Ritorno da 18

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Emma alzò la testa dal cellulare nel momento in cui sentì la porta d'ingresso aprirsi. Era un tardo pomeriggio di inizio settembre e la ragazza, sdraiata sul suo letto, stava controllando le pagine Instagram dei suoi calciatori preferiti, Theo Hernandez, Rafa Leao, Olivier Giroud, Ante Rebic e soprattutto Brahim Diaz. Aveva impostato le notifiche ogni volta che uno di loro avesse pubblicato una storia, un post o un qualsiasi aggiornamento ma non si fidava mai del tempismo del social network e appena ne aveva la possibilità preferiva controllare direttamente.

"Ehi sorellona! Sono tornato!"

Emma balzò in piedi, uscì dalla propria stanza e si precipitò di corsa giù per le scale. Al piano di sotto, accanto alla porta d'ingresso, suo fratello Riccardo, accompagnato dai nonni, le rivolse un sorriso luminoso.

"Ehi campione! Come è andato il primo allenamento?" domandò la ragazza. "Lo sai che devi raccontarmi tutto, vero?"

Gli occhi verdi di Riccardo, dieci anni compiuti ad aprile, brillavano di gioia. Il bambino era stato selezionato due mesi prima per giocare nelle giovanili del Milan e da quel momento non parlava d'altro.

"Mi hanno fatto scegliere la maglia e sai quale ho scelto? La 18 come il numero che aveva Ante prima di prendere il 12! Ho giocato in attacco sulla fascia sinistra come Rafa e oggi nella partitella alla fine dell'allenamento ho fatto tre goal! La mia squadra ha vinto 6-5!"

Riccardo sprizzava felicità ed entusiasmo da tutti i pori; iniziò a correre in giro per la casa con la maglia dell'allenamento. Sia la sorella, sia i nonni non poterono fare a meno di sorridere.

"Bravissimo Ricky!" sì complimentò Emma scompigliandogli i capelli. "Ora dai un bacio ai nonni che devono andare, e poi fila a finire i compiti!"

"Non ci penso nemmeno! Voglio andare a giocare a calcio al parco con Luca!" protestò Riccardo alludendo al suo migliore amico, ed ormai ex compagno di squadra.

"Tu non vai da nessuna parte!" ribattè la ragazza minacciosa parandosi davanti alla porta.

A volte Emma si sentiva quasi più una mamma che una sorella maggiore. D'altronde i genitori lavoravano fuori casa tutto il giorno, ed in quel periodo in cui la ragazza ancora non aveva cominciato a frequentare i corsi all'università, la gestione della casa e del fratellino era finita interamente sulle sue spalle. Quel giorno erano stati i nonni ad accompagnare Riccardo al Centro Sportivo Vismara di Milano perché lei era dovuta andare in università a sbrigare alcune pratiche per l'iscrizione, ma dall'allenamento successivo sarebbe toccato a lei perché i nonni non erano abituati a guidare in una città grande e caotica come Milano e non si sentivano molto sicuri. Nemmeno Emma ci si sentiva, per la verità, ma era giovane, ci avrebbe fatto l'abitudine.

Dopo aver raccontato alla sorella ogni più piccolo dettaglio sul suo primo allenamento nelle giovanili del Milan, Riccardo aprì controvoglia la cartella in cerca di libri e quadermi per terminare i compiti che la maestra aveva assegnato. Le lezioni erano ricominciate solo da qualche giorno ma il bambino sapeva che quell'anno scolastico, la quinta elementare, sarebbe stato particolarmente impegnativo e non voleva deludere i genitori che gli avevano concesso l'opportunità di provare a diventare un calciatore di alto livello accettando la proposta dei talent scout che lo avevano visto giocare come ala snistra con la squadra del suo paese.

Nel frattempo, Emma aprì silenziosamente il borsone del fratello per mettere in lavatrice la sua divisa da allenamento; la sua attenzione fu catturata da un foglietto che svolazzò sul pavimento. La ragazza lo raccolse e lo scrutò attentamente, poi lanciò un urlo che fece sobbalzare Riccardo sulla sedia mentre il loro gatto scappò a nascondersi sotto il divano.

"RICKY!!! MI HAI RACCONTATO ANCHE QUANTE FORMICHE C'ERANO PER TERRA E NON MI DICI NULLA DI QUESTO???" strillò facendo svolazzare il foglietto sotto gli occhi del fratello.

"Uh già è vero me ne ero dimenticato!" rispose Riccardo battendosi una mano sulla fronte. "Tra due settimane, giovedì 29, ci portano a Milanello ma dobbiamo essere accompagnati da un adulto. Tu sei libera, vero?"

"Che domande, per forza sono libera, avrei comunque dovuto portarti a Milano, ormai vivo per fare da tassista al futuro campione del Milan" rispose Emma sarcastica. "Però sai, almeno saperlo prima, devo cominciare a pensare a come vestirmi e magari fare pure un salto dall'estetista prima del 29 settembre" borbottò cominciando a provare una certa agitazione al pensiero che avrebbe potuto incontrare di persona tutti i suoi idoli.

"Ufff come siete complicate voi femmine" sbottò Riccardo alzando gli occhi al cielo. "Come se loro venissero a guardare proprio te".

"Ha parlato quello che vorrebbe farsi adottare da Ante Rebic!" lo apostrofò la sorella conoscendo la sua passione per l'attaccante croato.

"Guarda che so benissimo che nessuno di loro verrebbe mai a guardare me, per loro esistono solo quelle famose come loro..." sospirò Emma pensando alla notizia che aveva letto qualche mese prima sul web secondo cui il giocatore per cui aveva una cotta, il trequartista spagnolo Brahim Diaz, fosse fidanzato con una cantante sua connazionale, piuttosto famosa anche in Italia.

"Cantanti soprattutto!" la prese in giro il fratello facendole l'occhiolino.

"Ecco appunto, come vedi lo so" borbottò Emma. "Però fidati che se mi presento pelosa e vestita da stracciona avrò ancora meno di quelle zero possibilità che mi ritrovo. A proposito piccoletto, tu quel giorno vedi di non combinare guai e di non farmi fare figuracce, ok?"

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora