Non si è mai pronti a un addio

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Brahim era steso sul suo letto, le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi rivolti al soffitto. Emma era andata via da quasi un'ora e lui era in ansia. Da quando avevano ricominciato a frequentarsi a febbraio e lei tornava a casa da sola in auto la sera, gli mandava sempre un messaggio per fargli sapere che era arrivata a casa senza problemi. Quella sera, invece, il messaggio non arrivava.

Preoccupato, il ragazzo decise di telefonarle. Uno squillo, due, tre... nessuna risposta.

Un miliardo di pensieri iniziarono a farsi largo nella testa di Brahim. Poteva aver avuto un incidente? O un problema con l'auto? O magari... Magari i suoi timori erano fondati ed Emma era già da Gabriele. Brahim scattò in piedi scuotendo la testa. No, non era possibile. Emma non era come Ana. Eppure... poteva dire di conoscerla davvero? Alla fine stavano insieme ufficialmente solo da tre mesi, a parte la breve parentesi di dicembre prima del loro litigio. E il dubbio che tre mesi non fossero affatto sufficienti per conoscere a fondo una persona attraversò la testa di Brahim come un fastidioso tarlo, non permettendogli di ragionare lucidamente. Il suono del cellulare che annunciava l'arrivo di un messaggio lo fece trasalire violentemente.

Sono arrivata a casa ora, c'era un incidente in autostrada

Brahim tirò un sospiro di sollievo, Emma era a casa e stava bene. Ma subito dopo i fantasmi del suo passato tornarono ad affacciarsi alla sua mente. E se lei non fosse stata davvero a casa ma con lui? Se gli avesse mentito come aveva fatto Ana?

Voleva risponderle ma riflettè a lungo per scegliere le parole giuste. Forse, anzi probabilmente, Emma era davvero diversa e lui non poteva e non voleva buttare all'aria il bellissimo rapporto che aveva con lei semplicemente perché non riusciva a fidarsi del tutto. Emma, tra l'altro, non gli aveva mai dato motivo di dubitare di lei. Brahim ripensò alla sera di novembre in cui gli aveva confidato ciò che era successo tra lei, Gabriele e Camilla. Gli era sembrata ancora ferita e piena di rabbia, poteva non essere solo una questione di orgoglio e che lei provasse ancora qualcosa per il suo ex? Dopotutto il turbamento che aveva percepito in lei quella sera era reale. D'altra parte però erano anche passati sei mesi da allora, sei mesi in cui la loro storia era evoluta e diventata importante. Era una storia che stava crescendo, non arrivando al capolinea come quella tra lui e Ana. Doveva fidarsi di Emma altrimenti su che basi avrebbero potuto costruire un rapporto a distanza?

Vale, mi dispiace per quello che ti ho detto. Buenas noches mì amor

Brahim scrisse il messaggio, lo cancellò indeciso se inviarlo o meno, lo riscrisse e lo ricancellò diverse altre volte prima di decidersi ad inviarlo. Nessuna risposta, però, giunse da Emma.

La mattina dopo, quando arrivò a Milanello, si sentiva come se gli fosse passato sopra un camion. Aveva dormito poco e male quella notte, tormentato da incubi e dal terrore di perdere di nuovo la persona che amava.

"Bro, ma che hai fatto stanotte? E sì che Emma diceva di tifare il Milan, non è che tifa l'Inter in incognito?" lo punzecchiò Theo prima di iniziare l'ultimo allenamento in vista del derby.

Lo spagnolo non ce la faceva più a tenersi dentro il tormento che provava e raccontò all'amico ciò che era accaduto, compresi i suoi dubbi e le sue paure riguardo il suo rapporto con Emma.

"Sei completamente fuori strada, bro" lo rassicurò Theo. "Non esiste al mondo una persona che ti ami più di Emma, forse giusto tua madre. Emma non è Ana, e tu non sei più quello di un anno fa, hai ritrovato l'amore e la fiducia con lei, non lasciare che il tuo passato rovini quello che c'è tra te e lei".

"Sì ma allora perché lei ha reagito così ieri? Le ho solo chiesto se provava ancora qualcosa per lui, non c'era bisogno di prendersela così tanto" borbottò lo spagnolo che non era ancora del tutto convinto.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora