Quel maledetto gennaio

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Emma tornò dalle vacanze in montagna il pomeriggio di domenica otto gennaio. Il giorno dopo sarebbero riprese le lezioni all'università per lei e a scuola per Ricky, mentre il campionato di Serie A era già ricominciato quattro giorni prima, con una vittoria del Milan a Salerno per 2-1.

Quella sera i rossoneri erano impegnati a San Siro contro la Roma. Sembrò tutto facile per 85 minuti, il Milan stava giocando un'ottima partita e vincendo per 2-0, ma proprio nel finale in soli sei minuti si fece rimontare di due goal pareggiando clamorosamente per 2-2.

Emma e Ricky erano molto arrabbiati e delusi per quel risultato così ingiusto, ma era stata proprio la loro squadra a buttare via una partita ampiamente dominata. Emma ancora ci pensava quando, la mattina dopo, uscì di casa per riprendere a seguire le lezioni in università. Proprio quella mattina aveva avuto la conferma che la data del suo primo esame sarebbe stata venerdì diciassette febbraio e doveva mettersi davvero d'ìmpegno nel mese che la separava da quel fatidico giorno.

La ragazza arrivò a lezione con un po' di ritardo; l'autostrada che collegava la cittadina dove lei viveva a Milano era più trafficata che mai e, dopo aver lasciato la sua auto nel solito parcheggio, aveva scoperto che la metropolitana che avrebbe dovuto portarla in centro aveva avuto un guasto. Aveva avvisato Viola che avrebbe fatto tardi ma l'amica non le aveva ancora risposto.

Ricominciamo proprio alla grande, pensò tra sè e sè mentre camminava impaziente lungo la banchina della metropolitana; sentì il cellulare vibrare nella borsa e si affrettò a prenderlo, convinta che fosse la risposta di Viola. Invece no.

Se qualcuno avesse visto l'espressione di Emma mentre guardava il display del telefono e ci vedeva scritto Brahim, probabilmente avrebbe pensato che la ragazza avesse visto un fantasma. E forse lo era davvero, quel nome sembrava essersi materializzato direttamente fuori dagli incubi che avevano perseguitato le sue notti in vacanza, incubi i cui protagonisti erano sempre gli stessi; Brahim e Ana. Quante volte si era ritrovata a svegliarsi in piena notte con un opprimente senso di angoscia che sembrava soffocarla. Quante volte si era alzata in punta di piedi, aveva afferrato il maglione natalizio del Milan che nonostante tutto aveva portato con sé, e si era rintanata in bagno per non svegliare Greta e Ricky che dormivano nella sua stessa stanza. Quante lacrime aveva versato in quelle notti stringendo a sé quel maglione e pensando a ciò che aveva avuto e che ora le mancava come l'ossigeno.

Peccato che non si trattasse solamente di incubi, era tutto fin troppo reale. Emma non aveva voluto arrivare a bloccare il numero di Brahim e forse non era stata una buona idea; non che non ci avesse pensato ma non se l'era sentita e comunque era convinta che lui, dopo essere stato scoperto, non sarebbe mai tornato a cercarla. Invece si era sbagliata. Ed ecco di nuovo l'eterna lotta, con una parte di lei che moriva dalla voglia di aprire quel messaggio e leggere cosa lui le avesse scritto e una parte che invece le suggeriva di cancellarlo senza nemmeno aprirlo e di bloccare il numero di quel ragazzo che sembrava essere tornato per portarle via la tranquillità che sentiva di meritare e che si stava sforzando con tutta se stessa di raggiungere.

L'arrivo della metropolitana mise fine ai tormenti di Emma; il convoglio sarebbe stato strapieno e non era proprio il momento di mettersi a messaggiare. Ma forse la verità era che lei stava cercando un alibi, una scusa per nascondersi e scappare, per l'ennesima volta.

Non appena le lezioni del mattino furono terminate si confidò con Viola, alla quale raccontò tutto ciò che era accaduto il giorno di Natale mostrandole anche la foto e il post che le avevano rovinato le feste.

"Veramente disgustoso" commentò l'amica. "Mi dispiace così tanto Emma, sembravi felice insieme a lui. Però è anche vero che di un calciatore c'è poco da fidarsi, sono tutti dei gran farfalloni" sentenziò corrugando una fronte.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora