Ragionare o seguire l'istinto?

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Quando raggiunse la sua stanza, Emma si rese conto di non riuscire più a reggersi in piedi; sentiva le gambe molli, forse per la stanchezza, forse perché aveva bevuto troppo o forse per l'intensità delle emozioni provate quella notte. Chiuse la porta dietro le sue spalle, vi appoggiò contro la schiena e si lasciò scivolare a terra. Aprì la borsetta, afferrò il cellulare e lo sbloccò. Il numero di telefono che Brahim Diaz aveva scritto qualche minuto prima era ancora lì.

Aveva voglia di scrivergli un messaggio. Aveva voglia di chiamarlo e di dirgli di tornare indietro. Aveva voglia di fare ciò che aveva avuto voglia di fare per tutta la serata e che avrebbe avuto voglia di fare ogniqualvolta avesse incontrato quegli occhi nocciola, quel sorriso contagioso, quella voce profonda e caliente, qualunque lingua parlasse.

Aveva voglia di lui. Ma non sarebbe stata una buona idea e questo Emma lo sapeva perfettamente. Per togliersi uno sfizio, avrebbe finito per perdere completamente la testa e non poteva permetterselo. Non per un calciatore di Serie A. Spense il telefono e lo mise sotto carica, poi si spogliò, infilò il pigiama e si sistemò sotto le coperte cercando di prendere sonno. Con la testa appoggiata sul cuscino e il cuore che batteva talmente forte che forse avrebbero potuto sentirlo persino i suoi genitori nella stanza a fianco, Emma cercava di allontanare dalla propria mente ogni istante di quella serata pazzesca, ma non aveva altri pensieri su cui potersi concentrare e continuare a girarsi e rigirarsi nel letto non la aiutava. Sarebbe volentieri uscita a fare una corsa nel parco, ma a quell'ora e con tutto l'alcol che aveva ancora in corpo sarebbe stramazzata al suolo dopo duecento metri. Cominciava ad albeggiare quando finalmente si addormentò.

***

Come la domenica precedente, Emma si svegliò tardi ma stavolta in realtà aveva dormito pochissimo e il suo sonno era stato tormentato dai sogni più disparati. Accese il cellulare e controllò i messaggi. Come la domenica precedente, ce n'erano uno di Elisa e uno di Andrea. Il numero di Brahim era ancora lì in rubrica, nonostante lei lo avesse già imparato a memoria.

Aprì per primo il messaggio dell'amica ma, anziché risponderle sul gruppo con Greta, le scrisse in privato:
Eli devo parlarti, possiamo vederci oggi?

Elisa era stata la sua prima vera amica; dal primo giorno della prima elementare era sempre stata la coscienza di Emma, la sua parte saggia e razionale. Parlare con lei di ciò che era successo l'avrebbe sicuramente aiutata a ridimensionare quel tumulto che le ribolliva dentro. Elisa l'avrebbe convinta che usare quel numero di telefono, in qualunque modo, sarebbe stata una pessima idea. In definitiva l'avrebbe riportata sulla Terra, nel mondo dei comuni mortali che non avevano nulla a che fare con calciatori e influencer.

Diede rapidamente un'occhiata anche al messaggio di Andrea, sperando che non la stesse invitando nuovamente ad uscire con lui.
Ciao Emma, ieri sera a un certo punto non ho più visto né te né Greta, tutto bene?

Emma non provò fastidio come la domenica precedente, anzi sì sentì un po' in colpa per aver piantato in asso Andrea senza nessuna spiegazione, ma d'altronde Greta non gliene aveva dato il tempo e dopo essere entrata nel privé il pensiero di Andrea o degli altri non aveva sfiorato nemmeno l'anticamera del cervello di nessuna delle due ragazze. Decise che gli avrebbe risposto più tardi, dopo aver parlato con Elisa, la cui risposta arrivò proprio in quel momento sotto forma di messaggio: Vengo da te subito dopo pranzo così parliamo.

Emma si cambiò e scese al piano di sotto. Per fortuna i suoi genitori erano già usciti perché quel giorno Riccardo avrebbe giocato in trasferta a Bergamo e loro sarebbero andati a vederlo. Non aveva voglia di parlare con nessuno che non fosse Elisa.

La madre le aveva lasciato una porzione di lasagne da scaldare al microonde, ma Emma non riuscì a mangiare quasi nulla: aveva ancora un po' lo stomaco sottosopra per la gran quantità di alcol che aveva ingerito la sera prima e a cui non era certo abituata e in più si sentiva ancora scombussolata per quello che era accaduto. Passare una serata in compagnia del ragazzo dei suoi sogni non era certamente nei suoi programmi quando era uscita di casa la sera precedente, ed ancora faceva fatica a rendersi conto che fosse successo davvero. E che lui le avesse addirittura lasciato il suo numero.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora