Emma non si aspettava che a Madrid facesse così caldo già di prima mattina. Non erano ancora le dieci quando l'aereo su cui viaggiava era atterrato nella capitale spagnola, ma l'aria era talmente rovente da essere quasi irrespirabile.
Provò un momentaneo sollievo quando entrò nell'aeroporto. Non aveva bagagli da recuperare; aveva preferito viaggiare leggera, con solo uno zainetto, tanto uno scatolone in più o in meno da far recapitare nella nuova casa di Brahim non avrebbe cambiato nulla, ma aveva assolutamente bisogno di un caffè, dato che era in piedi da prima dell'alba.
Brahim non sarebbe arrivato prima di sera, dato che proprio quel giorno era previsto il rientro in Spagna del Real Madrid dalla tournee americana a cui avevano preso parte anche Milan, Juventus e Barcellona. Ma quel giorno era prevista anche la consegna nella nuova casa dello spagnolo di tutti gli effetti personali che Emma, all'insaputa di lui, si era fatta spedire dall'Italia e lei voleva che tutto fosse a posto prima che Brahim tornasse. L'aspettava una giornata di duro lavoro, ma poteva farcela.
Non era stato facile decidere di trasferirsi a Madrid, le ci erano voluti quasi due mesi. La proposta di lui era stata del tutto inaspettata ed Emma, colta totalmente alla sprovvista, non se l'era sentita di accettare subito. Brahim, tutto sommato, aveva reagito bene, forse si aspettava una risposta del genere da parte di lei, e non era più tornato in argomento durante le due settimane di vacanza che avevano trascorso insieme a giugno. Prima che lei tornasse in Italia, però, lui aveva insistito per portarla a vedere la sua nuova casa, così avevano trascorso qualche giorno insieme in città. Brahim aveva scelto una graziosa villetta indipendente a due piani, con un giardino ampio e curato dato che, come diceva spesso ad Emma, gli sarebbe piaciuto avere un cane o magari anche due. La ragazza si era letteralmente innamorata di quella casa, situata in un quartiere tranquillo e residenziale, e nei giorni che aveva passato lì aveva cominciato ad immaginare come avrebbe potuto essere viverci. Prima che ripartisse per l'Italia, Brahim le aveva lasciato una copia delle chiavi perché potesse andare e venire come preferiva, ed erano rimasti d'accordo che lei sarebbe tornata per il tre agosto, compleanno di lui, e si sarebbe fermata fino alla fine del mese.
Nelle settimane trascorse in Italia, soprattutto dopo aver brillantemente superato anche l'ultimo esame della sessione, Emma aveva continuato a riflettere sul suo futuro, si era confrontata con le amiche e aveva trovato il coraggio di parlarne anche ai suoi familiari. E alla fine, mentre Brahim era negli Stati Uniti, aveva preso la sua decisione.
Uscita dall'aeroporto prese un taxi che la portò in quella che sarebbe stata anche la sua nuova casa. Oltre a tutti gli oggetti che aveva spedito dall'Italia, quel giorno le sarebbero stati portati anche i suoi regali per Brahim, due cuccioli di cane e tutto l'occorrente per loro.
La giornata passò in un lampo per Emma, che riuscì a sistemare solo parte di tutto ciò che le venne consegnato mentre alcuni scatoloni rimasero in bella vista in salotto. Per fortuna l'allevamento dove aveva preso i cuccioli aveva acconsentito a portarli a casa di Brahim in serata, in modo che lui fosse presente al momento del loro arrivo.
Era tardo pomeriggio quando lo spagnolo le telefonò per avvisarla che il suo volo era atterrato e che in un'ora circa sarebbe stato da lei. Emma ordinò la cena e si fece una doccia per rinfrescarsi dopo quella lunga giornata di lavoro. Voleva essere più bella che mai quella sera. Stava finendo di truccarsi quando Brahim entrò in casa.
"Hola niña he llegado!" esclamò il calciatore. Prima che potesse accorgersi degli scatoloni ancora impilati nel salotto, la sua attenzione fu catturata da un rumore di passi che scendevano le scale. Il cuore iniziò a battergli più forte quando vide Emma, come sempre bellissima nella sua semplicità. Si era truccata in modo leggero e indossava un tubino di un vivace color corallo che creava un bel contrasto con la sua pelle ancora dorata e con i suoi capelli biondi; ai piedi aveva un paio di sandali dello stesso colore. Sorrideva ed aveva negli occhi una luce che gli tolse il respiro. Gli era mancata tanto. Troppo.
"Ciao amore! Buon compleanno, finalmente posso farti gli auguri di persona!" esclamò lei correndo verso di lui per gettarsi tra le sue braccia. E non appena le labbra di lui incontrarono le sue ebbe la conferma di aver fatto la scelta giusta, ora era tutto perfetto.
"Come è andato il viaggio?" domandò staccandosi da lui e facendo scorrere delicatamente le dita lungo la sua guancia. "Sarai stanco immagino".
"Un po'. Ma tanto so già che me la farai dimenticare tu la stanchezza" rispose lui con una risatina.
"Puoi giurarci, mi sei mancato talmente tanto che non sai cosa ti farei adesso!" esclamò lei "Ma abbiamo tempo" aggiunse strizzandogli l'occhio. "Se vuoi farti una doccia o riposarti un po' fai pure, tra poco arriva la cena".
"Meno male, quando ti ho vista vestita così bene e truccata pensavo che volessi uscire! Scusa ma non ce la farei" ammise lui passandosi una mano tra i capelli.
"Non ho bisogno di uscire per avere una scusa per farmi bella per te" ribatté lei con un luccichio malizioso nello sguardo che scatenò un incendio nei pensieri di Brahim.
Il suono del campanello riportò lo spagnolo alla realtà. Emma andò ad aprire e ritirò la cena. In cucina aveva già preparato tutto, come una perfetta padrona di casa, e fu nel raggiungerla che Brahim si accorse degli scatoloni in salotto. Intuì subito cosa significassero ma non voleva illudersi, voleva che fosse lei a dirglielo chiaramente. Arrivò alle sue spalle, le cinse la vita con le mani e le lasciò un leggero bacio sul collo.
"Ema, ci sono degli scatoloni in salotto..." sussurrò al suo orecchio provocandole un brivido. Lei voltò appena il viso verso di lui continuando però ad impiattare la cena.
"Sì, li ho notati anch'io, chissà da dove arrivano" disse con tono fintamente indifferente.
"Può essere che arrivino dall'Italia?" chiese ancora lui in tono basso e roco al suo orecchio.
"Non me lo ricordo... ma forse un bacio potrebbe farmi tornare la memoria" rispose lei voltandosi interamente verso di lui che non se lo fece ripetere due volte: prese Emma tra le sue braccia e cominciò a mordicchiarle il labbro inferiore fino a strapparle un gemito, per poi affondare una mano tra i suoi capelli e attirarla ancora di più a sé. Erano entrambi totalmente persi in quell'oceano di sensazioni che solo il contatto tra le loro labbra e l'incontro tra le loro lingue sapevano risvegliare in loro, al punto che quasi non sentirono il suono del campanello.
"Y ahora quién es?" chiese Brahim con il respiro affannoso, staccandosi da Emma con riluttanza. Lei, rossa in viso, si ravviò i capelli e si allontanò da lui con un profondo sospiro.
"Vieni" gli disse sorridendo "Speravo tardassero ancora un pochino ma...".
"Di cosa stai parlando?" la interruppe lui seguendola verso la porta d'ingresso.
"Dei tuoi regali di compleanno" rispose Emma aprendo la porta, fuori dalla quale li aspettava un uomo con due trasportini per piccoli animali.
"Non ci credo!" esclamò Brahim entusiasta come un bambino. Si accucciò a terra per liberare i due cuccioli che, dopo essersi lasciati coccolare un po' dal loro nuovo padrone, iniziarono a rincorrersi in giardino.
"Tanti auguri Brahim, ti amo" disse Emma posandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Gracias mí amor" sorrise lui accarezzandole la guancia. "Però guarda che non mi sono dimenticato che prima dovevi dirmi qualcosa a proposito di quegli scatoloni, anche se tu hai cercato di portare la mia attenzione da un'altra parte".
"Non solo ho cercato di farlo, ci stavo proprio riuscendo" osservò lei con orgoglio. "Sì, vengono dall'Italia e sono arrivati oggi insieme a me. Perché ho deciso di accettare la tua proposta e trasferirmi qui con te. Sempre che tu mi voglia ancora qui, naturalmente".
L'urlo di gioia che uscì dalle labbra di Brahim mentre sollevava Emma di peso e la faceva volteggiare per il giardino fu probabilmente sentito da tutto il vicinato, ma né a lui né a lei importava nulla. Ciò che davvero contava per loro in quella sera del 3 agosto 2023 era esclusivamente essere insieme, e questa volta per sempre.
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E con questo capitolo bonus auguro a Brahimino buon compleanno ❤️
Grazie a Jpcpc79 che mi ha dato l'idea ❤️
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Colpo di testa | Brahim Díaz
Fiksi PenggemarEmma è una ragazza diciannovenne che vive in una cittadina a nord di Milano con i genitori e il fratellino di dieci anni, Riccardo. Nell'estate 2022 il bambino viene scelto per giocare nelle giovanili del Milan, squadra di cui tutta la famiglia è ti...