Presentazione ufficiale

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Rafa si accertò di avere spento tutte le luci, poi chiuse dietro di sé la porta dello studio Navarro, inserì la chiave nella serratura e la fece girare. Mentre aspettava l'ascensore che gli avrebbe permesso di uscire da quell'elegante palazzo nel cuore di Milano, le immagini di lui e Greta continuarono a ripresentarglisi davanti agli occhi. Appoggiò la fronte al muro e si morse il labbro in preda allo sconforto. Non aveva nemmeno capito perché Greta avesse avuto quella reazione e se ne fosse andata in quel modo, ma sentiva che un pezzo del suo cuore fosse rimasto dietro la porta che aveva appena chiuso, imprigionato in quell'angusto stanzino.

Lo squillo del cellulare lo riscosse dal torpore nel quale lo stavano facendo affogare i ricordi del momento di passione appena vissuto insieme alla sua ex. Rafa estrasse il telefono dalla tasca dei pantaloni e sussultò leggermente quando sul display lesse il nome di Camilla.

Si era completamente dimenticato di lei e dell'invito a cena a casa sua che le aveva rivolto solo qualche giorno prima, quando ancora non immaginava quello che sarebbe successo quella sera. E adesso aveva due problemi. Primo: il suo frigorifero era talmente vuoto che se ci avesse gridato dentro avrebbe sentito l'eco. Secondo: non aveva nessuna voglia di stare da solo con Camilla a casa propria. Decise di essere sincero, almeno sul primo punto.

"Ciao Camilla" esordì rispondendo alla chiamata.

"Rafa! Finalmente!" esclamò lei che sembrava piuttosto scocciata. "Sarà la decima volta che provo a chiamarti! Sono qui fuori da casa tua ma dove sei?"

"Ho avuto un contrattempo, scusami se non ti ho avvisata" disse prontamente lui.

"Che genere di contrattempo?" cercò di indagare lei.

"Te lo racconto dopo ok?" rispose il portoghese cercando di liquidare la faccenda. "Senti, mi dispiace ma non ho fatto in tempo a fare la spesa, va bene se per stasera ceniamo fuori? C'è un ristorante molto bello a metà strada tra casa mia e il posto in cui mi trovo adesso, ti mando l'indirizzo così ci troviamo direttamente lì e non devi stare ad aspettarmi". Rafa sentì Camilla sbuffare rumorosamente.

"Ma perché dovremmo cenare fuori? Non possiamo ordinare del cibo e farcelo portare a casa tua?" insistè lei.

"Ceneremo da me un'altra volta" disse lapidario Rafa "è stata una giornata pesante e non ho proprio voglia di stare in casa stasera".

"Ci sono molti modi per dimenticare una giornata pesante, sai? Io ne ho in mente più di uno..." disse Camilla languida abbassando il tono di voce. E questa sua insistenza non fece altro che riproporre in modo ancora più vivido alla mente di Rafa le immagini di lui e Greta avvinghiati nel camerino. Gli sembrava di sentire ancora il suo profumo delicato nelle narici, la sua pelle setosa sotto le dita e i suoi gemiti incontrollati dentro i padiglioni auricolari. Forse stava impazzendo ma non sarebbe riuscito nemmeno a sfiorare Camilla con quella bomba di emozioni che gli intasava ancora i sensi.

"No ascolta... forse è meglio se ci vediamo un'altra volta" disse in fretta. Sentì Camilla respirare profondamente, come se stesse cercando di contenere un'esplosione.

"Rafa, mi vuoi spiegare che succede? Fino a qualche giorno fa non facevi altro che ripetere che questa sarebbe stata una serata magnifica solo per noi, e adesso non mi vuoi neanche più vedere. Ha a che fare con il tuo contrattempo, vero?"

Il portoghese restò un attimo in silenzio; sapeva bene che i sospetti di Camilla fossero più che fondati, ma credeva ancora a ciò che la ragazza gli aveva raccontato riguardo il suo rapporto con Greta e sapeva che le avrebbe fatto del male se le avesse detto la verità. Ma in effetti Camilla era una ragazza sveglia e ci stava arrivando da sola e lui non avrebbe potuto fare niente per impedirlo.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora