23 - La Povera Sorella di Diggory

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Aprii gli occhi. Li chiusi di nuovo. 

Raggi luminosi. Troppo.

Insensibilità. Perché ho questa pesante sensazione?

Ma poi ricordai. 

"Aurora, va tutto bene, sono qui, sono qui."

Delle braccia mi strinsero. Realizzai che avevo chiamato il suo nome. E quello di Cedric.

Aprii di nuovo gli occhi, questa volta guardando il viso stanco di Draco, i lineamenti del suo viso pieni di preoccupazione.

"Cedric - dov'è Cedric? Devo vederlo."

Lui mi guardò, i suoi occhi tristi. "Aurora, lui è-"

"Ti prego non dirlo," bisbigliai, il cuore mi fece male nel petto. "Ti prego non dire quelle parole."

Cedric non era lì. Non sarebbe più tornato. Non andava bene.

Le lacrime cominciarono a uscire dai miei occhi. Volevo Ced. Volevo il mio imbarazzantissimo ma senza speranza tenero fratello. 

Draco mi strinse forte, baciandomi la fronte mentre singhiozzavo senza controllo nel suo petto, bagnando la sua maglia di lacrime.

Mi accarezzò i capelli così che le lacrime diminuirono. Stemmo lì in silenzio, cullati uno tar le braccia dell'altro, ascoltando il cinguettio degli uccelli fuori che cantavano per il nuovo giorno.

Un giorno che Cedric non vedrà mai. 

Un'ondata fresca di lacrime mi colpì. Strizzai forte gli occhi, cercando di ignorare l'orribile dolore nel petto. La sensazione che stavo trasportando pesantemente dentro impedendomi di respirare.

Draco mi tenne. Non mi lasciò mai. Non si lamentò mai. Anche quando pensavo che le lacrime non si sarebbero fermate mai. 

"Buongiorno, cari!"

Troppo allegro. Tenni la testa contro il petto di Draco, inalando il suo profumo, prendendo forza dalla sua sola presenza. Non potevo vedere nessuno. Non potevo immaginare di farlo. Solo Draco.

Draco grugnì in risposta al visitatore.

"Spostati ragazzo, devo controllare la signorina Diggory."

Il mio cuore batté allarmato. Non volevo essere controllata. Non volevo che Draco mi lasciasse.

"Andrò tutto bene, Aurora," mormorò al mio orecchio, percependo il mio panico. "Non vado da nessuna parte."

A malincuore lo lasciai staccarsi da me, e scivolò fuori dal letto, portando la sedia sotto la finestra.

Potevo vedere quanto era esausto, i suoi capelli biondi erano arruffati in un disordine nella sua testa e i suoi vestiti erano stropicciati. Mi chiesi se avesse almeno dormito da - dalla...

Non potevo nemmeno pensarci.

Madam Pomfrey si affaccendò intorno a me, controllando le mie pupille, temperatura e pressione del sangue, prima di infilare un pezzo di cioccolato nella mia bocca.

"Shock, cara. Ci metterò un po' per andare via. Hai sofferto la maggiore perdita. Hai bisogno di tempo. E cioccolato."

Se ne andò, dicendomi che ero libero di andare quando ero pronta.

Ma andare dove? Non avevo posti in cui andare. Il pensiero di lasciare questa calma e bianca stanza mi fece sentire subito il panico.

"Papà. Dov'è il mio papà?" bisbigliai, dopo aver ingoiato il cioccolato. Mi faceva stare male.

"Ho sentito che è stato portato a San Mungo." disse Draco gentilmente, sedendosi sul letto e prendendomi la mano nella sua. "Lui-lui doveva essere sedato."

Vomitai, al ricordo agli urli di mio padre rimbombare nella mia testa.

IL MIO RAGAZZO! IL MIO RAGAZZO!

"Draco, sto per vomitare."

Draco afferrò un secchio che era al lato del letto e lo tenne mentre mi prese i capelli con l'altra mano. Il cioccolato schizzò sul fondo appena vomitai violentemente ancora e ancora.

Le lacrime mi rigarono le guance. Ero terrorizzata. Avevo così tanta paura di non poter stare bene di nuovo. Perché come avrei potuto vivere in un mondo in cui mio fratello era morto?

Perché era quello che era. Morto.

"Perché è dovuto morire?!" urlai, singhiozzando senza controllo nel secchio, le lacrime cadevano nello schizzo di cioccolato.

"Aurora," disse Draco con tono rassicurante, togliendo il secchio e mi abbracciò.

"Intendi dire che non te l'ha detto?"

Sentii Draco irrigidirsi.

La voce di Harry.

Lentamente, alzai lo sguardo. Harry era in piedi accanto al letto, indossando un camice da ospedale. Sembrava spaventoso. Sembrava arrabbiato.

"Vattene, Potter. Ne ha avuto abbastanza." sputò Draco, oro sgocciolava da ogni sillaba.

"Oh, credi io no?" Harry sogghignò, guardando Draco in un modo che potrei chiamare repulsione. "Perché non fai un salto a casa e chiedi a tuo padre della mia piccola avventura la scorsa notte?"

Il mio cuore cominciò a martellare. Realizzai di non avere la minima idea di come Cedric fosse stato ucciso. Nessuno me l'aveva detto. Non potevo chiedermelo. Ma ora, Harry era qui, l'ultima persona che l'aveva visto vivo, che parla del padre di Draco.

"Draco?" chiesi, guardandolo confusa, sperando che con un solo sguardo potesse assicurarmi che non fosse come stavo pensando.

Ma mi guardò solo senza dire una parola, la sua bocca si aprì appena Harry fece una silenziosa risatina beffarda.

"Tuo fratello se n'è andato nello stesso modo di tua madre, Aurora," continuò Harry. "Ucciso per ordine di Voldemort. Ucciso da suo padre."

Harry puntò un dito contro Draco, tremando furioso. Draco si alzò subito, una sfumatura rosa colorò la sua guancia.

"Ti avverto Potter," sibilò, avvicinandosi minacciosamente a Harry. "Chiudi la bocca ora."

"Oppure cosa?" ringhiò Harry, le sue labbra si arricciarono per il disgusto. "Papino ha raccontato di me al suo capo? Beh, la cosa è, Malfoy, ho combattuto contro di lui più di una volta e sono ancora in piedi, perciò perdonami se non sono terrorizzati dalle tue patetiche tentazioni di spaventarmi."

Lasciai uscire un pianto strozzato, il mio cuore strizzò alle parole orribili di Harry. Aveva parlato come se io non stessi lì a sentire riguardo mio fratello assassinato.

Sia Draco che Harry si girarono, i loro occhi si spalancarono allarmati, come se si fossero dimenticati che io fossi seduta lì. 

Il viso di Harry cadde immediatamente quando vide la mia angoscia. "Cazzo, Aurora, mi dispiace. Ma dovevi sapere esattamente chi ti sta confortando. Cedric non sarebbe morto ieri notte. Ma a loro non importava. Era sacrificabile. Era-"

Ma non volevo sentire nient'altro. Un grande e rimbombante rumore iniziò nella mia testa, mi assordò per quelle parole. Saltai, spingendolo e corsi fuori, con Draco che imprecava arrabbiato dietro di me.

Non potevo essere lì. Non potevo sentire. Mio fratello non era sacrificabile. Era bellissimo, gentile, era tutto. Era.

Corsi. Non mi fermai. Non sapevo dove stessi andando. Volevo solo andare via da Harry, via dalle terribile accuse.

Le persone mi fissavano, spostandosi per farmi passare, i loro visi un miscuglio di pietà e curiosità. Nessuno mi fermò. Nessuno chiese se stessi bene o cosa stesse accadendo. 

Pensai che lo sapessero già. 

Ero la povera sorella di Diggory.

La sorella con il fratello morto.

The Diggory Sister || Draco Malfoy / traduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora