Emma odiava l'autunno. Le giornate che si accorciavano, le foglie che ingiallivano e cadevano dai rami degli alberi, il freddo che cominciava a sopraggiungere nonostante l'estate quell'anno sembrasse proprio non avere voglia di andarsene, le mettevano tristezza. Non vedeva l'ora che tornasse almeno la primavera.
Le giornate sembravano susseguirsi tutte uguali: mentre Greta ed Elisa avevano cominciato a frequentare le lezioni all'università all'inizio di ottobre, Emma avrebbe dovuto aspettare la metà del mese e non vedeva l'ora perché, con le sue due migliori amiche impegnate, il tempo sembrava passare più lentamente, soprattutto la mattina, dato che il pomeriggio aveva quasi sempre da scarrozzare suo fratello a Milano agli allenamenti e, quando non lo faceva, dava ripetizioni a dei ragazzini di terza media. In quelle mattine solitarie, per quanto si sforzasse di non farlo, il suo pensiero correva spesso a quel pomeriggio a Milanello, a tutte le emozioni che aveva provato. Quanto avrebbe voluto poter riavvolgere il nastro, tornare indietro e rivivere tutto da capo. Sì, ma a cosa sarebbe servito? Doveva cercare di non pensarci più ed era sicura che ci sarebbe riuscita, non appena fosse stata un po' più impegnata con i corsi e con lo studio.
Ante Rebic era stato di parola con Ricky: non solo nella partita di campionato contro l'Empoli era entrato in campo al 73' e aveva segnato un goal dopo pochi minuti portando la squadra in vantaggio, ma la settimana successiva aveva fatto recapitare al bambino durante l'allenamento la maglia che aveva indossato quella sera, accompagnata da un biglietto in cui l'attaccante croato si scusava per non poter essere venuto personalmente e si augurava che la sua maglia avrebbe portato fortuna al bambino. In effetti, fino a quel momento, era stato così: la squadra di Ricky aveva vinto le prime due partite di campionato ed era in cima alla classifica a punteggio pieno.
La fortuna, invece, non sembrava molto favorevole alla prima squadra del Milan che dopo la partita di Empoli aveva subito due pesanti sconfitte in Champions League ad opera del Chelsea, la seconda delle quali condizionata da una scelta arbitrale piuttosto discutibile che aveva lasciato la squadra in dieci a inizio gara. Almeno in campionato, però, il Milan aveva continuato a brillare, anche per merito della stella di Brahim Diaz che aveva segnato un goal importante nella partita di campionato contro la Juventus. Chissà se lo aveva dedicato a qualcuno? Probabilmente alla sua fidanzata cantante o magari a qualcuna delle sue quattro sorelle. Emma sarebbe stata davvero curiosa di saperlo.
Il sabato successivo alla sfortunata partita di ritorno contro il Chelsea, Emma ricevette un messaggio vocale da parte di Greta:
"Ehi Em, mi ha chiamata poco fa Bea, sai, la ragazza di Milano di cui ti ho parlato, quella che ho conosciuto il primo giorno all'unviersità! Mi ha chiesto se stasera mi va di andare con lei, suo fratello ed alcuni loro amici a Milano, pare che abbiano gli agganci giusti per entrare in un nuovo locale esclusivo! Sai, di quelli dove è facile incontrare qualche vip! Vieni con me?". La voce della ragazza era evidentemente ipereccitata, Greta aveva sempre desiderato frequentare locali di quel genere e, per quanto immaginava che si sarebbe sentita un pesce fuor d'acqua, Emma non se la sentiva di dirle di no. Decise di parlarne direttamente al telefono con l'amica.
"Ciao Gre, ho sentito il tuo vocale! Per me va bene ma che ci andiamo a fare noi in mezzo ai vip?" domandò Emma ironica.
"Parli proprio tu che in mezzo ai vip ci sei stata per un pomeriggio intero, due settimane fa! Pensa se magari li becchiamo lì stasera!" fu la risposta dell'amica.
Appunto e non è che io mi sia sentita proprio a mio agio quel giorno, pensò tra sé Emma, ma preferì non farlo notare a Greta. "Impossibile" rispose invece "giocano domani sera a Verona, non penso proprio che stasera siano in giro a fare baldoria".
"Non fa niente" ribattè l'amica. "Magari ci sarà qualche altro ragazzo degno di nota. Il fratello di Beatrice è già impegnato ma pare che ci saranno anche tre suoi amici".
Emma avrebbe voluto risponderle che al momento non le interessava granché trovarsi un ragazzo; aveva rotto con Gabriele, il suo ex, a maggio, prima della fine della scuola e, nonostante fossero passati già diversi mesi, la ferita le bruciava ancora. Non si fidava granché dei ragazzi e per il momento preferiva stare da sola. Ma questo, in teoria, Greta lo sapeva già.
"Eli l'hai già sentita? Non viene?" domandò Emma sperando nella presenza dell'altra loro amica, anche se sarebbe venuta di sicuro con il fidanzato.
"Non gliel'ho neanche chiesto, sai che lei odia quel genere di locali e poi comunque oggi se non ricordo male è il compleanno della mamma di Christian ed Eli è a cena a casa loro" rispose l'altra. "Allora, che mi dici?"
"E va bene" cedette Emma con un sospiro "ma non ho vestiti adatti per posti da vip, quindi oggi pomeriggio mi accompagni a comprare qualcosa di decente e poi ci andiamo a preparare a casa tua, ok?"
***
Beatrice aveva dato appuntamento a Greta ed Emma per le dieci: l'idea era di iniziare la serata bevendo qualcosa tutti insieme in un bar più tranquillo per permettere alle due ragazze di conoscere il fratello di Bea, la sua ragazza e i suoi amici e poi spostarsi dopo la mezzanotte nel nuovo locale.
Emma pensò che sia Beatrice, sia il fratello maggiore di nome Alessandro, fossero due modelli: entrambi altissimi, con i lineamenti del viso fini e delicati e due occhi così azzurri che sembrava di vederci riflessa una porzione di cielo. La fidanzata di Alessandro, Caterina, era invece una ragazza carina ma non eccezionalmente bella, e con lei Emma si sentì subito in sintonia. Completavano il gruppo tre amici del ragazzo, Mattia, Davide e Andrea. Quest'ultimo, in particolare, si dimostrò da subito parecchio interessato ad Emma: si era seduto accanto a lei al bar e, anche quando si erano poi spostati nell'altro locale, la ragazza se lo ritrovava sempre nei paraggi.
Tutto sommato Andrea era un bel ragazzo, moro, con due profondi occhi scuri e un sorriso affascinante ed era anche piacevole parlare con lui, ma c'era qualcosa che non la convinceva del tutto. Forse era il modo in cui lui tendeva sempre ad accorciare troppo le distanze o i suoi continui tentativi di entrare in contatto con lei in modo apparentemente casuale. Emma aveva bisogno del suo spazio vitale, la infastidivano le persone che le stavano troppo addosso, soprattutto se appena conosciute, però tutto sommato Andrea era simpatico e non stava facendo niente di male.
Emma si ritrovò a passare gran parte della serata da sola con lui: Greta e Beatrice erano state le prime ad allontanarsi, probabilmente in cerca di qualche vip, e poi anche Davide e Mattia le avevano imitate, forse per lasciare campo libero al loro amico. Nei paraggi erano rimasti solamente Alessandro e Caterina che però avevano passato gran parte del tempo a sbaciucchiarsi senza preoccuparsi troppo di ciò che accadeva intorno a loro.
Greta riapparve solamente a fine serata; Emma aveva l'impressione che avesse bevuto più del solito, mentre lei, che aveva preferito usare la propria automobile, era perfettamente sobria.
"Mi sono diverita da impazzire, questo locale è uno spettacolo!" urlò Greta all'amica. "E a te come è andata con lui?" domandò indicando con lo sguardo Andrea, che in quel momento si avvicinò per chiedere ad Emma il suo numero di cellulare. La ragazza ebbe un attimo di esitazione, poi cedette e lasciò il numero al ragazzo, augurandosi vivamente di non aver fatto una grandissima cavolata.
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Colpo di testa | Brahim Díaz
FanfictionEmma è una ragazza diciannovenne che vive in una cittadina a nord di Milano con i genitori e il fratellino di dieci anni, Riccardo. Nell'estate 2022 il bambino viene scelto per giocare nelle giovanili del Milan, squadra di cui tutta la famiglia è ti...