Tra mille persone

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Emma non era mai stata una persona superstiziosa ma, varcando l'ingresso dell'aula in cui avrebbe avuto luogo il suo primo esame, non poté fare a meno di pensare che forse non era stata una grande idea iscriversi all'appello di venerdì diciassette febbraio. Aveva studiato con grande impegno e concentrazione nell'ultimo mese e fino alla sera prima si sentiva abbastanza preparata, ma in quel momento le sembrava di non ricordare più una sola parola.

Si guardò attorno e vide sui volti di Viola e degli altri compagni presenti in aula la stessa espressione titubante che era certa di avere anche lei stessa in viso. Si trattava di un esame orale e, dopo che il professore ebbe fatto l'appello chiamando uno ad uno tutti gli studenti iscritti, le interrogazioni ebbero inizio.

Viola fu una delle prime ad essere chiamata, e riuscì a superare brillantemente l'esame sebbene anche lei avesse dichiarato poco prima di non ricordare più nulla. Terminata la sua interrogazione, la ragazza decise di rimanere a fare compagnia ad Emma che invece avrebbe dovuto attendere ancora parecchio il suo turno. Emma ripassò un po' ma ad un certo punto le sembrò che rivedere tutti i concetti studiati le confondesse soltanto le idee, così propose a Viola di andare a prendere un caffè insieme al bar dell'università.

Era da quando le lezioni erano state sospese per gli esami a fine gennaio che Emma e Viola non si vedevano. Si erano sentite spesso ma soprattutto per confrontarsi e chiarire i rispettivi dubbi sulla materia d'esame. Emma si domandò se fosse una buona idea raccontarle degli ultimi sviluppi con Brahim oppure no.

"E a parte lo studio, come va? Hai più rivisto Lorenzo?" chiese ad un tratto alludendo al compagno di università per cui Viola aveva una cotta.

"Sì, qualche volta sono andata al bar dove lavora insieme alle mie coinquiline ma non penso proprio di interessargli, mi rivolge a malapena la parola" si lamentò Viola imbronciata. "Quindi nessuna novità importante. E tu invece cosa mi racconti? Sei più uscita con tuo cugino e i suoi compagni della squadra di basket?"

"Dopo quella volta il mese scorso di cui ti ho già raccontato no, non ho più messo il naso fuori di casa, speriamo che serva a qualcosa..." sospirò Emma il cui pensiero era fisso sull'esame che stava per sostenere.

"Sono sicura di sì!" esclamò Viola incoraggiante. "Hai studiato un sacco, deve andare bene per forza, speriamo che ti capiti l'assistente che ha interrogato me, era proprio bravo!"

In quel momento il cellulare di Emma emise un suono che annunciava l'arrivo di un messaggio Whatsapp. La ragazza estrasse il telefono dalla borsa e un sorriso illuminò il suo viso mentre leggeva le parole apparse sul display:

Sono a Milanello per un allenamento veloce prima di spostarci a Monza per la trasferta di domani, e tutta la squadra, compreso il Mister, sta facendo il tifo per te.

"Buone notizie?" chiese Viola a cui non era sfuggito il sorriso raggiante apparso all'improvviso sul volto dell'amica.

La mattina dopo San Valentino, Emma non si aspettava di ricevere un messaggio di Brahim, invece lui si era fatto vivo quel giorno e anche il successivo, vigilia dell'esame. Non erano stati messaggi invadenti, lui si era limitato a chiederle per lo più come si sentisse e come stesse andando lo studio, ma le aveva fatto enormemente piacere che lui si interessasse a lei e alla sua vita. Il pensiero di rivederlo le metteva ansia ma allo stesso tempo fremeva dal desiderio di trovarsi di nuovo di fronte quegli occhi nocciola. Emma non era ancora sicura di cosa sarebbe successo tra loro, lui avrebbe dovuto darle una spiegazione convincente su cosa fosse accaduto la sera della viglia di Natale, ma per lo meno lei aveva cominciato a prendere in considerazione la possibilità che ci fosse una spiegazione diversa da quella che aveva sempre immaginato.

"A dirti la verità non lo so Viola, si tratta di Brahim" finì per ammettere Emma. Raccontò brevemente all'amica gli avvenimenti della sera di San Valentino, le fece vedere il post che Brahim aveva pubblicato su Instagram e le confidò i sentimenti contrastanti che stava provando.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora