspare perché non c'è il tempo di mandare effettivamente in onda tutto ciò che accade qui. Mi hai fatto da mamma in questi mesi in cui la mia era lontana e te ne sarò sempre grata per questo. Poi è doveroso ringraziare i prof, il mio di prof e tutti coloro che hanno contribuito alla mia crescita qui dentro: Raffaella misiti, giovanni sciabarrasi, i ballerini professionisti, i fonici, le costumiste, il ragazzo che sta in regia con cui perdevo tempo a parlare durante le prove (ciao matteo). Però il grazie più grande, assieme al pubblico, va a quelli seduti alle mie spalle>> mi giro verso loro durante l'ultima frase. Ormai sono un pozzo di lacrime, che lo dico a fare. <<Questi qui sono riusciti a farmi fare un cambiamento immane, a farmi scoprire tante cose e tanti valori nuovi, che io prima non conoscevo. Qui ho trovato amici veri ed ora comprendo il perché del nome di questo programma. Se si è fortunati ci si trova a far parte di una classe come questa, ed io lo sono stata. Posso salutarli adesso?>> Maria annuisce ed io vado all'inizio della piccola scalinata che divide i banchi dal palco.

Uno ad uno mi si avvicinano tutti, mi stringono a sé, mi sussurrano le solite cose che si dicono in questi casi...ma effettivamente cos'altro dire.

Quando Carola mi si para davanti entrambe piangiamo ancora più forte. Ormai siamo come sorelle, abbiamo lo stesso rapporto che hanno lei e le sue galline.

<<Rompi gli schemi>> le dico all'orecchio e subito mi capisce. Carola sta davvero cercando di abbattere queste ossessioni che ha per la tecnica e la precisione. Io ero un po' la sua motivatrice e nonostante tutto dovrò continuare ad esserlo, a maggior ragione ora che sarò distante.

<<Non siamo riuscite a festeggiare il tuo compleanno assieme>> dice staccandosi.

<<Ci rifaremo, promesso>> le sorrido e le mi stringe un'ultima volta prima di ritornare al suo posto.

<<Alex, vuoi uscire un attimo con lei?>> chiede Maria all'unico che ancora devo salutare: è rimasto a fissare il vuoto per tutta la durata degli abbracci con gli altri.

<<Posso?>> chiede a sua volta il moro.

<<Certo, vai>>.

<<Grazie>> si alza dal suo posto ed io vado a recuperare la felpa dalla scrivania di zerbi.

<<Me la tengo come ricordo, posso no?>> domando alla De Filippi, ma in realtà ho già deciso che la prenderò comunque.

<<Quanto sei scema, certo che puoi>>.

<<Mi mancherà sentirtelo dire>> sorrido già nostalgica.

Dopo un saluto generale guardo per l'ultima volta questo studio, questo studio che per mesi e mesi è stato la rappresentazione delle mie domeniche, l'incoronazione di un sogno.

<<Alice>> mi richiama Maria mentre faccio per girarmi ed andarmene.

<<Si?>>.

<<È stato bello averti qui>> sorrido piangendo, che bell'antitesi.

<<Anche per me è stato bello essere qui>>.

Percorro il corridoio che conduce alla sala relax affiancata da Alex, ma nessuno dei due dice niente.

Entrati in sala poso la felpa su uno dei tavoli e mi piazzo davanti al cantante.

<<Guarda che te li vedo gli occhi lucidi Rina>> scherzo e per non farsi vedere in viso mi stringe a sé.

<<Va al serale per entrambi, ok? Poi se porti anche la coppa a casa non è che mi dispiace>> inspiro il profumo della sua maglia e sento la sua presa farsi ancora mi stretta.

<<Come faccio ora?>> mi domanda senza staccarsi.

<<Ti abitui alla mia assenza, ne abbiamo visti andare via tanti>>.

<<Direi che c'è differenza tra te e gli altri. Poi li abbiamo visti andare via insieme, facendoci forza a vicenda>>.

<<Che romanticone, non è che hai la febbre?>> gli metto la mano sulla fronte per controllare scherzosamente la sua temperatura, ma lui la prende e se la porta alle labbra, lasciandoci su un bacio delicato e quasi impercettibile.

<<Ah quanto mi hai fatto penare Alessandro Rina>> cerco di buttarla ancora sullo scherzo prendendogli il viso tra le mani.

<<Ne è valsa la pena però, no?>>.

Annuisco. <<Si, ne è falsa totalmente la pena>>.

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Mi odiate lo so, per svariati motivi e lo percepisco, ma dovevo. Vi spiegherò poi il perché. Loveu.

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