Pensieri di vendetta

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Gabriele si sentiva ribollire di rabbia. Rabbia verso quell'insulso calciatore spagnolo che non solo giocava immeritatamente nella sua squadra del cuore - il goal al Tottenham, secondo Gabriele, non avrebbe potuto essere sbagliato neanche da un bambino di prima elementare - ma se la spassava anche con la ragazza per cui lui ancora provava dei sentimenti. Rabbia verso Emma che doveva essere certamente caduta senza alcuna dignità ai piedi di quel nanetto la prima volta che lo aveva incontrato e che ora lo seguiva come un cagnolino fedele mentre lui la stava solamente prendendo in giro. Rabbia verso Camilla, che da amica gli era apparsa una ragazza piacevole e divertente, oltre che fisicamente attraente, portandolo a tradire Emma salvo poi rivelarsi, quando aveva provato ad approfondire il loro rapporto, di una pesantezza incredibile. Rabbia verso se stesso perché non aveva voglia di fare brutta figura davanti ai suoi idoli rossoneri presenti nel locale, altrimenti avrebbe senz'altro preso a pugni quel maledetto Brahim Diaz.

Ma non finisce qui, si ripeteva sforzandosi di sorridere mentre si scattava un selfie insieme a Theo Hernandez e Olivier Giroud. Emma infatti, per smorzare la tensione che aleggiava nell'aria quando Brahim si era avvicinato a lei e Gabriele, aveva fatto notare al suo ex la presenza degli altri giocatori del Milan e così lui si era avvicinato al tavolo da loro occupato per chiedere foto e autografi. Ma era una tortura per lui vedere il modo in cui Emma e Brahim sembravano stare bene insieme, totalmente coinvolti l'uno dall'altra. Gabriele li osservava partecipare alle chiacchiere allegre degli altri rossoneri ma in ogni gesto, in ogni sguardo, in ogni contatto o interazione tra di loro, i due sembravano vivere su una nuvoletta felice, come se non esistesse nient'altro intorno a loro. Lui le teneva la mano e ne accarezzava il dorso con il pollice, lei gli scompigliava in continuazione i capelli; lei gli sussurrava qualcosa all'orecchio e lui si voltava verso di lei per lasciarle un rapido bacio sulle labbra. Sembravano molto innamorati e Gabriele non poteva sopportare di averli sotto gli occhi un secondo di più.

Decise quindi di allontanarsi dall'allegra combriccola proprio quando stava invece sopraggiungendo il suo idolo indiscusso, Rafa Leão. In un primo momento Gabriele pensò di fermarlo e chiedergli di potersi fare una foto con lui, magari anche parlarci un po', ma dovette desistere perchè il campione portoghese non sorrideva anzi, sembrava arrabbiato e nervoso molto più di lui.

Quando Leão non sorride vuol dire che le cose vanno proprio male. Chissà cosa gli è successo, si domandò il ragazzo.

Rafa oltrepassò il biondino senza neanche vederlo. Si sentiva irrequieto, vedere Greta gli sballava sempre l'umore, non gli andava giù che anche quella sera avesse intorno Davide e non gli era affatto dispiaciuto che Diego avesse interrotto la loro conversazione. Anche se questo non cambiava la situazione tra di loro.

Rafa aveva conosciuto Diego appena arrivato al Milan due anni e mezzo prima; all'epoca il giovane uomo, di origini italo-argentine, lavorava come collaboratore del fotografo ufficiale della squadra del Milan, e solo dopo qualche mese aveva finalmente aperto un proprio studio. Collaborava già con alcune agenzie pubblicitarie e grazie alla sua abilità era ben presto diventato abbastanza famoso nel suo settore. Aveva però preferito non espandere troppo la propria attività e seguire tutti i servizi fotografici personalmente, avvalendosi tutt'al più occasionalmente di qualche collaboratore esterno. Non aveva nemmeno una segretaria, gestiva da solo i propri appuntamenti e per le pratiche amministrative si appoggiava ad uno studio di commercialisti. Era un tipo sicuro di sé e molto determinato e con lui Rafa si era trovato bene fin da subito. I due avevano scoperto di avere molti interessi in comune, compresa la fotografia, e così erano diventati amici. Il portoghese andava spesso a trovarlo in studio, e alcune volte il fotografo lo aveva coinvolto nel suo lavoro facendogli provare a fare qualche scatto. E proprio in quelle occasioni Rafa aveva avuto l'occasione di conoscere modelle bellissime che poi aveva frequentato anche fuori dal set fotografico. Si fidava del giudizio di Diego e sapeva che se si metteva in testa qualcosa non avrebbe mollato finché non l'avesse ottenuta. Se lui riteneva che Greta fosse la ragazza giusta per la campagna pubblicitaria che stava seguendo, niente e nessuno avrebbe potuto distoglierlo dal suo obiettivo. Nemmeno il capitano del Milan.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora