Caduta libera

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Mentre il volo che riportava in Italia i rossoneri reduci dalla sconfitta in Supercoppa planava su Milano, Emma aveva la testa immersa nel testo di Psicologia Generale. Mancava meno di un mese all'esame e lei approfittava di ogni momento libero per studiare. Da quando era tornata dalle vacanze natalizie in montagna, aveva chiuso il resto del mondo fuori dalla sua vita e aveva fatto dei testi universitari e degli appunti delle lezioni i suoi migliori amici e compagni delle sue giornate. Voleva passare quell'esame con tutta se stessa per poi provarne un altro, meno importante ed impegnativo, all'inizio del mese di marzo e non si sarebbe lasciata distrarre dai suoi obiettivi per nessun motivo al mondo.

Stava sentendo e vedendo poco Elisa e Greta, anche loro molto impegnate: Elisa era in piena sessione d'esame, ne aveva già passato uno con il massimo dei voti e ne stava preparando un altro per fine gennaio. Greta, invece, avrebbe cominciato la sessione a febbraio come Emma ma era comunque parecchio impegnata perché oltre a studiare aveva iniziato a lavorare un paio di sere a settimana in un bar della cittadina in cui le tre ragazze vivevano: nonostante i soldi non le fossero mai mancati, infatti, Greta voleva rendersi ancora più indipendente economicamente. La ragazza sembrava ormai aver dimenticato la storia con Rafael Leão ed anzi il nuovo lavoro le permetteva di conoscere ancora più persone rispetto a prima. D'altronde una ragazza bella e spigliata come lei attirava nuovi clienti e il suo datore di lavoro era entusiasta di averla assunta.

Elisa si preoccupava per Emma molto più che per Greta e le chiedeva spesso come stesse ma rispettava i silenzi in cui lei si chiudeva ogniqualvolta si accennasse al suo stato d'animo. Emma continuava a sentirsi come un ammalato che si stava ristabilendo da una grave malattia ma sapeva che la convalescenza sarebbe stata lunga e avrebbe richiesto ancora tanta pazienza. Sapeva che le ferite del cuore non hanno gli stessi tempi di guarigione di quelle fisiche.

Sebbene le facesse male vedere le partite del Milan in quel periodo, sia perché ogni immagine di Brahim le ricordava i loro momenti felici insieme, sia per le deludenti prestazioni della squadra, Emma continuava a seguire i rossoneri insieme a Riccardo e quel giovedì diciannove gennaio era particolarmente delusa per la brutta figura rimediata contro l'Inter in Supercoppa la sera precedente. Non riusciva proprio a capacitarsi di come fosse possibile che la sua squadra stesse vivendo un crollo così improvviso e repentino ma sperava che i ragazzi trovassero la forza di rialzarsi e di ricominciare a lottare. Proprio come stava cercando di fare lei.

Ad un certo punto durante il pomeriggio si distrasse momentaneamente dallo studio per vedere cosa era stato postato sulla pagina Instagram ufficiale della sua squadra del cuore, e non fu un bello spettacolo. Tra i commenti dei tifosi indignati sotto uno dei post relativi alla gara della sera precedente, Emma ne notò uno di un profilo che conosceva molto bene: camillaaa.c03.

Il commento di Camilla era molto pertinente rispetto alla prestazione della squadra ed Emma non poté fare a meno di ripensare a quando commentava con l'ex amica ogni vittoria, pareggio o sconfitta della propria squadra. Questo era soprattutto quello che le mancava di Camilla, adesso lo poteva fare solo con Ricky perché Greta ed Elisa non erano particolarmente appassionate di calcio. Mise un like al commento della ex amica e istintivamente decise di rimuovere le limitazioni che aveva posto al suo profilo. Non sapeva se Camilla se ne sarebbe mai accorta, né se gliene sarebbe importato qualcosa, ma Emma la considerò una decisione importante per se stessa. Non serbava più rancore verso Camilla e questo era un modo per dimostrarlo a se stessa per prima.

Emma chiuse il libro e lo ripose nella borsa: quei pochi minuti su Instagram avevano assorbito la sua attenzione a tal punto che non si era accorta che era giunta l'ora di andare a prendere suo fratello a scuola per poi portarlo agli allenamenti. Doveva sbrigarsi, altrimenti sarebbe arrivata in ritardo. Stava per mettersi le scarpe e infilarsi il giubbotto quando lo squillo del suo cellulare la fece sobbalzare.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora